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L'Angolo del Preparatore

“L’Angolo del Preparatore”: Prevenzione Infortuni, di Mattia Tessarin”

21 Agosto 2018

“L’Angolo del Preparatore”: Prevenzione Infortuni, di Mattia Tessarin”

Per un atleta avere la possibilità di allenarsi con continuità per la maggior parte della stagione, rappresenta un valore imprescindibile ai fini di ottenere gli adattamenti necessari per raggiungere ottime prestazioni.

L’obiettivo quindi del preparatore atletico è proprio quello di ridurre al minimo gli infortuni e garantire benessere fisico ai propri atleti.

Oggi si pensa e si vedono spesso soluzioni-metodi per vorrebbero risolvere in modo completo il problema degli infortuni. Secondo il mio parere e di altri miei colleghi non esiste una verità. Nel gioco del calcio, come in tutti gli altri sport, il rischio di infortunarsi c’è e ci sarà sempre; quello che noi preparatori possiamo fare è ridurre l’incidenza, nulla di più.

Fondamentale quindi sarà la programmazione del lavoro che andremo a proporre a tutti i nostri atleti, ossia: volumi, intensità, ecc.

Non è facile inoltre stilare una scheda fac-simile da poter utilizzare in tutte le categorie e per tutte le età, per il semplice motivo che ognuno di noi può avere una problematica diversa da altri e che verrà gestita in modi ovviamente diversi. Questo aspetto ci permette di di comprendere che non è assolutamente semplice gestire numeri importanti di giocatori quando si è da soli, come succede spesso in molte realtà dilettantistiche.

La FIFA ha riconosciuto in modo scientifico un protocollo denominato FIFA 11+, che prevede una serie di esercizi basati su: corsa, equilibrio, forza e potenza, che ha avuto importanti riscontri nella riduzione degli infortuni a carico di differenti distretti muscolari, soprattutto per quanto riguarda gli hamstrings.

Il FIFA 11+ è quindi un ottimo metodo di riscaldamento, utile a ridurre l’incidenza dell’infortunio.

Tuttavia, ho una mia visione su questo metodo.

A che serve il riscaldamento?

Lo scopo fisiologico è quello di incrementare la temperatura dei muscoli e del sangue, rappresentando la fase di transizione dal riposo all’attività, per consentire all’organismo di riuscire ad affrontare il vero e proprio allenamento nelle migliori condizioni possibili, preparandolo e migliorando la prestazione fisica, riducendo il rischio infortunio.

Sulla base di questo protocollo modificare però leggermente la progressione delle proposte. Ad esempio:

  • prima fase, strength – plyometrics – balance (10 minuti)

  • Seconda fase, running exercises (8 minuti)

  • Terza fase, running exercises (2 minuti)

Aggiungo inoltre la volontà di inserire a fine di ogni seduta di allenamento e partita almeno 10 minuti di stretching globale attivo.

La nascita di questo innovativo ed evoluto concetto di allungamento muscolare lo dobbiamo al fisioterapista Francoise Mézierès. Diversamente dallo stretching classico, che prevede l’allungamento di un singolo gruppo muscolare per volta, la tecnica dello stretching globale attivo si basa sull’allungamento delle catene muscolari.

Questa tecnica consiste nel mantenere, per alcuni minuti da 2 a 20, specifiche posizioni o posture, facendo ben attenzione a eliminare in maniera attiva tutti i “compensi”, in modo tale da consentire l’allungamento stabile dell’intera catena muscolare interessata.

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