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Primi Calci e Piccoli Amici

Obiettivi generali e specifici. Seduta allenamento per la categoria Piccoli Amici

25 Settembre 2023

Nell’articolo di oggi cercherò di illustrare alcuni obiettivi generali e specifici della categoria Piccoli Amici, proponendovi, nella seconda parte, alcune idee e soluzioni pratiche da portare sul campo con la stessa categoria.

Parliamo innanzitutto di bambini di 5-6 anni e, in alcuni casi, anche di 4. Sulla base di questa prima considerazione, in molti casi si sceglie per non far disputare partite fino a gennaio, impegnando i bambini (per la felicità di alcune famiglie) solamente per gli allenamenti settimanali.

Quanti sono innanzitutto gli allenamenti settimanali consigliati?

Non c’è una direttiva. Indicativamente, confrontandomi con molte realtà, la tendenza è quella di optare per 2 allenamenti della durata di 90′ (lordi). Tale opzione, francamente, mi trova decisamente perplesso, ritenendo che tale impegno sia decisamente troppo basso per le necessità del bambino. Trovandoci in una fascia d’età particolarmente sensibile per lo sviluppo degli schemi motori di base, risulta fondamentale far fare più esperienze motorie possibili al bambino.

Tutto ciò che fino a 10-15 anni fa veniva scoperto e sperimentato col gioco libero, se oggi non viene allenato/ricercato nelle ore d’attività della scuola calcio, finirà per essere, in molti casi, lasciato al fato. Per questa credo sia di vitale importanza trovare il modo di ampliare il più possibile le fondamenta, aumentando le ore passate sul campo o, più in generale, passate a giocare (non ai videogames).

Una delle motivazioni principali che spingono società e allenatori a optare per una durata dell’allenamento ridotta è la scarsa attenzione del bambino, che si palesa nei confronti delle richieste e spiegazioni dell’allenatore, e una scarsa capacità aerobica che lo porterebbe a stancarsi precocemente.

Ciò che posso dire a “loro discolpa” è come siano spesso gli allenatori ad aumentare queste criticità. Spiegazioni lunghe, file interminabili, tempi morti infiniti all’interno della stessa esercitazione o tra una proposta e l’altra, gestione dei tempi di lavoro e di recupero approssimativi, incapacità di pianificare una seduta correttamente, metodologie operative direttive e lontane del gioco, ecc.

Tutto ciò accade spesso per un motivo: nei Piccoli Amici non allenano quasi mai gli allenatori più bravi, bensì quelli alle prime armi; ragazzi/e molto giovani che non vengono supportati adeguatamente da una guida tecnica di riferimento, che li aiuti a confrontarsi e a migliorarsi in una delle categorie più difficili che vi siano da allenare.

📝 Per quanto riguarda gli obiettivi generali da perseguire nella categoria Piccoli Amici, essi possiamo racchiuderli in:

✅ sviluppo e consolidamento degli schemi motori di base
✅ utilizzo e gestione dello spazio
✅ conoscenza dei gesti tecnici fondamentali del gioco del calcio
✅ sviluppo della motricità generale

🎯 L’obiettivo generale è quello di far apprendere i primi elementi di tecnica calcistica attraverso giochi e situazioni puramente ludiche adeguate all’età dei partecipanti.

📝 Gli obiettivi specifici da perseguire nella categoria Piccoli Amici possono essere racchiusi in:

✅ correre e guidare il pallone;
✅ controllare la palla in presenza di avversario e non;
✅ calciare la palla direzionandola;
✅ ricevere la palla;
✅ ostacolare l’azione avversaria;
✅ concetti di vicino-lontano e stretto-largo;
✅ superare l’avversario con la palla;

🎯 L’obiettivo specifico è quello di proporre esercizi tecnici e tempi di lavoro adeguati al fine di realizzare una seduta completa per la categoria Piccoli Amici.

  • 218 pagine

    L’Ebook raccogliere quasi 15 anni di lavoro. Ho riunito e rielaborato circa 70 giochi, da svolgere con la scuola primaria, con quella secondaria e altri con entrambe, oltre che in qualsiasi disciplina sportiva. Perché ciò che spesso dimentichiamo, è che il gioco, per sua natura, assume una valenza educativa fondamentale nel processo di evoluzione, dall’infanzia all’età adulta.

    di Diego Franzoso
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📝 Per quanto riguarda i mezzi operativi maggiormente utilizzati nella categoria Piccoli Amici, possiamo ricordare:

✅ giochi popolari
✅ giochi di sensibilizzazione con la palla
✅ gare di tiri
✅ percorsi tecnico-motori
✅ situazioni ridotte in spazi ridotti (1>1; 2>2; 3>3)
✅ gare sotto forma di staffette
✅ tornei a numeri ridotti

⚠️ Al di la del mezzo operativo che utilizziate, il consiglio è quello di cercare di coinvolgere tutti i bambini contemporaneamente. Disponendo loro di un’attenzione ridotta e inclini al bisticcio nei momenti in cui rischia di subentrare la noia (tempi morti in fila ad esempio), è meglio optare per delle attività in cui coinvolgimento emotivo e motorio sia sempre elevato (come dicevo in precedenza, sono gli stessi allenatori, in alcuni casi, a mettersi in condizioni difficili da soli).

📝 L’allenamento dovrebbe iniziare con un gioco, al fine di creare entusiasmo e un ambiente favorevole all’apprendimento. C’è infatti da sottolineare come oggi, a differenza di 20 anni fa, quasi tutte le scuole prevedono il tempo pieno. I bambini arrivano a calcio dopo aver trascorso la maggior parte delle 8 ore precedenti seduti su una sedia, in ambienti in cui lo stile direttivo-prescrittivo va sicuramente per la maggiore. Anche per questa ragione ritengo dunque importante pensare ad un’attività ludica che, seppur strutturata, permetta loro di dar sfogo alla voglia di muoversi e giocare soprattutto nelle fasi iniziali della seduta.

L’impronta metodologica rivolta alla categoria Piccoli Amici potrà basarsi su alcuni macro-concetti, di cui uno sarà sicuramente imprescindibile: al centro del progetto vi dev’essere il bambino. Nella sostanza verrà considerato in rapporto alla palla, all’avversario e alla scoperta del compagno.

Per quanto concerne invece la metodologia operativa occorre considerare innanzitutto i principi, ossia le norme di comportamento che diventano, all’interno del gioco, un’abitudine.


Di seguito riporto alcuni possibili principi sui quali può essere utile concentrarsi fin dalla categoria Piccoli Amici.

Non buttare via la palla: occorre far passare il messaggio/pensiero che il pallone è lo strumento col quale si gioca. Allontanarlo senza motivo dev’essere l’ultima delle possibilità. Dobbiamo prenderci cura della palla. Proteggerla.

Si attacca e si difende tutti insieme: si gioca per segnare tutti insieme e per difendere la porta tutti assieme.

Fintanto che ho campo libero devo avanzare: poi potrò decidere se provare a superare l’avversario davanti a me o se passare il pallone. Trattandosi di bambini alle prime armi è normale assistere a momenti di difficoltà quando ci si trova davanti un avversario: calcio la palla avanti? Provo a superarlo? Come? Ho paura o sono coraggioso?

Per quanto concerne invece le principali situazioni di gioco per la categoria Piccoli Amici, suggerisco di concentrarsi sulle seguenti:

👉🏻 1v0 (io e la palla)
👉🏻 1vPortiere
👉🏻 1v1
👉🏻 1v1+P

Prima di proseguire con un’ampia panoramica e consigli pratici per strutturare una seduta d’allenamento coi Piccoli Amici, credo sia opportuno sottolineare alcune criticità con le quali l’allenatore potrà ritrovarsi a convivere; difficoltà che, se rapportate proprio alla categoria dei più piccoli, vengono amplificate ulteriormente.

Slide tratta dal videocorso “Considerazioni metodologiche nella scuola calcio”.

Dovendo scegliere l’opzione peggiore, credo che lavorare con un gruppo disomogeneo sia forse il problema principale (personalmente parlando). Come dico sempre: “meglio lavorare con un gruppo completamente alle prime armi piuttosto che con livelli totalmente variegati“. La difficoltà in questo caso è quella di strutturare delle attività che siano allenanti per tutti; non troppo complesse per gli “inesperti” ma che siano allo stesso modo stimolanti per quelli più “pronti”. Soprattutto con questa fascia d’età può risultare piuttosto comune imbattersi in bambini che escono per la prima volta dal contesto famigliare, completamente analfabeti dal punto di vista motorio, mentre altri possiedono, geneticamente o per vissuto, un bagaglio cognitivo e coordinativo che gli permette di affacciarsi all’attività sportiva con un approccio decisamente facilitato. Seppur sia consapevole che si tratti di una situazione comune a tutte le latitudini e categorie, nei più piccoli risulta ancor più complicato porvi rimedio. La soluzione potrebbe essere quella di dividere il gruppo in due (numeri permettendo), sfruttando la presenza di almeno un collaboratore e strutturando in questo modo le attività in funzione delle necessità dei bambini.

La seconda difficoltà è quella di lavorare con un gruppo decisamente numeroso. Se coi più grandi ciò può non essere un grande problema (ho scritto un paio d’articoli a riguardo), coi più piccoli, dove l’attenzione è limitata, può rivelarsi estremamente complicato, soprattutto alla luce del fatto di ritrovarsi senza l’ausilio di uno staff. Dover gestire da soli 16 o più bambini, con capacità disomogenee, comincia ad essere una situazione di non semplicissima gestione per chiunque; figuriamoci per quei ragazzi che, privi o con poca esperienza, vengono buttati ad allenare in contesti che sarebbero complicati quasi per tutti.

Di seguito riporto alcune possibili attività che possono essere inserite e utilizzate nella categoria Piccoli Amici.

Giochi motori:

📌 “Salta, cerca, conta

📌 “Lo spaventapasseri”

📌 “Furto alla banca”

📌 “Scappa e strappa”

📌 “Draghi contro giganti”

Esercizi di sensibilizzazione col pallone:

📌 Esercizi di coordinazione con elementi di ball mastery

📌 Dominio e tiro in porta. Il labirinto

📌 Gioco del gatto e del topo

📌 Ball mastery e 1v1

📌 Ball mastery, orientamento nello spazio e 1v1

Esercizi integrati:

📌 Precisione negli appoggi e 1v1

📌 Coordinativo e 1v1 con cambi di direzione

📌 Esercizio integrato e 1v1

📌 Precisione negli appoggi e 1v1

📌 Coordinazione generale, difesa della palla e 1v1

Staffette:

📌 Alleniamo il calciare e la guida della palla

📌 Guida della palla con cambi di direzione e velocità

📌 Staffetta in conduzione

📌 Staffetta con guida della palla e motricità generale

📌 Staffetta guida della palla e capacità coordinativa

Le situazioni:

📌 Situazione di 1v1 su tre porticine

📌 Situazione di 1v1+1 con portiere

📌 Due proposte per allenare il duello 1v1 stimolando i cambi di direzione

📌 Reazione motoria e 1v1 con difensore …

📌 Situazione di 1v1 con cambi di direzione

Gare di tiri:

📌 Cambi di direzione e tiro in porta

📌 Sfida a squadre per il tiro in porta

📌 Due esercizi per allenare il tiro in porta

In conclusione, l’allenamento deve essere inteso e interpretato come un’attività puramente ludica. È importante avere come tema dominante il gioco. I cali di attenzione (come abbiamo visto) sono molto frequenti, quindi, l’allenatore, dovrà essere sempre pronto ad inserire una nuova variante o a cambiare totalmente attività. Il gioco dev’essere l’elemento essenziale della seduta di allenamento e sarà il mezzo di apprendimento che permetterà al bambino di imparare. Esso permetterà di acquisire abilità motorie e capacità di adattamento a nuove situazioni; consentirà inoltre di aumentare l’autostima e di mettere in condizione il bambino di poter conoscere l’uso di regole attraverso esperienze dirette.

È importante sottolineare che un bambino di 6 anni arriva a delle soluzioni sintetiche e grezze rispetto ad un compito motorio da raggiungere. Di conseguenza le indicazioni/direttive dovranno essere semplici, efficaci e di facile comprensione-attuazione.

È fondamentale che gli allenamenti siano sempre vari: si possono proporre giochi già fatti ma che hanno trovato il riscontro/coinvolgimento dei bambini, o che creano particolare interesse.

È fondamentale far capire e rinforzare il concetto dell’impegno che spesso viene meno non solo per mancanza di voglia ma soprattutto perché il bambino tende a non fare nulla quando vede che non sa fare qualcosa.



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