L’Angolo del Fisioterapista: Il Trauma Cranico, di Giuseppe Bellin
Rubrica curata dall’amico Giuseppe Bellin. Fisioterapista e dottore in scienze Motorie, con esperienza come preparatore atletico in settori giovanili professionistici. Specializzato in fisioterapia ortopedica/sportiva, nella riabilitazione post intervento al crociato anteriore e delle lesioni muscolari
Buongiorno a tutti, oggi parliamo di un argomento magari non molto diffuso nei campi da calcio, ma che negli ultimi anni si è verificato sempre con maggior incidenza: I TRAUMI CRANICI.
Cosa sono? Come riconoscerli? E soprattutto cosa fare in questi casi?
Vi propongo di seguito dei semplici accorgimenti che spero possano aiutarvi nella vostra pratica quotidiana.
Allora partiamo dal primo punto: Cos’è un trauma cranico?
Il trauma cranico viene definito come un impatto alla testa diretto oppure una trasmissione indiretta di forze che può essere associata con un serio e potenziale danno cerebrale.
Quindi non necessariamente deve accadere un trauma diretto, come una pallonata da distanza ravvicinata, scontro testa contro testa, ma può avvenire anche in maniera indiretta per trasmissione di forze.
Secondo punto: come riconoscerli?
Di seguito vi elenco una serie di “Red Flags” (bandierine rosse, campanelli di allarme):
- Dolore al collo o rigidità cervicale
- Visione doppia
- Debolezza, bruciore alle gambe o alle braccia
- Emicrania molto forte
- Convulsioni
- Perdita di conoscenza
- Deterioramento cognitivo (ossia disorientamento, perdita di memoria, difficoltà a parlare)
- Vomito
- Sonnolenza, oppure comportamento agitato e combattivo
Terzo punto: cosa fare?
Se riscontrate anche uno solo di questi campanelli di allarme dopo un evento traumatico diretto o indiretto alla testa, l’atleta va immediatamente tolto dal campo di gioco e va indirizzato immediatamente al pronto soccorso, meglio se viene richiesto l’intervento dell’ambulanza in caso di traumi cervicali o alla testa.
I sintomi spesso evolvono nel tempo, quindi è consigliabile tenere monitorato il ragazzo fino all’arrivo dei soccorsi.
In questi casi tornano utili le conoscenze di primo soccorso:
- Controllare pervietà vie aeree, respiro e circolazione;
- L’atleta non va mosso più del necessario se non si è addestrati a muoverlo in sicurezza;
- Non rimuovere maglietta, o altro equipaggiamento se non si è addestrati a farlo;
- Se il ragazzo è cosciente, non bisogna farlo agitare e soprattutto gli va detto di stare fermo;
- Nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi, rassicurare il ragazzo, non deve agitarsi, ma soprattutto se non è presente personale addestrato allo spostamento, anche con barella, non muoverlo assolutamente.
Queste indicazioni sono state fornite per aiutarvi nel prendere la decisione giusta in un momento in cui un errore potrebbe causare lesioni importanti, non per fare diagnosi.
La diagnosi spetta al medico specialista.
Grazie!
Giuseppe Bellin
Fisioterapista e Dottore in Scienze Motorie
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