Il programma pre-raduno. Consigli pratici
L’esperienza nei dilettanti mi ha insegnato che di solito i giocatori non amano programmi di allenamento che precedono il raduno e spesso, per questa ragione, gli allenatori evitano di prepararli, adducendo come scusa il fatto che pochi avrebbero la diligenza di svolgerli. Tuttavia è un grave errore, poiché è compito dei tecnici motivare gli atleti, spiegando loro quanto sia importante arrivare ben preparati alla ripresa. Infatti, più è basso il livello atletico medio della squadra, più tempo servirà per raggiungere un grado di preparazione tale da competere fin dalle prime partite con gli avversari. Come se non bastasse, una bassa condizione atletica aumenta il rischio di spiacevoli infortuni.
Svolgendo il programma pre-raduno sarà possibile partire da un livello più alto: in pratica, è come se alcune sedute iniziali fossero già state svolte (quanto meno dal punto di vista condizionale). Pertanto, chi non lo avesse fatto, si troverebbe in grandissima difficoltà fisica e tecnica, con conseguente rischio di essere meno utilizzato. E, fidatevi, questa è una ragione che spinge i calciatori ad allenarsi.
Per far sì che il programma venga eseguito, questo deve rispondere a due fondamentali requisiti: essere semplice ed adeguato alle capacità dei giocatori. Deve richiedere poco tempo, strumenti ridotti al minimo e spazi accessibili a tutti (semplicità); inoltre non bisogna sottostimare il lavoro o proporre qualcosa di troppo difficile, che porterebbe all’abbandono della progressione di allenamento (adeguatezza).
Considerando che la maggior parte dei dilettanti riparte subito dopo ferragosto, le ultime 3-4 settimane prima del raduno sono quelle importanti. Si dovrà lavorare in modo selettivo principalmente sulla resistenza e sulla potenza aerobica, iniziando a inserire anche elementi di forza generale.
Uno strumento che potrebbe tornare utile e facilmente reperire è il cardiofrequenzimetro, supporto ormai acquistabile ovunque e a cifre decisamente alla portata di tutti. L’acquisto di questo strumento ci permette di svolgere lavori atletici personalizzati durante il corso della stagione, consentendo al tecnico di tarare l’intensità della seduta e all’atleta di auto-valutare l’esecuzione.
E’ opportuno calzare scarpe adatte alla corsa, in particolar modo se ci si allena su superfici dure (asfalto o terra battuta), indossando quelle da running ed evitando quelle “fashion” da ginnastica o tanto meno quelle da calcetto. Il rischio è naturalmente quello di incorrere in patologie da sovraccarico che renderebbero controproducente lo sforzo per presentarci al raduno in buone condizioni.
L’abbigliamento dovrebbe essere consono alla temperatura esterna, quindi ragionevolmente leggero e traspirante. Troppo spesso si vedono persone correre d’estate con felpa e K-way, convinti di perdere peso; effettivamente, secondo la bilancia, ciò avviene ma tale perdita è causata dalla disidratazione dovuta ad innalzamento abnorme della temperatura corporea. Non appena si reintegrano i liquidi persi, il peso ritorna lo stesso, avendo fatto il doppio della fatica e avendo rischiato il collasso per il caldo.
Tratto dalla mia tesi in Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva e adattata.
Foto: https://www.soccercoachweekly.net