“Apprendere dal Gioco”: nuove soluzioni per nuovi problemi
Il calcio ha subito una forte accelerazione nell’evoluzione del gioco negli ultimi 10 anni, così come era già successo in passato in alcuni momenti storici precisi: è inutile nascondere come la fase offensiva del gioco sia stata profondamente influenzata dal Barcellona del quadriennio 2008-2012 allenato da Pep Guardiola, le cui idee, interpretate più o meno correttamente a seconda dei casi, sono ormai ampiamente riconoscibili in un gran numero di squadre.
Se è accaduto questo, significa che tali idee portano dei vantaggi in termini di risultati, o almeno sono efficaci contro la difesa avversaria in un buon numero di situazioni: se un’idea non porta risultati/benefici, è infatti destinata a scomparire presto nell’ambiente ultra-competitivo del gioco. La stessa cosa è accaduta al basket NBA, profondamente cambiato a partire dalla metà degli anni ’00 grazie ai Phoenix Suns di Mike D’Antoni e alla loro “7 seconds or less”: il motivo per cui oggi vediamo la maggior parte dei tiri da 3 e azioni molto più rapide dopo aver subito il canestro avversario (non perdendo più 5-6 secondi solo per attraversare la metà-campo) si deve soprattutto a loro. Dal punto di vista estetico, può piacere o non piacere questo basket, ma si è dimostrato efficace in termini di punteggio e si è quindi imposto come l’idea dominante nella Lega.
La ricerca della superiorità numerica nel calcio a partire dalla prima linea di costruzione si è rilevata altrettanto efficace poiché ha permesso di togliere molta “casualità” all’azione offensiva, nella quale, precedentemente, le situazioni di inferiorità e superiorità apparivano spesso in maniera imprevedibile nel campo.
L’evoluzione offensiva del gioco ha portato però ovviamente a degli adattamenti difensivi per cercare di arginare i vantaggi ed è ormai chiaro come un blocco basso metta in seria difficoltà qualsiasi squadra che miri a costruire la superiorità dalla prima linea; il motivo è molto semplice: scompare letteralmente lo spazio tra le linee avversarie dove poter utilizzare tale superiorità. Gli avversari concedono moltissimo spazio davanti alla loro prima linea, ma nessuno spazio tra le linee o alle spalle dell’ultima linea (linea difensiva): diverse squadre scelgono addirittura di difendere con due linee, invece che con le classiche 3 del gioco, e non è infatti più raro assistere a blocchi difensivi 5-5-0 o 6-4-0; questo ovviamente per ridurre ulteriormente lo spazio utile (quello alle spalle di almeno un difendente) alla squadra in possesso palla.
La difesa con un blocco basso non è sicuramente una novità nel calcio, ma se confrontate una squadra odierna che sceglie di compattarsi davanti alla propria porta e una squadra simile di 20 anni fa, vi accorgerete di come gli spazi siano ora coperti con molta più accortezza: le distanze tra i giocatori di un reparto e tra i reparti stessi sono minime e perfettamente uniformi e i 10 giocatori si muovono in blocco a seconda della posizione della palla. Inoltre, l’alto numero di difendenti vicini tra loro e i pochi vuoti lasciati (perlopiù esterni al blocco difensivo) permettono di seguire facilmente qualsiasi tipo di movimento senza palla degli avversari.
L’evoluzione del gioco però non si ferma e, infatti, stanno emergendo nuove soluzioni e accorgimenti contro questo tipo di difesa: nei video successivi vediamo alcuni esempi di tali nuovi comportamenti messi in atto dal Liverpool contro il West Bromwich Albion, che si difende con un blocco basso 6-4-0.
Il primo video mostra la mezzala Jones il quale, partendo alle spalle della prima linea del WBA, si abbassa al di sotto di essa per ricevere palla e attira fuori in pressione un giocatore avversario, che apre quindi uno spazio alle proprie spalle. Questo è un comportamento molto efficace per attirare la pressione rivale: un giocatore che da sopra la prima linea si abbassa al di sotto di essa fa il più delle volte cadere nella tentazione di seguirlo almeno un avversario, ancor di più se il giocatore che si abbassa riceve palla, stimolando quindi l’avversario ad uscire in pressione.
— Diego Franzoso (@DiegoFranzoso) January 9, 2021
Nel secondo taglio, vediamo invece una giocata avanti-indietro tra le linee che ha lo stesso scopo del precedente comportamento, ovvero stimolare un avversario della prima linea ad uscire in pressione sul possessore: Jones gioca un passaggio alle spalle della prima linea avversaria a Manè che gli restituisce immediatamente palla al di sotto della prima linea; come si vede bene nelle immagini tale sequenza fa scattare in avanti due giocatori del WBA e crea spazio per lo stesso Manè, che può ora ricevere facilmente tra le linee e orientarsi in avanti.
— Diego Franzoso (@DiegoFranzoso) January 9, 2021
L’ultimo video mostra come per superare un blocco corto e stretto, di 2 o 3 linee, sia molto utile l’utilizzo di un passaggio aereo morbido alle spalle della difesa avversaria: il vantaggio di questa giocata è infatti quello di ovviare sia al problema della mancanza di linee di passaggio rasoterra, sia al problema del poco spazio alle spalle della linea difensiva, che non consentirebbe una giocata aerea fatta con forza. Da notare come il Liverpool utilizzi il primo espediente che abbiamo descritto per allargare un pochino la linea difensiva del WBA, con Salah che si abbassa e trascina con sé il diretto avversario, costringendo il suo compagno più vicino a scivolare verso sinistra e ad aprire quindi di qualche metro in più l’intervallo con il successivo difensore.
— Diego Franzoso (@DiegoFranzoso) January 9, 2021
Ecco il video dell’azione completa.