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Il Mio Angolo Personale

La mia metodologia con la categoria Pulcini, di Franzoso Diego (2012)

27 Marzo 2020

La mia metodologia con la categoria Pulcini, di Franzoso Diego

Nell’articolo di oggi rivediamo aggiornata quella che nel 2012, al momento della prima stesura del pezzo, era la mia Metodologia con la categoria Pulcini. L’obiettivo non vuol essere certamente quello di scrivere un testo di riferimento, bensì di creare riflessioni e scambio di opinioni.

Una metodologia portata sul campo con una squadra di Pulcini di livello medio-basso (in una piccola realtà di quartiere). Questa sottolineatura è importante per capire come questa, nel corso degli anni successivi, alle prese con bambini decisamente più pronti, si sia adattata proprie alle esigenze degli allievi.

La mia seduta d’allenamento con la categoria Pulcini si divide in quattro fasi.

  • FASE INIZIALE

In questo primo approccio all’allenamento mi piace proporre giochi popolari che possono all’apparenza avere anche poche finalità col gioco del calcio. Il tempo libero a disposizione è sempre meno e molti giochi che una volta si facevano per strada con gli amici, si stanno via via perdendo; il risultato è sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori (decadimento generale delle abilità motorie).

Bambini di 8 anni che non sanno ancora correre, lanciare e afferrare una palla. Saltare, rotolare e tutti gli altri schemi motori di base, per diversi bambini non sono appresi e tanto meno consolidati. Come possiamo allora pensare di far fare una guida della palla ad un bambino che non ha ancora la padronanza della corsa? Un primo impatto ludico permetterà di creare entusiasmo non solo nella fase d’attivazione ma anche per il resto della seduta.

Altri possibili obiettivi che mi prefiggo di perseguire in questa fase sono il dominio della palla e tutti quegli esercizi per migliorare il ball mastery. Di esercizi per il miglioramento della sensibilità piede-palla (ball mastery) ne esistono davvero un’infinità e in linea generale il metodo Coerver Coaching offre davvero moltissime soluzioni.

Perché allenare i cambi di direzione? Sul campo si creano molti duelli 1 contro 1 e chi saprà vincerli creerà pericolosissime situazioni di superiorità numerica.

  • SVILUPPO DELLA MOTRICITÀ

L’obiettivo in questa fase è quello di migliorare e incrementare le capacità coordinative (capacità che permettono di gestire l’esecuzione e il controllo del movimento). Siamo in una fase sensibile per l’apprendimento di queste capacità, considerato che la fascia d’età 6-12 anni viene detta appunto fase sensibile poiché una sollecitazione di queste capacità porta a degli incrementi piuttosto significativi rispetto ad allenarle in un altro momento della crescita dell’allievo.

Le capacità coordinative sono fondamentali poiché su di esse si costruiranno le abilità tecniche. Quante volte ci è capitato di vedere il più bravo con la palla essere anche il più coordinato nelle esercitazioni motorie e viceversa?

Proporre un esercizio con finalità esclusivamente fisico-coordinativa non lo ritengo tuttavia ideale, considerato il poco tempo a disposizione. Ho quindi sviluppato diverse proposte integrate.

Uno degli aspetti su cui ho lavorato maggiormente è lo sviluppo delle capacità senso-percettive, allo scopo di migliorare il processo di percezione, analisi e decisione. Queste dipendono in gran parte dalla sollecitazione sensoriale, utili ad interpretare gli stimoli esterni permettendo di adattarsi all’ambiente circostante.

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, nelle proposte integrate ho inserito molto spesso il contrasto. Il contrasto è infatti uno di quei gesti tecnici del gioco del calcio troppe volte trascurato. L’idea iniziale però, non è tanto quella di allenare il gesto tecnico in sé, bensì l’aspetto psicologico-emozionale, legato all’aggressività e al vincere la paura del contatto.

Il bambino al primo trauma, anche al più lieve, cerca sempre o spesso l’aiuto di qualcuno che lo aiuti. Il più delle volte è più un “grido di soccorso” che un reale dolore fisico. Fin dal primo giorno ho intrapreso la strada del “ce la puoi fare anche da solo” e dopo due sole settimane i primi risultati si son presto palesati. A distanza di poco tempo ho osservato bambini rialzarsi in piena autonomia e nel giro di pochi secondi, anche in seguito a contrasti decisi.

Emblematica fu una mia domanda ad un bambino che s’era scontrato (in modo piuttosto deciso) non più di un minuto prima con un compagno:” Ti sei fatto male?”. La risposta fu: “Quando??”

Osservazione: siccome so che qualche istruttore storcerà probabilmente il naso su questo approccio, ci tengo a precisare che nel caso in cui fosse palese che lo scontro di gioco sia andato oltre i limiti, il gioco veniva fermato per accertarmi che non ci fosse un reale infortunio.

Allenare l’aggressività non significa sfociare nella violenza, bensì in un atteggiamento psicologico che si ripercuota positivamente in gara. Quando iniziai ad allenare 7 anni fa commisi l’errore opposto. Squadra Pulcini ultimo anno. Ad ogni scontro mi fermavo a sincerarmi delle condizioni del bambino, fischiando fallo per ogni minimo contrasto. Quel gruppo di ragazzi lo seguo ancor ‘oggi, secondo anno Allievi. Un gruppo cresciuto con buone doti tecniche ma carente proprio dal punto di vista dell’aggressività e della determinazione.

In gara questo si trasforma con un atteggiamento piuttosto deciso e senza timore. Un’osservazione che ho constatato è che se durante la settimana veniva inserito/ricercato il contrasto (in queste proposte) nella partita del week-end la squadra sembrava quasi più decisa; apparendo al contrario più timorosa quando non veniva allenato durante la settimana.

Ulteriori obiettivi che inserivo in questa fase sono la conclusione in porta e il duello 1 contro 1.

  • APPRENDIMENTO TECNICO

In questa fase l’obiettivo è il miglioramento dei cinque principali gesti tecnici: guida della palla, calciare (passaggio e tiro), colpo di testa, ricezione e contrasto (gli altri due, parata del portiere e rimessa laterale vengono inseriti occasionalmente).

Nella prima parte di stagione ho lavorato soprattutto su finta e dribbling come conseguenza della situazione di 1 contro 1. Nella seconda parte di stagione mi sono concentrato maggiormente su controllo e passaggio sviluppando situazioni di gioco leggermente più complesse, inserendo soprattutto lo sviluppo della triangolazione per ricercare l’aspetto collaborativo.

Troppe volte, anche tra i più grandi, si osserva il portatore di palla che viene quasi “abbandonato al suo destino”, con appoggi eccessivamente lontani o vicini.

Sempre nella seconda parte di stagione ho inserito l’utilizzo delle Parole Chiave. Semplici parole che non sono altro che riferimenti spaziali sul terreno di gioco che permettono agli allievi di comunicare con un linguaggio condiviso. Già dopo 2-3 sedute si son visti i primi risultati e fa una certa “impressione” (positiva) sentirli usare un linguaggio condiviso durante le partite.

  • FASE APPLICATIVA E FINALE

In questa fase vengono sviluppate tutte le situazioni di gioco semplici, dall’ 1 contro Portiere al 4 contro 4, anche se le più articolate non le ho ancora affrontate. Come ho scritto, nella prima parte di stagione mi sono soffermato maggiormente sull’1 contro 1 (abbinato al gran volume di lavoro svolto sul dribbling) mentre in questa seconda parte sul 2 contro 1.

La fase applicativa non è altro che l’evoluzione della fase precedente della seduta, aumentandone la complessità (arrivano anche a situazioni come il 3 contro 1 e 4 contro 2).

La seduta termina sempre con la classica partita libera, in cui eventualmente si può inserire la regola che ogni triangolazione vale 1 punto.

  • CONSIDERAZIONI

Una capacità che ritengo fondamentale è quella di apprendimento. Lavorare con bambini non selezionati crea sicuramente disomogeneità, con tempi di maturazione e acquisizione davvero molto differenti. Seppur il livello del gruppo non fosse eccelso, la fortuna è che il livello era quanto meno omogeneo.

Nel corso della seconda parte di stagione mi ha enormemente sorpreso un bambino arrivato al campo senza aver mai giocato a calcio (con una squadra). La sua capacità di apprendimento è stata talmente elevata che nel giro di un mese aveva appreso buona parte delle competenze che il resto del gruppo aveva assimilato nel corso dei mesi precedenti. Per questo motivo è estremamente avvantaggiato (ne ho avuto la conferma negli anni successivi) chi ha la possibilità di lavorare con bambini selezionati e con buone capacità di apprendimento generale.

Un ulteriore aspetto è l’ 1 contro 1 in fase di non possesso (che rileggendo in questo vecchio articolo mi fa piacere ritrovare già tanti anni or sono). In gara accettiamo l’1 contro 1, non tenendo la superiorità numerica. Questo sia perché la squadra disponeva di un discreto riferimento centrale, ma soprattutto perché trovavo avvilente tenere giù un bambino in più quando attaccavamo. “Se prendiamo gol in contropiede, perdendo l’ultimo 1 contro 1, non è un problema”.

L’allenatore deve avere ben chiaro ciò che vuole ottenere, gli obiettivi che vanno perseguiti in questa categoria e come perseguirli. Ed è proprio il come a fare la differenza; quante volte ci è capitato di vedere la medesima esercitazione, proposta da mister differenti, assumere esiti diametralmente opposti?.

 

  • A DISTANZA DI ANNI

A rileggere questo articolo, scritto nel lontano 2012, ci trovo oggi pochi punti di contatto con quella che è ad oggi la mia metodologia con la medesima categoria.

All’aumentare del livello degli allievi aumentano le competenze richieste al tecnico, così come il limite a cui possiamo spingerci e soprattutto le loro esigenze. 

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Commenti

89
  • Luciano ha detto:

    al solito, complimenti per l’articolo.
    La mia domanda è: cosa/come cambi di questa metodologia con una categoria differente (ad esempio gli allievi, visto che alleni anche questa categoria, se non sbaglio)?

  • Diego Franzoso ha detto:

    Negli Allievi è COMPLETAMENTE diversa 🙂
    Vorrei fare con calma un articolo anche per loro ma intanto ti rispondo con poche righe.
    Ho il credo del possesso palla, mi piace l’idea di dominare la partita e non perchè lo fa Guardiola (lo pensavo già prima) 🙂
    Mi piace molto la filosofia spagnola, più che quella Italiana. Infatti curo molto poco la fase difensiva (consapevole tra l’altro che i campionati li vince solitamente la squadra che prende meno gol).
    Inizio 9 volte su 10 con un gioco di posizione. Poi al primo allenamento faccio un es. atletica con l’utilizzo del pallone. Possessi palla a pressione.
    Fase centrale caratterizzata da un corposo gioco di posizione. Uno di quelli che ho pubblicato. In questo periodo lavoriamo molto per mantenere il possesso sulla 3/4 offensiva per poi ricercare la palla filtrata.
    Si conclude con la partita ,in cui inserisco quasi sempre l’1-2 .
    Per maggiori dettagli aspettare il prossimo articolo 😉

  • Luciano ha detto:

    ok, credo di aver capito, grossomodo la pensiamo allo stessa maniera, e questo mi fa piacere.
    Aggiungo una domanda: come gestisci il numero dei giocatori in base alle esercitazioni che programmi di proporre?
    Mi spiego: se ti organizzi per un gioco di posizione che prevede l’utilizzo di 10 giocatori, gli altri come li gestisci?
    p.s.: auguri per oggi! 🙂

  • franco rossi ha detto:

    Mi ritrovo molto con la tua idea di calcio per bambini perchè anche io sono un fautore dell’aspetto ludico del curare la coordinazione del controllo della palla con tutte la parti del piede e dei cambi di direzione nonchè dell’aggressività calcistica in più io ho inserito anche il concetto di possesso palla ed ho fatto svolgere ai bambini periodicamente alcuni esercizi tipo torello con delle variazioni (esempio jolly) però non avevo mai preso in considerazione le parole chiave pronunciate dai bambini stessi e la trovo molto interessante come interessante è il tuo sito e le tue esercitazioni, complimenti.

  • Diego Franzoso ha detto:

    Grazie mille Franco 😉

    Luciano: hai toccato un aspetto interessante 🙂 Siccome i giochi di posizione sono il mio forte, se ho un giocatore in più e lo posso inserire facendo una piccola variante,lo inserisco senza problemi. Se invece sono 2 in più, si alternano e i due fuori fan tecnica a coppie col secondo allenatore. Se ne ho 4 in più preparo un piccolo campetto e fanno un 2v2 😉

  • Luciano ha detto:

    è un po’ il mio “problema” più grande.
    Essendo il più delle volte da solo, dividere i giocatori spesso comporta lo “scazzo” di uno dei due gruppi. Del resto non sempre è possibile adattare esercitazioni, oltre al fatto che non c’è un numero “certo” di presenze…

  • Andrea ha detto:

    Finalmente qualcuno che sottolinea l’importanza del fattore “aggressività”! Complimenti!

  • antonio manna ha detto:

    Condivido tua metodologia.Secondo te quanti bambini si possono allenare in una seduta di allenamento con adeguatezza di apprendimento.Se hai tempo visita il nostro sito e aspetto tuo commento.Buon lavoro.Antonio Manna istruttore calcio ASD SOCCERPANZA ISOLA ISCHIA

  • Diego Franzoso ha detto:

    Benvenuto Antonio.
    Guarda, SFORTUNATAMENTE, ho solo 8 bambini ma FORTUNATAMENTE sono quasi sempre tutti presenti. Nelle note dell’annata dell’anno scorso, su 60 allenamenti solo in 3 sedute l’attenzione non è stata sufficiente; quindi direi un ottimo traguardo vista l’età dei bambini (9 anni l’anno scorso).
    Sicuramente lavorando in così pochi (e ho pure un ragazzo che mi da una mano) non si riesce mai a fare un 6v6 o a fare altri lavori che richiedono 10-12 bambini, ma in 8 l’attenzione è sempre o quasi sempre ottimale.
    Credo che un numero perfetto sia 10-12 appunto, ma dipende molto dai singoli. Ne bastano 2-3 particolarmente “vispi” per rendere il tutto molto “complicato”

  • mario ha detto:

    ciao,anche io condivido la parte Aggressività, anzi sto cercando proprio in questo periodo di lavorarci molto.
    Stó cercando di inserire gli1v2 in modo sempre piú frequente, perchè purtroppo mi rendo conto che i ragazzi faticano molto a sviluppare questo tipo di giocata…..scarico e poi……immobili guardando invece di accompagnare l’azione con inserimenti o appunto 1v2……qualche consiglio per farglielo entrare in testa?
    Ciao e grazie

  • Diego Franzoso ha detto:

    Io per allenare l’aggressività utilizzo molto il contrasto, che tra l’altro è un gesto tecnico che in pochi curano. Faccio molti giochi ed esercitazioni in cui c’è una palla da contendersi nel mezzo e ultimamente utilizzo i giochi di contatto, vedi le ultime esercitazioni che ho inserito nella categoria Scuola Calcio e ES. Tecnico Motorie. Ai bambini piacciono tantissimo, non pensavo nemmeno io così tanto.
    Per allenare il fatto che stiano fermi dopo il passaggio, ti rimando alla primissima esercitazione che ho postato su es.tecnico motorie: accelerare dopo il passaggio.
    https://www.ideacalcio.net/tecnico-motorie/scuola-calcio-es-tecnico-motoria-accelerare-dopo-il-passaggio.html

    Sottoforma si staffetta sono OBBLIGATI a ricordarsi di accelerare dopo aver dato palla

  • Marco ha detto:

    Ciao Diego , complimentissimi per l’articolo…condivido molto del tuo “calcio-pensiero”
    Volevo chiederti quali esercizi proponi per allenare il colpo di testa presumendo che il “solito” esercizio a coppie si quantomeno superato e bruttino da vedere.

  • Diego Franzoso ha detto:

    Il colpo di testa lo alleno solo per il tiro in porta, non per le altre variabili (appoggio, respinta).
    Lo inserisco magari in qualche esercitazione tecnico-motoria, dove i bambini eseguono la parte atletica con la palla in mano, all’uscita me la passano (alleno anche lo schema motorio del lancio così) e io gliela restituisco per il colpo di testa per far gol nella porta difesa dal portiere. Volendo basterebbe mettere una porticina al posto della porta, così facendo si allenerebbe un appoggio più sicuro invece della “classica frustata” per segnare.
    Dirò un’ovvietà, occhio che qualcuno all’inizio ha timore del contatto testa-palla ed è quindi consigliato utilizzare palloni più leggeri come primo approccio

  • Matteo Russo ha detto:

    Ciao Diego, complimenti per l’articolo e per il sito in generale. Ho una domanda da porti: alleno una squadra di bimbi nati nel 2005 e 2006. Parecchi bimbi del 2006 sono alle prime armi e devo farli allenare sul possesso di palla, sul calcio da fermo … perfino sulle regole del calcio. Ho invece un 2005 che l’anno scorso ha fatto girar la teata anche ai 2004. E’ veramente bravo tecnicamente, ambidestro, sembra nato col pallone al piede. Il problema è che si annoia terribilmente ad allenarsi con gli altri e, durante le partite di allenamento, non riuscendo a triangolare con gli altri, fa tutto da solo. C’è la possibilità che lui vada a giocare con i 2003/2004 dove, pur non facendo la diferenza, fa comunque bella figura.
    Il mio dilemma è: 1) me lo tengo perchè mi fa vincere le partite anche da solo e lo faccio allenare con i grandi;
    2) me lo tengo perchè mi fa vincere le partite anche da solo e lo faccio allenare con i piccoli, anche se si annoia.
    3) Lo mando a giocare con i grandi perchè con i piccoli si annoia e perchè i piccoli che in allenamento sono in squadra con lui non toccano mai la palla.
    Io sono propenso alla soluzione numero 3: anche se perderò qualche partita in più, almeno ho un gruppo omogeneo che magari mi verrà bene fuori tra qualche mese.
    Tu cosa mi consigli al riguardo?
    Ciao e grazie.
    Matteo.

  • Diego Franzoso ha detto:

    Ciao Matteo,
    premetto che è sola la mia opinione e potrebbe non contare nulla 🙂
    Personalmente lo farei allenare coi più grandini (se c’è troppa differenza con quelli della sua età non impara quasi niente) e me lo terrei per le partite. Farei qualche prova, per vedere come reagisce il gruppo a vedere un compagno che viene solo ad AIUTARLI nelle partite e che in allenamento non vedono più. E vedrei come reagisce lui a rapportarsi coi compagni dopo esser stato coi più grandi. Stando coi più grandi ha 2 possibilità:
    1- si sentirà ancor più forte e coi coetanei eccederà ancor di più con l’egocentrismo, passando poco o nulla la palla
    2- fa un piccolo bagno di “umiltà”, se così possiamo chiamarla..giocando coi più grandi non farà più la differenza come la faceva coi più piccoli e sarà costretto a cercare di giocar palla coi compagni e quando tornerà coi coetanei magari cercherà di giocare maggiormente coi compagni

    Può essere una soluzione, quella giusta la vedrai provando sul campo 😉

  • Francesca De Santis ha detto:

    Buon giorno diego trovo molto interessante cio’ che scrivi ma purtroppo molto generico nella realta’ quotidiana di noi allenatori della scuola calcio. Ho due problemi da porti il primo e’ che anch’io come Matteo Russo ho un 2005 nato con palla al piede e inserendolo con i pulcini mi colleziona azioni da capogiro e goal in abbondanza ma ovviamente soffre nel non poter giocare nelle partite di campionato. E problema piu’ grave, che fa storcere il naso alla gente, e’ che questo bambino e’ mio figlio. come devo comportarmi? Scontato che i piu’ piccoli lamentano che se gioca con loro non toccano palla….. Secondo problema :ho un gruppo di pulcini (circa 14) tutti alle prime armi ,ho curato fin ora il controllo quindi la conduzione il tiro di collo o di piatto etc ma non riesco a inserire il passaggio al compagno ,il “far girar palla” quindi giocano molto individualmente. cosa devo fare?

  • Diego Franzoso ha detto:

    Salve Francesca, ti posso solo dare un mio consiglio, senza la presunzione che sia la strada migliore.
    Partendo dal presupposto che quest’anno la Federazione ne ha combinate delle “belle”, poichè si stan lamentando quasi TUTTI delle assurde regole che han fatto, veniamo al dunque.
    Se con quelli della sua età “DOMINA”, hai mai pensato di provare a farlo giocare dietro almeno 1 tempo? partendo da dietro dovrebbe avere qualche difficoltà in più a farsi tutto il campo e gli farei notare che ad un certo punto il pallone conviene passarlo. Bada bene però che un 2005 ha 7 anni e quindi è TOTALMENTE normale che un bambino faccia ancora fatica a rapportarsi in campo coi compagni.
    Per la seconda domanda, vale un po’ quanto detto sopra. La soluzione migliore, più che il passaggio inteso come gesto tecnico, io la troverei in tutti quei giochi dove l’aspetto collaborazionale è importante per portare a termine un obiettivo. Ho la fortuna di lavorare anche nella scuola primaria e t’assicuro che in quinta elementare, 2002 quindi, fan quasi tutti fatica a collaborare anche in forma minima. Quindi il “problema” (se vogliamo chiamarlo tale, in realtà non lo è vista l’età) non è il gesto tecnico (sicuramente è anche quello) ma il rapporto con la palla. Io e la palla prima di ME-IL COMPAGNO e la PALLA

  • roberto ha detto:

    Caro Diego ti faccio i complimenti per l’articolo,molto bello. Ti chiedo se mi puoi dare qualche esercitazione per il possesso palla relativo ai pulcini primo anno’ tenendo conto che ne ho 15 in totale di cui 4 sono 2005 anche tenendo conto che non sono tutti allo stesso livello chiaramente. Poi ti voglio chiedere quanto tempo durano le tue sedute di allenamento dato che le mie durano 2 ore e 15 minuti e vengono strutturate in maniera simile alle tue. Grazie e ciao

    • Diego Franzoso ha detto:

      Per quanto riguarda il possesso palla coi pulcini, io non lo utilizzo. Primo anno poi è veramente troppo presto, per un motivo soltanto…controllo-passaggio non sono assimilati e di conseguenza si farebbe troppa fatica. Io da quest’anno (coi 2002) ho iniziato con qualche semplice gioco di posizione, tipo 2v2+2 jolly, così evitiamo anche il problema del classico possesso palla in cui tutti si accaniscono sulla palla. Lo vedo fare ai giovanissimi, figuriamoci a dei pulcini.
      Per la durata degli allenamenti, sono sull’ora e 40 ma sono un po’ legato alle condizioni metereologiche e al dove mi alleno. quando mi alleno in palestra a volte ho solo 1 ora e mezza e quindi più di quello non posso fare. Dalla scorsa settimana siamo dovuti tornare al campo ma per ora, visto il freddo, non vado oltre l’ora e mezza. Poi dipende anche da altre variabili, come il numero di presenti per esempio. Se ne ho 5, non vado oltre l’ora e mezza. Ma principalmente dipende dalle condizioni meteo

  • roberto ha detto:

    Innanzi tutto ti ringrazio per avermi risposto subito, sei molto gentile. Poi, in verità’ ti confido che anche a me sembrava troppo presto per eseguire esercitazioni in possesso palla per dei pulcini primo anno, quindi grazie per avermi risolto questo dubbio. A mio avviso 1ora e 30 minuti sono pochi per proporre le varie esercitazioni dato che si tratta di bambini piccoli e quindi si perde molto tempo per bere, per spiegare e far vedere l’esercitazione e per riprendere quelli meno attenti. Un problema e’ anche il fatto che i bimbi di oggi fanno poca attività motoria e non giocano mai in strada a calcio come si faceva una volta quindi ti consiglio, tempo e spazio permettendo, di impegnarli di piu’ , anche perché loro hanno molte energie che recuperano molto più’ velocemente dei grandi. Se riesci fammi sapere come sei andato. Grazie. Ciao

  • Diego Franzoso ha detto:

    No ma guarda che quando riusciamo le facciamo sempre le 2 ore, solo che da dicembre riusciamo ad avere gli spazi solo per un’ora e mezza. So bene che 2 ore le reggono 😉 se poi si divertono ancora di più !

  • emanuele guida ha detto:

    Buongiorno Diego. Sono un istruttore di una scuola scuola nel napoletano. Essendomi affacciato da poco a questa realtà, avendo sempre giocato prima d’ora, vorrei avere qualche consiglio da te, visto che mi sono state affidate due squadre: categoria 2002 (12 ragazzi) e categoria 2003 (20 ragazzi divisi in 2 gruppi) il mio allenamento dura 1 ora e 30 minuti, e vorrei sapere da te qualche esercitazione per entrambe le categorie. grazie anticipatamente. saluti

  • Diego Franzoso ha detto:

    Tutte le esercitazioni che trovi qui sul blog, alla voce “Scuola Calcio”, vanno bene. Così come le “Es. Tecnico-motorie”
    Seguo anch’io i 2002 e tutte le esercitazioni che ci trovi sono state sviluppate con loro quest’anno e l’anno scorso, quindi pulcini al secondo e al terzo anno, come nel tuo caso

  • Franco Rossi ha detto:

    Caro Diego non mi trovo molto d’accordo sul lavoro di possesso palla con i pulcini. Io lo faccio e con risultati abbastanza soddisfacenti è chiaro che ad inizio anno valuto attraverso una mia personale valutazione il livello tecnico del gruppo che ho a disposizione. Devo dire che quest’anno ho un gruppo 2004 molto ricettivo ed al quale propongo spesso alcune tue esercitazioni e la risposta è sempre molto positiva ed i risultati si vedono sul campo così come il gruppo 2003 che ho la fortuna di guidare da quasi 4 anni. Io sono molto fortunato perchè lavoro con gruppi numerosi (2004 sono 19 e 2003 sono 20).

    Ciao e complimenti
    Franco

    • Diego Franzoso ha detto:

      Devo dire che anch’io quest’anno, 2002 e quindi ultimo anno, ho cominciato ad inserire, una volta a settimana, dei giochi di posizione o piccoli possessi palla. Purtroppo visto il numero ridotto di bambini che ho, 7, riesco a fare al massimo un 2v2 + 2 Jolly o 2v2v2 (raramente ci sono tutti e 7). Devo dire che si vedono ottimi miglioramenti e buoni risultati. Probabilmente, se avessi più allievi, “sparerei” un po’ più alto con le proposte.

  • Antonio ha detto:

    Per prima cosa complimenti per il sito assolutamente fantastico.Complimenti anche a Diego e ad eventuali collaboratori.
    Lo trovo estremamente importante per un allenatore alle prime armi come me.
    Complimenti anche a tutti quelli che commentano i vari articoli molto attenti alle varie problematiche e non solo dei bambini.
    Sarebbe molto interessante conoscere la metodologia annuale per categorie superiori es. giovanissimi.
    Ciao a tutti.

  • Alessandro ha detto:

    Ciao a tutti ! io alleno 2° anno pulcini ed é un esperienza bellissima come é bellissimo ed interessantissimo leggere i pareri di altri.
    Mi trovo d’ accordo sul discorso dell’ aggressivita’ nell’ affrontare la partita (nel senso dell’ intensita’ e dell’ attenzione) ed in piu’ io lavoro molto sulla velocita’ della giocata , cioé pochi tocchi rapidita’ nel rimettere in gioco la palla e pochi passaggi per andare in porta. Attenzione alle posizioni in campo e alle posture sia in fase di possesso che di non possesso. Il possesso palla é difficilissimo dato che nei piccoli vi é ancora un ego altissimo che li spinge ad andare in avanti cercando il goal piuttosto che cercare il giropalla , ma cmq si puo’ cercare di esercitarli proponendoglielo come opportunita’ per uscire da una situazione di difficolta ; tra l’ altro cosi facendo insegni l’ appaggio lo scarico il giro e contemporanemente l’ importanza della squadra corta. Chiaramente sono piccoli passi verso il calcio dei piu’ grandicelli. Ciao

  • Roberto Facchin ha detto:

    Ciao, condivido l’articolo, l’aggressività nel gioco è fondamentale, io comuqnue sono al primo anno di allenatore categoria esordienti,le mie difficoltà?
    1. bambini con poca mobilità e velocità in primis, almeno 4-5 su 13, questo comporta molta differenza negli esercizi a gruppi, tipo quadrati ecc ecc, questo infastidisce i più bravi che devono rallentare il ritmo per aspettare compagni meno bravi.
    2. litigi continui, soprattutto i marocchini (i + bravi) sono scatenati e durante l’allenamento sono sempre in cerca di rissa, da qui nasce il terzo problema
    3. ho pochi bambini per cui punire o mandare sotto la doccia qualcuno significa non avere numeri per fare gli esercizi o giochi successivi, su certe cose non transigo e piuttosto mando via il bambino e faccio giocare un allenatore (siamo in 2)
    4. sono molto svogliati, vogliono solo giocare la partitina e gli esercizi non ci mettono l’impegno dovuto, pur avendolo capito (sono molto intelligenti lo percepisco), ma vi dico che mi invento esercizi appositi perchè si divertano si sfidino.

    cmq sono sicuramente migliorati molto, ora farò il corso uefa b e prossimo anno giovanissimi, se avete dei consigli ne sarei felice, ciao

    • Diego Franzoso ha detto:

      Ciao Roberto, sul punto 1 ti rispondo che capisco bene il problema ma sappi che è un problema condiviso da molti. Persino nel professionismo hanno i bambini MOOOOLTO bravi e quelli bravi, figuriamoci noi che lavoriamo coi bravini e con quelli in “difficoltà”. Su questo ci sono 2 scuole di pensiero: mettere i meno bravi coi meno bravi e i bravi coi bravi, in modo che si allenino coi pari livello. Il punto negativo a questa soluzione è che i meno bravi, allenandosi coi meno bravi, non miglioreranno mai o faranno ancor più fatica rispetto al fatto di allenarsi coi bravi
      Sul punto 2, anche un altro collega mi riferisce di continui litigi nel suo gruppo, a me personalmente non è mai capitata questa situazione, ho sempre avuto la fortuna o sarò stato bravo io, a bloccare sul nascere qualsiasi dissapore. Sul punto 3, sul fatto di avere pochi bambini, come ti capisco….ho 7 2002 e si gioca in 7, ho fatto allenamenti anche in 4, quindi capisco bene le difficoltà che si possono avere.
      Sul punto 4, come già hai accennato tu, la competizione aiuta moltissimo ad invogliare i bambini. Io la inserisco sempre quando possibile, anche nei tiri in porta. Sul fatto della svogliatezza ti posso dire che è un problema che in molti addetti ai lavori stanno riscontrando. La situazione è a mio avviso figlia della situazione sociale che oggi viviamo, i ragazzi hanno TUTTO e il calcio per molti non è più una passione da coltivare. L’unico consiglio che ti posso dare è di stimolarli sempre con proposte nuove, divertenti ma che puntino chiaramente anche al miglioramento individuale e del collettivo

      • Roberto Facchin ha detto:

        Grazie Diego,

        voglio fare una correzione su quanto detto sopra , quando ho scritto dei ragazzi marocchini è stata solo una casualità (non vorrei essere frainteso da questioni razziali). Ho un gruppo multietnico, dai marocchini, agli italiani, dai croati ai rumeni e tranne qualche episodio di litigio tra bambini, noto con piacere che le loro discussioni non sono mai legate alle loro origini, ma più che altro da bambinate spesso futili e anche divertenti. Chiarito questo ti ringrazio per la risposta, un pò di sostegno morale ci vuole 🙂 Mi metto al lavoro per l’allenamento di domani ciao a tutti

  • Roberto ha detto:

    Ciao Diego, mi chiedevo …. ma easy-animation è pratico? me lo consigli? sto cercando di avere info ma non ho capito quanto costa, puoi aiutarmi?

    • Diego Franzoso ha detto:

      easy animation è molto pratico ed intuitivo. Manca però di alcune banalità come le frecce tratteggiate e i paletti,ma in qualche modo si rimedia alla mancanza.
      Non è però a buon mercato, l’ultima volta che l’ho visto costava 160 euro

  • roberto maninetti ha detto:

    sono stato incaricato di seguire i pulcini 2003 ma per me è la prima vera esperienza sono un po’ preoccupato perché non ho esperienza visto che è solo 2 anni che sono nel calcio giovanile tu mi potresti dare delle indicazioni sulla programmazione annuale di questa categoria grazie.

  • Diego Franzoso ha detto:

    La mia metodologia di lavoro è quella che leggi qui nell’articolo, anche se chiaramente ogni anno che passa, con l’esperienza, magari limo alcune cose.
    Per i mezzi d’allenamento puoi utilizzare tutte le esercitazioni che trovi nelle categorie SCUOLA CALCIO e ES. TECNICO-MOTORIE, in quanto sono tutte quelle che ho usato quest’anno e l’anno scorso coi 2002.
    Per altre domande sono a disposizione

  • Mirko BIANCHI ha detto:

    Ciao Diego,
    premetto che una volta iscrittomi al tuo blog su facebook seguo sempre con attenzione le tue proposte,ti chiedo, questa programmazione e’ valida anche per i pulcini secondo anno?quest anno dopo 2 anni con i pulcini terzo anno ,torno “indietro” e siccome come spesso succede nei settori giovanili dilettantistici non c’e’ una grande logica di progressione ,pur facendo tante ricerche e documentandomi su alcuni testi,volevo sapere se questa tua che e’ assai chiara puo’ essere da spunto .
    Grazie e complimenti

    • Diego Franzoso ha detto:

      Ciao Mirko,
      ti ringrazio intanto per i complimenti.
      Quando ho scritto questo articolo 1 anno fa, allenavo proprio i pulcini al secondo anno quindi potrei risponderti tranquillamente di si.
      Devo dire però che quest’anno avevo lo stesso gruppo ma chiaramente al terzo anno e ho modificato qualcosina. Nella messa in moto ho quasi sempre lavorato su un fondamentale tecnico o su un gioco semplificato come può essere un torneo 1v1 o 2v2 ecc ecc. Questo perchè avevo pochi bambini in rosa e un gioco popolare era impossibile da fare con 7 bambini. I giochi semplificati piacciono moltissimo ai bambini e te prova a pensare quante volte tocca la palla un bambino in un torneino di 1v1 o 2v2 in 15’….MOLTISSIME. E’ un po’ quella situazione che si verificava anni fa quando i ragazzi avevano più tempo e spazi per giocare in libertà con gli amici.
      Per il resto, ho cominciato ad inserire qualche sempplice gioco di posizione nella fase centrale ma ripeto che avevo i pulcini all’ultimo anno quindi bisogna capire se già al secondo il tuo gruppo può iniziare a far qualcosa. Nella fase applicativa ho invece lavorato tantissimo con l’uso degli appoggi (jolly) nelle situazioni di gioco semplici (1v1 + 1, 2v1 + 1, 2v2 +1, 3v1 +1). Li trovo efficacissimi e variavo costantemente le regole del gioco (l’appoggio gioca a 2 tocchi non può fare gol; può fare gol; può fare gol solo di prima; gioca solo di prima; obbligo di passaggio all’appoggio prima del gol; ecc..). Per il resto ho tenuto la stessa linea. Ho solo modificato qualcosina a causa del ridotto num. di ragazzi, per il fatto di essere al terzo anno (e quindi un anno in più)

  • Mirko BIANCHI ha detto:

    Grazie Diego anche per la celerita’ nella risposta,ti chiedevo lumi perche’ anchio quest anno avevo i pulcini terzo anno ma non volevo riprodurre esattamente il programma che ho utilizzato ma aggiornarmi e variare,nella fase iniziale ho puntato tanto sulla tecnica con palleggi singoli e anche a coppia per migliorare i vari tipi di controllo che magari con esercizi “singoli” sarebbero risultati noiosi,molto la coordinazione con la scaletta,accenni di possesso palla che nelle gare hanno dato ottimi risultati e qualche accenno di sviluppo dell azione dalla messa in gioco del portiere con uno dei due dif.per caratteristiche avevo impostato la squadra con un 2-3-1,ponendo attenzione gia con la costruzione del gioco sfruttando il CC sicuramente il prossimo anno riproporro’ qualche gioco iniziale a seconda del gruppo(che ovviamente non conosco ancora) ma come linee mi piace lavorare come sopra ,niente rinvii lunghi,niente palle a casaccio e fantasia libera negli ultimi metri.Grazie dei suggerimenti preziosi.

    • Diego Franzoso ha detto:

      Condivido e sottolineo soprattutto le ultime 2 righe, parole sante!! bisognerebbe che tutti gli istruttori facessero così..e invece NO, trovo ancora squadre che mentre noi siamo in attacco lasciano un bambino sul mio portiere e appena recuperano palla parte l’ordine dalla panchina…SPAAAAAAARAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!

  • mirko ha detto:

    Purtroppo e’cosi trovi istruttori che giocano costantemente sul rilancio del portiere ma dico i bimbi schierati dietro quando toccano mai la palla? E quante possibilita’c sono che chi gioca davanti in questa categoria riesca a controllare un pallone sparato? Mah…..la soddisfazione piu grande e’stata proprio che alcuni istruttori (rari) facessero i complimenti xche’i bimbi cercavano sempre di giocare la palla.

  • Giorgio Tomè ha detto:

    complimenti Diego x l’articolo, caro Mirko condivido pienamente, ne ho visti tanti anch’io…senza parlare di quello che poi dicono dietro ai bimbi quando sbagliano

  • Roberto ha detto:

    Ciao Diego,
    questo Tuo articolo lo avevo letto qualche mese e lo trovato interessante in molti punti. In questi giorni sono entrato a far parte della Società di calcio del mio paese dove mi è stato chiesto di diventare oltre che istruttore anche responsabile della Scuola Calcio. Data che per me quest’ultimo ruolo è nuovo vorrei alcuni consigli su come approcciarmi a questo incarico. Secondo Te sarebbe utile proporre dei test per verificare le capacità dei ragazzi e da lì programmare l’attività? In sede di riunioni tecniche con gli altri istruttori consegnere del materiale come gli articoli che stai proponendo sulle capacità coordinative possono risultare utili? Visionare le poposte di allenamento dei vari gruppi prima che queste vengano eseguite ed eventualmente discuterle con l’istruttore che le propone può migliore l’efficienza della Scuola. In ultimo proprio ieri mi è stata fatta la proposta di allenare i giovanissimi anno 2000 e di rinunciare al ruolo d’istruttore nella Scuola Calcio. Ad essere onesto la poprosta è stimolante ma dopo anni di lavoro con bambini più piccoli ho qualche dubbio su come prepare atleticamente la squadra su come organizzare la fase precampinato. Ti sarei grato se postessi fornimi dei consigli utili sia per il ruolo di responsabile tecnico della Scuola che di allenatore dei giovanissimi. Grazie un saluto Roberto

    • Diego Franzoso ha detto:

      Ciao Roberto, ti ringrazio intanto per il complimento.
      Quest’anno seguirò proprio la categoria giovanissimi, sperimentali, annata 2000. Il lavoro che svolgerò sarà quasi esclusivamente col pallone. Non vedo il senso di proporre lunghe corse a secco. Quest’anno ho seguito i giovanissimi sperimentali del calcio padova e se escludiamo lavori di rapidità e velocità, la resistenza veniva curata a secco una sola volta al mese e per non più di 4-5′ e t’assicuro che la squadra alla domenica viaggiava che era un piacere.
      In giro invece si vedono un sacco di preparazioni atletiche quasi esclusivamente a secco, il chè non mi trova per nulla favorevole. Anzi, sono proprio contrario.
      Lavorerò con le es. atletiche con la palla (quelle che trovi qui nel sito), cercando di dare sempre intensità soprattutto nei primi 2 allenamenti settimanali.
      E’ una categoria con qualche problematica, legata alla disomogeneità fisica che in tutte le squadre giovanissimi ritrovi..ma è anche una categoria bellissima per la voglia che hanno i ragazzi di FARE CALCIO e se sei bravo a farti seguire c’è da divertirsi.
      Per il ruolo di coordinatore della scuola calcio: un giorno mi piacerebbe farlo, credo che ci sia da togliersi delle soddisfazioni e che ci sia l’opportunità di cresere come gruppo di allenatori. Io partirei da degli obiettivi da dare ad ogni allenatore e questi obiettivi che siano CONDIVISIBILI da tutte le squadre. Parlo di arrivare al “risultato” (il risultato non è solo la vittoria dei 3 punti) solo attraverso al gioco e quindi avere tutte squadre che giocano sempre il pallone, parlo di rispetto per gli avversari, per il mister e per le strutture. Penso poi che sia bello vedere il lavoro di altri mister con la possibilità di confrontarsi con loro. Io non darei delle dispense, penso sia giusto che ogni mister scelga i mezzi con cui arrivare a degli obiettivi CONDIVISI, questo sì. Se i 2003 partono sempre da dietro a giocare palla e l’allenatore incita a tentare l’1v1, quello dei 2004 non può giocare a palla lunga e pedalare e urlare per tutta la partita “passala…passala”.
      Io la penso così

  • Roberto ha detto:

    Grazie per avermi risposto in modo così veloce. Quando parlo di dispense mi riferisco ad argomenti di tipo tecnico come ad esempio le ultime da Te proposte perché non mi vergogno a dirlo mi è capitato di andare a riguardare appunti o libri di quando o frequentato il corso e quindi ho pensato potessero essere utili per poi passare alla programmazione della stagione credo come Te che ogni istruttore debba essere libero di scegliere la propria seduta di allenamento. Ho dato per scontato che dal punto di vista comportamentale ci debbano essere delle regole. Sui test non mi hai risposto. Per quanto riguarda i giovanissimi solo d’accordo con Te sulla bellezza e sulla difficoltà di questa categoria, nella preparazione prevedi nei primi giorni una corsa di fondo per fare fiato inizi con esercitazioni come quelle da Te ultimamente pubblicate. Roberto

    • Diego Franzoso ha detto:

      Su Ideacalcio trovi oltre 400 esercitazioni al momento, quindi se vuoi consegnare una dispensa ai tuoi colleghi/mister a me fa solo che piacere. Capisco che è per dare un imput, delle idee. Magari scegli quelle che più ti piacciono o che credi che siano FONDAMENTALI nel bagaglio di ogni tecnico. Anche questa è condivisione.
      Per quanto riguarda i test: con la scuola (lavoro con dei progetti nella scuola elementare) ho svolto dei test di velocità nelle varie classi e credo possano essere utili, magari a distanza di 1 anno o più, per capire se ci sono stati miglioramenti o incrementi. Mi è capitato di assistere a dei peggioramenti o miglioramenti significativi a distanza di 2 anni ma non ho mai avuto dei tempi sottomano per quantificare questi miglioramenti.. quindi ritengo sia utile un test di questo genere.. a patto che siano ripetuti.
      Altri fattori che da quest’anno terrò sotto controllo sono peso e altezza, misurabli ad inizio, metà e fine anno.
      Per quel che riguarda i giovanissimi, NO, nessuna corsa a secco. Forse farò qualche lavoro di variazione di velocità, ma non oltre i 5′ e non nel primo periodo. Per le prime settimane ho bisogno di conoscere il gruppo qualitativamente e quindi farò molta tecnica. Per lavorare dal punto di vista organico lavorerò con dei possessi palla ad alta intensità, che mi permetteranno di valutare anche le loro competenze tecnico-tattiche

  • Roberto ha detto:

    Grazie Diego, seguirò il Tuo consiglio poca corsa a secco valuterò con gli altri istruttori se fare dei test. Tenere sotto controllo altezza e peso è una cosa che faccio da da qualche anno e la difficoltà che ho quasi sempre avuto è stata quella di far capire ai genitori che avevano un figlio in sovrappeso. Un saluto Roberto

  • danilo ha detto:

    Mi congratulo per tutto, l’unica cosa che non condivido è il fatto che parli di selezione di bambini.. nn ha senso questa cosa

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Hai mai avuto la fortuna di lavorare con ragazzi selezionati? ho solo detto che è una grande fortuna. i ragazzi/ragazzini apprendono a velocità superiore e quindi l’allenatore a mio avviso può viaggiare a velocità doppia o tripla nelle sue richieste.

      Quest’anno sono entrato in una società semiprofessionistica. In un mese ho fatto cose, coi 2000, che l’anno scorso con una juniores provinciale ho fatto in 1 anno. Lavoro anche coi 2006 e ho tratto altre conclusioni. Ma per questo ti invito a leggere l’articolo in merito 😉

    • Danilo ha detto:

      Non ho avuto la “fortuna” di lavorare con ragazzi selezionati,sicuramente sarebbe un grosso vantaggio.. Ma i bambini/ragazzini vanno educati e resi protagonisti del lavoro svolto,discorso differente se si parla di esordienti o juniores!

      • DiegoFranzoso ha detto:

        per il fatto che debbano essere educati certo, possono farlo in qualsiasi contesto che sia sereno. Sul fatto che debbano essere partecipi del lavoro svolto, condivido e non capisco perchè non dovrebbero esserlo in questo modo. Non è che vengono “ghetizzati”, vengono messi a mio avviso nelle migliori condizioni per imparare. Avranno la possibilità di confrontarsi con compagni di pari livello e non contro bambini che non fermeranno mai in un duello di 1v1.
        Bisogna anche essere onesti e capire che se un bambino fatica a correre a 7-8 anni (di sti tempi ce ne sono molti), come fa a contrastare bambinI (uso il plurale perchè quando lavori con società semi-professionistiche ne hai molti) che ti puntano e ti saltano con una “forbice” ?? d’altrocanto, se non riescono a correre bene, come possiamo pensare di chiedergli un dribbling?
        io capisco che a qualcuno questa idea può non piacere, ma a mio modo di vedere, è solo con l’omogeneità che si riesce a lavorare a dovere. Non è che gli si dice “no, tu non vai bene vai a casa”. Si tratta solo di formare gruppi di lavoro omogenei

  • Emanuele Berni ha detto:

    ciao Diego, complimenti per l’articolo. Ho una domanda piuttosto banale da porti ma riguarda un aspetto che, rispetto ad altri, fatico a far capire ai miei bambini: come faccio ad insegnarli a temporeggiare?? a non uscire a bomba sul portatore di palla? Inoltre noi del Bedonia calcio svogliamo solo due sedute di allenamento a settimana, so che sono poche però i genitori erano contrari a farne di più. Per cui ti chiedo per quelle 3-4 ore che li vedo durante la settimana, che esercizi è più conveniente svolgere?? A quali devo dare la priorità rispetto ad altri??

    PS: alleno una squadra di pulcini giochiamo a 7 l’annata è 2003

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Ciao Emanuele, siamo in molti a lavorare con 2 allenamenti, pochi han la fortuna delle 3 sedute.

      Io per il temporeggiare avevo utilizzato una parola chiave, “TEMPO”. Il ragazzino sapeva che quando chiamavo TEMPO, voleva dire che non doveva uscirci, bensì accorciare e fare “scudo”, aspettando il ritorno dei compagni. Puoi quindi inserire una parola chiave all’interno di un’esercitazione situazionale. Penso per esempio ad un 2v1 + 1 difensore in ripiegamento (arrivando quindi al 2v2).

      Per gli obiettivi, essendo all’ultimo anno (la squadra che ho poi seguito l’anno scorso), io lavoravo ancora molto sul singolo, quindi tecnica di base, sopratutto calciare, ricevere, guida della palla. Curando la tecnica applicata, quindi tiro, dribbling e smarcamento. Per quanto riguarda il collettivo, apprese le posizioni in campo (seguivo il gruppo da 2 anni e mezzo), da metà anno ho cominciato ad inserire qualche semplice gioco di posizione e dei mini-possessi palla, sempre finalizzati all’attacco della porta o comunque ad una verticalizzazione.

      In generale, si cura quasi esclusivamente la fase di possesso, con qualche accenno a quella di non possesso. Il lavoro sulla tecnica individuale è ancora molto importante, così come il lavoro coordinativo (sempre presente in ogni seduta). Da metà anno, se vedi che il gruppo è già a buon punto, puoi cominciare a lavorare sul mantenimento del possesso

  • Andrea Paragnani ha detto:

    Ciao Diego. Numericamente, quanti esercizi proponi in una sefuta di allenamento? E quanto tempo impieghi più o meno per ogni esercizio? Grazie. Ciao

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Ciao Andrea,
      propongo una fase iniziale, una coordinativa-tecnica dove spesso ho inserito il situazionale 1v1, una fase centrale in cui curo un obiettivo tecnico, una fase situazionale dove va inserito l’obiettivo tecnico della seduta e la partitella finale.
      La durata: dipende dal coinvolgimento dei ragazzi. Di norma parliamo di 10′ per le esercitazioni puramente analitiche (che ormai utilizzo pochissimo; la tecnica, anche se analitica, mi piace proporla in maniera abbastanza dinamica), ai 15′ delle situazionali. Le prime 2 possono durare anch’esse 10-15′, ma ripeto, la durata te la da il coinvolgimento dei ragazzi. L’anno scorso ricordo ancora che proposi un’esercitazione per allenare rimessa laterale e tiro in porta a squadre. Doveva durare 12’…durò 25′ e solo perchè ad un certo punto dissi “ragazzi, dobbiamo anche fare dell’altro”

  • Enzo ha detto:

    Buongiorno Andrea. Approfitto della sua competenza per farle una domanda. Fino a che punto è giusto che un bambino di 8 anni venga sistematicamente fatto giocare in partita solo un tempo perchè ritenuto (giustamente) con caratteristiche tecniche inferiori rispetto al gruppo? Sto parlando di mio figlio che gioca attualmente in una squadra (categoria pulcini 2005) dove l’allenatore punta soprattutto alla vittoria quasi ad ogni costo. Mi rendo conto benissimo delle capacità del bambino, ma mi accorgo che viene comunque “sopportato” mentre altri vengono coccolati e incoraggiati. Cosa dovrei fare? Grazie.

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Se parliamo di regole federali, c’è l’obbligo di giocare almeno 1 tempo fin alla categoria esordienti. se invece parliamo di etica, le indicazioni sono quelle che nei primi 2 tempi giocano tutti, nel terzo dovrebbe esistere un po’ più di “meritocrazia” e allora magari il più bravino giocherà 10 e il meno bravo 5. Io coi piccoli amici spingo molto per giocare sempre 4 tempi, in modo da far giocare sempre tutti almeno 2 tempi. la ricerca della vittoria, con bambini del 2005, è pura follia. a tutti piace vincere, ma non deve essere senz’altro questo l’obiettivo. tra l’altro non cè neppure classifica e quindi non ha proprio senso. non viene messa la classifica di proposito, per far sì che tutti i bambini possano giocare senza pressioni e invece qualche mister non l’ha ancora capito. al bambino questa situazione pesa? hai provato a parlarci per sentire se effettivamente prova un certo malcontento?

      p.s. mi chiamo diego, non andrea 😉

      • Enzo ha detto:

        Grazie per la cortese risposta e scusa per lo scambio di nomi, ma l’età comincia a farsi sentire. Sicuramente la cosa gli pesa parecchio, soprattutto il fatto di sentirsi in qualche modo emarginato, di non sentirsi uguale agli altri. E’ soprattutto il comportamento distaccato e indifferente del mister nei confronti del bambino a infastidirmi. La squadra, comunque, è molto “individualista”, nessun abbraccio in caso di gol, ognuno pensa a fare meglio degli altri. Tra l’altro, nei pochi minuti che gli viene concesso di giocare, i palloni gli arrivano solo “per rimbalzo” e mai su passaggio (gioca come punta). Le classifiche, anche se ufficiose, nel mio caso esistono eccome, messe in bella mostra sul sito.
        Ciao e grazie ancora.

        • DiegoFranzoso ha detto:

          Classifiche di 2005 messe in bella mostra sul sito della società??????????????? ma scherziamo spero..cambia società e portalo da un’altra parte. quando leggo ste cose mi fa ricordare di quanto indietro siamo in italia, come cultura sportiva

          • Enzo ha detto:

            Buongiorno Diego.
            Sto valutando effettivamente la possibilità di cambiare società. Mi sorge un piccolo dubbio: devo aspettare la fine dell’annata calcistica o posso anticipare il tutto quando voglio? Ricordo che comunque mio figlio è regolarmente tesserato.
            Grazie in anticipo per la cortese risposta.
            Saluti.

          • DiegoFranzoso ha detto:

            a dicembre aprono gli svincoli (mi sembra il 2 dicembre). Devi chiederlo in società

  • be2 ha detto:

    buongiorno, mi unisco ai complimenti di tutti
    da pochi giorni mi è stato chiesto di allenare una squadra di pulcini, cosa che non facevo da molto e molto tempo (ho allenato anni fa bambini del ’74 e addirittura del ’67…), quindi puoi immaginare il mio stupore nel vedere tutti i cambiamenti ci sono stati in un campo di calcio.
    approfitto comunque per fare una domanda. a tuo parere con bambini di quale età dobbiamo cominciare ad insegnare i ruoli in campo, o meglio stabilire (o lasciar scegliere) in che ruolo giocare, ma poi mantenere quello per tutta una partitella?

    • DiegoFranzoso ha detto:

      La ringrazio per i complimenti e complimenti per la sua nuova avventura intanto.
      Io direi che fin nei pulcini è giusto “accontentare” un po’ tutti. Mi spiego meglio. E’ chiaro che ogni bambino avrà un’iniziale predisposizione che lo porta a svolgere al meglio ruoli più offensivi o difensivi. Questo l’allenatore lo sa, il bambino molte volte no. Ecco allora che magari sarà giusto fargli giocare buona parte della partita dove noi (mister) crediamo sia giusto e una piccola parte dove piacerebbe a lui. Per tutta la categoria Pulcini questo a mio avviso non è un problema. Dagli esordienti in poi, se è chiaro che il ragazzo è molto portato per un ruolo di difesa e ci chiede di giocare in attacco, io gli farei capire l’importanza che ha per la squadra il suo ruolo e magari in alcune partite, le meno combattute, cercherei ancora di accontentarlo.
      Le racconto anche un piccolo anedoto. Qualche anno fa (ormai 5-6 mi sa) ero alla Spal come secondo allenatore, seguivo gli esordienti. Avevano un difensore centrale, capitano, davvero forte, con una personalità straripante. Durante l’anno chiedeva al mister di provare a fare il portiere ma il mister non era molto favorevole. Verso Maggio gli diede la possibilità di allenarsi coi portieri..la storia racconta che l’anno dopo fu il portiere titolare di quella squadra, l’anno dopo fu acquistato dalla fiorentina e da qualche anno è il portiere del Manchester United. sto parlando di pierluigi gollini

  • Daniele Magnani ha detto:

    Ciao Diego, ottimo articolo ed abbastanza chiaro. Ne approfitto per farti una domanda divisa in due parti: Come valuti a fine anno nella categoria Pulcini se gli obbiettivi sono stati raggiunti, con prove sul campo o con la tua esperienza? e poi se a te ad inizio anno fosse affidata una categoria esordienti 1°anno come valuteresti, non conoscendoli, il loro livello?

    • DiegoFranzoso ha detto:

      A fine anno conta di più l’occhio esperto del tecnico secondo me. Un test è vero che ti da un indicazione più precisa (come può essere un test per il palleggio fatto ad inizio e a fine anno o come un test sulla guida della palla ecc), però credo che non sia difficile valutare la crescita anche senza proporre questo tipo di test, che a volte risultano poco pratici e che devono essere standardizzati ricordo. Per quanto riguarda gli esordienti, semplice, proporrei una serie di esercitazioni tecniche e situazionali per valutare il loro livello tecnico sui 5 principali gesti tecnici e sulle situazioni di gioco semplici, dall’1v1 al 3v3 soprattutto.

  • Stefania Torre ha detto:

    Buonasera Mister, mi chiamo Manuel e sono di Ancona, dopo aver letto molti suoi articoli, trovandoli molto interessanti sotto vari profili, volevo una sua cconsiderazione. Senza dilungarmi troppo arrivo al punto. Ho un figlio di 10 anni che gioca nella categoria pulcini 2003, l’ allenatore schiera sempre gli stessi ragazzini nel primo tempo di ogni partita, altri ragazzini nel secondo tempo e poi effettua cambi volanti nel terzo come da regolamento FIGC, secondo me i ragazzini dovrebbero essere mischiati di partita in partita, lei cosa ne dice? Un saluto Manuel

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Salve,
      sono d’accordo. Alleno anche il calcio a 5 e soprattutto grazie a questo mi sono accorto che è fondamentale “mischiare un po’ le carte” per abituare i giocatori a giocare un po’ con tutti e prendere confidenza con tutti i compagni. Ogni compagno ha le sue caratteristiche

  • antonio ha detto:

    Salve Mister, sono il papà di un bambino che gioca nella categoria pulcini anno 2004, da circa 4 anni che fà scuola calcio.
    Volevo chiedergli visto che io non capisco tanto di calcio e regolamenti, come vengono gestiti i ruoli dei bambini e sè già adesso gli si può attribuire un ruolo fisso oppure dare la possibilità a tutti e fare la turnazione dei ruoli,le chiedo questo perchè mio figlio da circa due anni copre un ruolo di difensore centrale, parlando con il mister che lo allena mi dice che è bravo anche come centrocampista cioè davanti alla difesa o anche come esterno perchè ha una buona tecnica e visione di gioco ma fin quando non troviamo un sostituto non potrà cambiare ruolo. Il bambino si incomincia a scocciare,ultimamente e capitato che non è voluto andare a giocare qualche partita di campionato mi dice che non si diverte, perchè avrebbe voglia di giocare ogni tanto più avanti ma non gli viene data la possibilità, gli chiedo un consiglio come comportarmi con il mister o con la siocietà e sè mio figlio viene penalizzato restando sempre in quella posizione di difensore centrale.
    La saluto e la ringrazio anticipatamente.

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Sale Antonio,
      la specificità dei ruoli comincia verso la categoria Giovanissimi, non prima. Prima è importante che i bambini possano esprimersi in più zone del campo. certo, per attitudini ci sarà chi sarà più portato a ruoli difensivi piuttosto che offensivi ma bisogna cercare di assecondare il bambino.
      premetto che capisco anche la scelta del mister, o meglio, la posso intuire.
      Probabilmente suo figlio è quello che gli da più garanzie come difensore centrale e quindi affida a lui questo ruolo.
      fossi in lei parlerei al mister del mancontento del bambino, perchè se arriva al punto di non voler andare alle partite significa che la situazione è piuttosto complicata e va aggiustata il prima possibile.
      magari il mister potrebbe pensare di farlo giocare in difesa per 2 tempi e magari il terzo tempo farlo giocare dove preferisce il bambino; oppure, se gioca 2 tempi, fare 1 tempo in difesa e 1 tempo dove il bambino si DIVERTE. Insomma, trovare un compromesso tra il bene della squadra e la felicità del bambino.. fermo restando che la seconda dovrebbe essere sempre al PRIMO POSTO. Se in difesa non si diverte, è inutile proseguire su questa strada

      • antonio ha detto:

        Grazie Mister per la sua celere risposta,
        seguirò il suo consiglio, parlerò innanzitutto con il Mister
        e vedremo se si riescie a trovare un giusto compromesso.
        Grazie ancora Mister le farò sapere in seguito l’esito come è andato. La saluto
        Antonio

        —-Messaggio originale—-
        Da: notifications@disqus.net
        Data: 27-mag-2014 13.33
        A:
        Ogg: Re: New comment posted on “ La mia Metodologia di Lavoro con la Categoria Pulcini” di Franzoso Diego

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        DiegoFranzoso
        Sale Antonio,
        la specificità dei ruoli comincia verso la categoria Giovanissimi, non prima. Prima è importante che i bambini possano esprimersi in più zone del campo. certo, per attitudini ci sarà chi sarà più portato a ruoli difensivi piuttosto che offensivi ma bisogna cercare di assecondare il bambino. premetto che capisco anche la scelta del mister, o meglio, la posso intuire. Probabilmente suo figlio è quello che gli da più garanzie come difensore centrale e quindi affida a lui questo ruolo. fossi in lei parlerei al mister del mancontento del bambino, perchè se arriva al punto di non voler andare alle partite significa che la situazione è piuttosto complicata e va aggiustata il prima possibile. magari il mister potrebbe pensare di farlo g iocare in difesa per 2 tempi e magari il terzo tempo farlo giocare dove preferisce il bambino; oppure, se gioca 2 tempi, fare 1 tempo in difesa e 1 tempo dove il bambino si DIVERTE. Insomma, trovare un compromesso tra il bene della squadra e la felicità del bambino.. fermo restando che la seconda dovrebbe essere sempre al PRIMO POSTO. Se in difesa non si diverte, è inutile proseguire su questa strada 7:33 a.m., Tuesday May 27

        Reply to DiegoFranzoso

        DiegoFranzoso’s comment is in reply to antonio:

        Salve Mister, sono il papà di un bambino che gioca nella categoria pulcini anno 2004, da circa 4 anni che fà scuola calcio. Volevo chiedergli …
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  • DiegoFranzoso ha detto:

    Premesso che bisognerebbe vedere che tipo di attività svolgono durante la seduta e che la teoria praticamente non esiste in questa fascia d’età, non è normale che a 9 anni i bambini non sappiano stare in campo e che vadano ancora tutti sul pallone.
    Certo, se ne vedono di squadre così ma a mio avviso è un aspetto che andava già curato almeno nell’annata precedente

  • Roby ha detto:

    ciao diego,alleno i pulcini primo anno 2006…ho dato un occhiata ai vari link per gli esercizi che proponi….ma non ho trovato nulla che ha a che fare con le rimesse laterali…me ne puoi suggerire uno?
    grazie
    ps.secondo te è meglio farli giocare col “rombo” o col “quadrato”?

  • Raffaele Giannoccoli ha detto:

    Buongiorno Diego,

    Innanzitutto complimenti per il lavoro che svolgi.
    Volevo chiederti alcune cose.
    Ho 21 anni ed é il primo anno che mi trovo a gestire un gruppo di bambini pulcini 2004.
    Mi sono trovato a creare molte cose mie e quando ho letto di questo tuo post , mi sono trovato in totale accordo di come gestisco anche io un allenamento.

    Il mio gruppo é quello dei “meno pronti”.
    Bambini di 10 anni scoordinati al massimo, che mancano della piu totale delle basi calcistiche, non riescono a stare neanche bene in campo, tutti i contro la palla.
    Tutto frutto di pessime gestioni che ci sono state negli anni precedenti da qualcuno.
    Secondo te come potrei risolvere queste situazioni a bambini di 10 anni?

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Ciao Raffaele.
      La ricetta è solo una, PAZIENZA, molta pazienza.
      Hai detto bene, sono stati fatti errori nelle gestioni passate e quindi è impensabile rimediare a tutto in breve tempo. Servirà tempo per intervenire dal punto di vista coordinativo (non dimenticando che dopo i 12 anni diventa più complicato l’apprendimento delle capacità coordinative e degli schemi motori di base e quindi urge un intervento immediato se sono così carenti).
      E ricordando che le abilità tecniche si costruiscono sulle capacità coordinative, quindi tutti i problemi di natura tecnica sono spesso da associare ad una mancanza di coordinazione. Paradossalmente, un bambino che ha fatto karate per diversi anni e che arriva a calcio attorno ai 10, potrebbe acquisire le abilità tecniche molto più velocemente di quei bambini, scoordinati, che giocano a calcio da diversi anni.

      • Raffaele Giannoccoli ha detto:

        Quindi tu mi consigli di allenare molto la parte coordinativa?
        Ad esempio, come hai scritto bel tuo post, svolgendo esercitazioni tecnico-coordinative?
        Ed allo stesso modo, in uno stesso allenamento, posso inserire anche esercizi specifici per allenare solo la parte della tecnica di base?

  • ale ha detto:

    ciao a tutti! i ragazzi si possono far correre i pulcini senza palla? esiste un regolamento? se si potete dirmi dove si trova? Grazie per collaboriorazione

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Ciao,
      un regolamento per cosa? Per la corsa a secco nei Pulcini?
      Esiste la guida del settore tecnico della FIGC ma esiste anche il buon senso !!

      Perchè dei Pulcini dovrebbero correre a secco? Con quale scopo? Migliorare la resistenza?

      Io ho affrontato e sto affrontando due campionati di giovanissimi sperimentali e regionali e ho lavorato esclusivamente con la palla.
      Quindi ritengo che chi fa lavorare i bambini a secco, faccia delle autentiche cavolate !!! Benefici nessuno, danni, MOLTI !!

  • Mauro Tagliaferri ha detto:

    Ciao Diego sono Mauro. Innanzitutto complimenti x il tuo lavoro, e ti ringrazio anticipatamente per la tua cortese attenzione. Alleno, in collaborazione con un altro istruttore, una squadra di pulcini 2006, e vorrei chiederti un consiglio su come gestire il nostro gruppo, nel senso che avendo una “rosa”di 16 bimbi, per permettergli di giocare di più, abbiamo deciso di formare due squadre, una inserita in un girone e l’altra in un altro della fase autunnale, pur mantenendo comunque un gruppo unito negli allenamenti .Premetto che il nostro non è un gruppo molto omogeneo, ma circa la metà dei bimbi, probabilmente anche perché avendo iniziato l’attività uno o due anni prima, e’ più avanti e l’altra metà è meno pronta. All’inizio della stagione, la società ci ha “consigliato” di non formare due squadre ben delineate, ma di mischiare di partita in partita i bimbi dei due gruppi. Per dirti la verità, io non sono molto d’accordo con questa scelta perché secondo me ,x la crescita (e non per i risultati delle gare, perché di quelli ne io ne tanto meno la società diamo importanza) sia dei bimbi più pronti che di quelli meno, dovrebbero giocare per gruppi omogenei. Vorrei chiederti però un tuo parere per la suddivisione delle due “mini squadre” per la fase primaverile perché sicuramente hai molta più esperienza di me ed io ho tantissimo da imparare. Spero di essere stato chiaro nell’esposizione della mia domanda, e ti ringrazio ancora moltissimo. Ciao Mauro

  • Mauro Tagliaferri ha detto:

    Ciao Diego sono Mauro. Innanzitutto complimenti x il tuo lavoro, e ti ringrazio anticipatamente per la tua cortese attenzione. Alleno, in collaborazione con un altro istruttore, una squadra di pulcini 2006, e vorrei chiederti un consiglio su come gestire il nostro gruppo, nel senso che avendo una “rosa”di 16 bimbi, per permettergli di giocare di più, abbiamo deciso di formare due squadre, una inserita in un girone e l’altra in un altro della fase autunnale, pur mantenendo comunque un gruppo unito negli allenamenti .Premetto che il nostro non è un gruppo molto omogeneo, ma circa la metà dei bimbi, probabilmente anche perché avendo iniziato l’attività uno o due anni prima, e’ più avanti e l’altra metà è meno pronta. All’inizio della stagione, la società ci ha “consigliato” di non formare due squadre ben delineate, ma di mischiare di partita in partita i bimbi dei due gruppi. Per dirti la verità, io non sono molto d’accordo con questa scelta perché secondo me ,x la crescita (e non per i risultati delle gare, perché di quelli ne io ne tanto meno la società diamo importanza) sia dei bimbi più pronti che di quelli meno, dovrebbero giocare per gruppi omogenei. Vorrei chiederti però un tuo parere per la suddivisione delle due “mini squadre” per la fase primaverile perché sicuramente hai molta più esperienza di me ed io ho tantissimo da imparare. Spero di essere stato chiaro nell’esposizione della mia domanda, e ti ringrazio ancora moltissimo. Ciao Mauro

    • DiegoFranzoso ha detto:

      Ciao Mauro,
      sei stato chiarissimo e ti ringrazio per il complimenti.
      Qui da noi abbiamo vissuto una situazione analoga ma con numeri maggiori.
      30 bambini tra 2006-2007. Abbiamo formato due gruppi omogenei ed è stato un successo.

      Io dall’anno scorso sto seguendo i 2006-07 più pronti e i miglioramenti sono stati enormi. Al tempo stesso i bambini del secondo gruppo stanno crescendo con pazienza e seguendo il loro naturale sviluppo.

      Guarda quì, avevo scritto anche un articolo

      https://www.ideacalcio.net/primi-calci/la-mia-metodologia-di-lavoro-con-la-categoria-piccoli-amici-seconda-parte.html

      • Mauro Tagliaferri ha detto:

        Grazie mille Diego, mi sei stato di grande aiuto con la tua risposta ed il tuo articolo, e ne farò sicuramente tesoro. Se non è un problema in futuro ti contettero ‘ di nuovo per qualche prezioso consiglio. Grazie mille, ciao Mauro

  • fausto ha detto:

    Ciao visto che sto seguendo molto il tuo modo di allenare volevo avere delle nuove idee su come lavorare sui pulcini 2 anno sulla rapidita’ ti spiego ho un difensore bravo tecnicamente ottimo fisico ma lento nel girarsi e nei recuperi grazie

  • eugenio provenzano ha detto:

    carissimo, seppur non ci conosciamo di persona, ti porgo i miei complimenti per l’articolo che ritengo essere esaustivo per la categoria pulcini.
    Il passaggio dal metodo Coerver alla coordinazione attraverso la tecnica nonché l’insegnamento e la conoscenza delle situazioni di gioco dall’1>1 al 4>4 con superiorità ed inferiorità numerica, rappresentano di certo la metodologia d’insegnamento migliore per far sì che il giovane calciatore possa passare alla categoria successiva con un ottimo bagaglio di conoscenze calcistiche.
    Devo inoltre comunicarti che ho sperimentato in toto il linguaggio che tu suggerisci per i bambini, ho inserito altri termini che al momento mi consentono anche durante le gare di gestire il gruppo con facilità, con l’obiettivo che quanto prima siano i giovani calciatori ad utilizzare un linguaggio comune sul terreno di gioco.
    eugenio provenzano

  • Fabio Zanoncelli ha detto:

    Ciao!
    Io sto provando, e ottenendo risultati, con una metodologia leggermente diversa che prevede le fasi che tu chiami “apprendimento tecnico” e “applicativa” invertite.
    Cioè prima un esercizio situazionale, che può essere una situazione di gioco piuttosto che una partita a tema o altro, e poi un esercizio tecnico per migliorare i gesti che permettono di svolgere la situazione precedente in modo migliore. Alla fine partitella libera, per cercare di mettere in pratica in una situazione il più reale possibile quello che si è fatto.
    Negli spogliatoi cerco di fissare i concetti facendo domande ai ragazzi perché arrivino da soli a capire gli obiettivi dell’ allenamento svolto.
    Secondo me il gesto tecnico fine a se stesso rimane meno, se invece il ragazzo sa già dove potrebbe essergli utile lo ricorderà meglio.
    Cosa ne pensi?

  • Mirko ha detto:

    Salve Mister complimenti per l’articolo molto interessante.
    Sono dirigente di un under 14 regionale e vorrei sapere il suo parere riguardo l’usanza che alcune società adottano di cambiare allenatori ogni 2 anni.
    Sia nelle scuole calcio che nell’agonistica .
    Grazie, apprezzerei un suo parere

    • Diego Franzoso ha detto:

      Buongiorno Mirko, per me è giusto cambiare dopo al massimo 2 anni.
      Capisco che ci si affezioni ai ragazzi (da parte del mister) e al mister (da parte dei ragazzi) ma come dicono tanti responsabili: 1 anno è troppo poco e 2 son già tanti.
      Dopo 2 anni si crea un legame di confidenza che non tutti sanno gestire correttamente e poi i ragazzi han bisogno anche di ricevere da altri mister (sperando sempre di andare in meglio o quanto meno in pari)

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