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L'Angolo del Preparatore

“L’Angolo del Preparatore”: La Propriocettività, di Mattia Tessarin

15 Novembre 2019

“L’Angolo del Preparatore”: La Propriocettività

Col termine propriocettività indichiamo l’informazione che i recettori articolari trasmettono al sistema nervoso sul senso di movimento e di posizione del nostro corpo. Un possibile deficit propriocettivo porta a una riduzione del controllo neuromuscolare, che, se associato all’instabilità dovuta ad una lesione, determina un’instabilità funzionale che è la causa principale di eventuali recidive.

La propriocettività è una qualità indispensabile per praticare lo sport ma anche nella vita di tutti i giorni. L’uomo se non disponesse di questa capacità non sarebbe nemmeno in grado di compiere correttamente i movimenti più elementari, come camminare, afferrare qualcosa con la mano, spingere, ecc.

Questa qualità prende origine da particolari strutture sensoriali dette propriocettori. Esse sono terminazioni nervose poste nei muscoli, nei tendini e nelle capsule articolari, che generano impulsi trasmessi al midollo spinale. Queste terminazioni vengono definite recettori e sono posizionati in zone specifiche, a seconda della funzione che rivestono:

  • Fuso neuromuscolare, misura la variazione di lunghezza di un muscolo nel tempo;
  • Sensore capsula articolare; consente di percepire lo spostamento di uno o più segmenti ossei rispetto ad un altro;
  • Organo tendineo del Golgi, è posto in corrispondenza della giunzione muscolo tendinea ed è sensibile alle variazioni di tensione;
  • Recettori vestibolari, situati nell’orecchio interno;
  • Corpuscolo di Ruffini, presente a livello cutaneo e sensibile a stimoli pressori e tattili;
  • Corpuscolo di Pacini, presente a livello cutaneo e sensibile alle vibrazioni.

L’allenamento propriocettivo è stato per molto tempo utilizzato solamente in ambito riabilitativo, salvo poi essere abbandonato una volta che il nostro atleta riprendeva l’attività con la squadra. Successivamente si è notato però che le esercitazioni propriocettive hanno un ruolo preventivo non solo sulle recidive, ma anche sulle strutture sane.

Un allenamento propriocettivo permette una risposta migliore e anticipata alle “perturbazioni” di qualsiasi origine come: le finte dell’avversario, il cambio di traiettoria del pallone, improvvisi cambi di direzione ma anche un terreno irregolare.

Durante la programmazione del piano di allenamento propriocettivo è fondamentale ricordare che la condizione di equilibrio non è un qualcosa di statico, che una volta acquisita si riesce a mantenere per sempre, ma deve essere sempre stimolata al miglioramento, utilizzando sempre perturbazioni esterne per il riassetto de nostro corpo. Solo in queste condizione la qualità propriocettiva può essere allenata al meglio.

Gli esercizi di propriocettività possono essere eseguiti sia con il piede in appoggio al suolo o con l’utilizzo di attrezzi come tavolette, cuscini, bosu, appoggi di spugna di varia misura, ecc.

Personalmente, consiglio ai giocatori che hanno incontrato nella propria carriera vari infortuni, come distorsioni alla caviglia, ginocchio ecc., di continuare a lavorare in modo costruttivo, variando stimoli ed esercizi in maniera costante sulla componente propriocettiva inserendola nel programma di allenamento proprio nella fase di attivazione personale svolta in palestra.

Sul campo preferisco invece lavorare su tutte quelle attivazioni coordinative tecniche che mettono il nostro atleta in condizioni di instabilità creata dal compagno per mezzo di attrezzature, quali ad esempio fitball, elastici, spalla contro spalla in bipodalico e monopodalico, ricreando sempre movimenti ripetuti in gara.

In questo modo riusciamo a stimolare la propriocezione del singolo e migliorarne la stabilità.

 

Credit Immagine: https://www.palestralife.it

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