Il sistema dei GPS nel calcio, di Salsano Emilio
La tecnologia nel calcio
Da diversi anni ormai, la tecnologia si è inserita all’interno del mondo del calcio ed è in continua evoluzione.
La maggior parte delle squadre utilizza strumenti tecnologici sempre più all’avanguardia per garantire un monitoraggio accurato dei carichi di allenamento e per garantire una performance ottimale, permettendo agli staff tecnici di programmare nel migliore dei modi la strategia di lavoro.
Fino ad un paio di decenni fa, il sistema maggiormente adottato per il controllo della prestazione fisica del calciatore era basato sulla misurazione della frequenza cardiaca, mediante un semplice rilevamento tattile/cronometrico.
In seguito ci si avvalse dell’utilizzo dei cardiofrequenzimetri da campo, muniti di una fascia cardiaca posizionata all’altezza del torace, in grado di trasmettere i dati rilevati ad un orologio da polso. Questi, con l’evoluzione tecnologica della telemetria, vennero poi trasmessi ad una centralina a bordo campo, in modo da ridurre la pericolosità e l’invasività durante il gioco.
Entrambe le modalità avevano la finalità di rilevare la frequenza cardiaca – di conseguenza il monitoraggio dello sforzo fisico – attraverso la misurazione dell’impegno organico del sistema cardiocircolatorio dell’atleta, sottoposto alle esercitazioni a secco e/o con palla.
Successivamente si sono sviluppate tecniche di analisi della gara mediante il rilevamento video, questo grazie a telecamere che avevano l’obiettivo di analizzare la distanza totale percorsa in campo dal singolo atleta (match analysis).
Negli ultimi anni, per decifrare in maniera reale l’impegno metabolico e neuromuscolare, si è diffusa sempre più una nuova metodica per la valutazione e la quantificazione della prestazione fisica del calciatore: i GPS.
GPS (global positional system)
I GPS sono stati introdotti nel calcio come strumento utile a calcolare il carico esterno, ossia ‘’il lavoro prodotto’’ del calciatore; da non confondere con il carico interno, ovvero frequenza cardiaca, acido lattico, consumo di ossigeno, ecc.
E’ importante tuttavia sottolineare come questi strumenti non siano in grado di rilevare i parametri fisiologici, bensì gli spostamenti di un calciatore.
Si tratta di un sistema di navigazione e posizionamento satellitare civile che si basa su una rete di satelliti artificiali in orbita. Questi satelliti forniscono al sistema mobile GPS le informazioni sulle coordinate geografiche e sui tempi degli spostamenti (in assenza di ostacoli). L’attivazione avviene con l’intervento di almeno quattro satelliti.
Di solito un kit è composto da: almeno un GPS per calciatore – con la pettorina predisposta al suo contenimento – una base di ricarica (utilizzata anche per scaricare i dati registrati durante l’allenamento) e, in alcuni casi, possono essere anche fornite delle antenne da disporre a bordo campo per la ricezione dei dati in tempo reale. Le unità contengono diversi elementi nel loro interno, come ad esempio accelerometri, un giroscopio, un magnetometro, una memoria per registrare i dati e una batteria.
I primi sistemi di GPS (a 1 Hz) facevano fatica a quantificare il lavoro svolto sul campo ma, l’aumento della frequenza di campionamento (ora a 50 Hz), ha permesso ai preparatori di effettuare una valutazione più precisa e dettagliata del singolo e/o della squadra, per quanto riguarda il carico esterno a cui l’atleta stesso è sottoposto.
L’impiego in allenamento e in partita dei GPS permette di non affidarsi a valutazioni empiriche ma di valutare il reale impegno fisico metabolico e neuromuscolare del calciatore: potenza, velocità e molti altri parametri del carico esterno, sia nelle esercitazioni a secco sia soprattutto con palla.
Questo sistema presenta tuttavia anche dei limiti, come ad esempio:
- non possiamo conoscere se il calciatore era in possesso o in non possesso della palla o se stesse eseguendo corse diverse;
- le rilevazioni all’interno di uno stadio possono risultare molto difficoltose a causa della compresenza di moltissimi dispositivi, che possono finire per ridurre la visibilità delle unità dei satelliti e creare delle interferenze nella registrazione dei dati;
- incapacità di campionamento in un ambiente chiuso o disturbato da palazzi o addirittura campi magnetici elevati. Il segnale rimbalza in modo impreciso causando delle letture errate.
Per consentire una ricezione ottimale del segnale il ricevitore deve infatti trovarsi in uno spazio aperto; qualora si decida di usare il dispositivo all’interno di uno stadio dotato di spalti molti alti, il problema appena descritto potrebbe riproporsi.
- confronto dei dati rilevati sia dal punto di vista collettivo che di squadra, ma anche tra i singoli giocatori: confronto effettuato attraverso strumenti GPS differenti può risultare errato.
Dall’ 8 Luglio 2015 la FIFA ha concesso la possibilità di utilizzare tecnologie che quantificano gli spostamenti degli atleti durante le gare ufficiali.
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