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Programma di Sviluppo Territoriale – L’attività dei CFT

17 Dicembre 2019

Programma di Sviluppo Territoriale – L’attività dei CFT

L’attività del lunedì nei Centri Federali, ad oggi 50 su tutto il territorio nazionale, coinvolge circa 5000 giovani (cento per ogni CFT) tra calciatori  tra under 13 under 14 e under 15 femminile; sono inoltre tre le aree in via di sviluppo, già da ottobre una attiva, Lecce, mentre Padova e Bolzano lo saranno a gennaio. In queste ultime tre non c’è un vero campo di allenamento, ma è lo staff tecnico itinerante che si muoverà presso le società durante la settimana, proponendo la metodologia e confrontandosi con i tecnici dei club.

Per spulciare un po’ più dettagliatamente la tipologia di lavoro svolto e la metodologia applicata, possiamo fare riferimento ai già ben conosciuti Pilastri del Centro Federale, che poggiano su una base forte e solida: l’attività è svolta in un clima sereno e gioioso.

Per sereno e gioioso si intende un’attività dove i rapporti tra staff tecnico ed organizzativo, tra staff e giocatori, siano in assenza di ansia, di pressioni che non riguardano né il raggiungimento del risultato, né un’apprendimento immediato e per tutti uguale, ma al contrario, dove i rinforzi positivi, gli input che spingono i giocatori al problem solving, diventino il leit-motive degli allenamenti, rispettando il percorso maturativo di ogni singola giocatrice/ore.

I Pilastri prima citati sono: Etica, Gioco, Intensità, Portiere, Transizioni, Orientamento, Tecnica.

Partendo dal primo, lEtica, che riguarda la persona inserita in un contesto gruppo/squadra, fa riferimento a tutti quegli atteggiamenti, che non sono solo circoscritti al calcio, ma comportamenti come rispetto delle regole, del materiale sportivo, verso i  componenti dello staff, della cura del proprio io, come l’alimentazione, lo stile di vita e la gestione di un infortunio. Atteggiamenti e best practice per una crescita che rispecchi buone e sane regole di vita dentro e fuori dal campo di calcio.

Per entrare più nel dettaglio degli altri pilastri, l’attività calcistica nei Centri Federali, svolta a random in diverse stazioni (sei, oltre l’attivazione: small sided game, gioco di posizione, partita libera,  performance, tecnica funzionale e  partita tema), seppur necessità di un più lungo percorso che porta all’apprendimento,  di certo espone i giocatori a più processi mentali e multi-esperienziale-motori.

Come detto, comporta un tempo necessario d’apprendimento più dilatato, ma che crea un ventaglio di pronta risposta alle varie situazioni della gara, sottoponendo i giocatori, durante tutti gli allenamenti, alla variabilità di esecuzione e non ad una ripetitività dello stesso compito più volte e consecutivamente.

Per questo c’è il Gioco al centro di tutto ed il giocatore al centro del gioco, tramite small sided game, giochi di posizione, partita a tema, partita CFT.

Quest’ultima è di per se una partita libera, ma è sotto l’occhio attento dello staff tecnico, per far sì che i giocatori possano ricercare ed esprimere  al meglio i principi di tattica individuale e di collaborazione.

Tutta l’attività vien espressa con grande Intensità, che non è riferita solo e meramente a “correre tanto e forte”, non è solo riferibile al “battito cardiaco”, ma anche al pensiero, alla scelta (libera) dei giocatori. Pensare forte è un elemento che si evidenzia nei CFT.

Per far si che accada e che si sviluppi questo processo di apprendimento, i giocatori nelle varie stazioni, grazie ai feedback dei tecnici, alle correzioni (induttive), alla “libera opportunità di sbagliare”, imparano a leggere le superiorità ed inferiorità numeriche, ad affrontare tali situazioni trovando la giocata più efficace, un movimento senza palla utile; una richiesta di risposta che si presenterà diversa di volta in volta, per spazi, presenza di avversari/compagni, zona di gioco. Un Orientamento che richiede un continuo adattamento. Ecco perché non si fa eseguire un ordine al giocatore “Passala!, Apri! Scarica, ecc, ma è il giocatore che deve fare la sua esperienza, passando dall’errore, punto di partenza per l’apprendimento.

Per un calcio molto più veloce del passato, per  un calcio più propositivo, riteniamo necessario ridurre le Transizioni a zero, dove per zero non si può naturalmente intendere solo il tempo che passa tra “ho perso la palla-l’ho recuperata”, ma fa riferimento all’atteggiamento del singolo e della squadra, che mira al recupero immediato in caso di palla persa; un atteggiamento mentale e fisico, di voglia e strategia, che porta ad essere protagonista positivo in partita.

Anche il Portiere, giocatore definito nel tempo “non di movimento”, ad oggi viene incluso perfettamente nella costruzione del gioco, ed è per questo, che in tutte le esercitazioni dove non è presente “una porta da difendere”, gioca e  partecipa come un giocatore di movimento, innalzando cosi le capacità di lettura delle situazioni, la tecnica podalica, la comunicazione tra pari.

“Last but not least”, la più discussa in assoluto in tutti gli ambienti calcistici: la Tecnica.

Potremmo spulciarla sotto tanti aspetti, dicendo che “la tecnica prima si imparava per strada”, “i ragazzini non sono più quelli di una volta”, “non sono coordinati”, “va allenata al muro”, ecc.

La definiamo semplicemente Tecnica Funzionale, dove, in un contesto dinamico, il giocatore eseguirà un passaggio od un controllo orientato in funzione delle posture dei compagni, dei loro movimenti, decidendo così se effettuare un passaggio sulla figura o nello spazio, se effettuare un passaggio rasoterra od un lancio, modulando la forza  del passaggio o semplicemente conducendo in attesa di un segnale dei compagni. Una manifestazione di voler essere nel gioco, sollecitando cosi la sensibilità del gesto tecnico, innescando un processo decisionale che porti a valutare a chi e come passare la palla.

I giocatori sono protagonisti di un percorso formativo che mira ad innalzare le competenze, l’autostima, l’autoefficacia, in un ambiente che metta in risalto l’importanza dei rapporti socio-relazionali e socio-affettivi.

Sono protagonisti del loro apprendimento e non di una semplice prestazione; sono interpellati ed interrogati per trovare una soluzione e non eseguire un ordine impartito, deve essere esperienza ed evoluzione.

L’ 1 contro 1 in fase di possesso e di non possesso sono il sale, di una pietanza che vede in sé principi e libera sperimentazione, in cui l’unica limitazione è “non passare la palla”.

Ho voluto chiudere con questa provocazione poiché ritengo che ogni giocatore, in quanto essere umano e pensante, deve avere la libertà di poter decidere liberamente, passando dall’errore, dal riprovarci, dal trovare la sua soluzione ideale in un contesto organizzato.

A questo Link potete trovare, ogni settimana, la seduta d’allenamento che viene svolta in tutti i CFT.

Massimiliano Osman, Responsabile Tecnico Regionale del Programma di Sviluppo Territoriale  FIGC-SGS

 

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