Portieri – La Didattica della Parata in Tuffo
Nuovo appuntamento con la sezione dedicata al mondo dei nostri numeri uno.
Rubrica che ricordo essere curata dall’amico Andrea Brunello, attuale allenatore del settore giovanile della Spal.
Buongiorno Misters, oggi in questo articolo affronteremo un tema delicato per quanto riguarda i portieri più piccoli, cioè la didattica della parata in tuffo. La scorsa settimana abbiamo visto quali sono e come si possono proporre i vari passi di avvicinamento alla parata in tuffo, ma il tutto risulta complicato se il nostro portiere non ha una base sul gesto preso in considerazione.
Prima di parlare di come raggiungere l’apprendimento del gesto, partirei parlando della parte teorica, di come cioè si arriva alla parata in tuffo.
Le Fasi del Tuffo
Questo tipo di gesto prevede un pre-requisito importantissimo, vale a dire l’equilibrio; l’equilibrio è fondamentale in quanto la parte”dinamica” di questa capacità coordinativa contribuisce alla riuscita efficace del gesto. Andando a suddividere le fasi del tuffo si possono distinguere in:
- Sbilanciamento: il portiere da posizione eretta si trova a dover sbilanciare il proprio corpo verso la direzione di intervento; il tutto parte inizialmente dalla gamba esterna (quella più lontana dalla palla) per permettere al busto di orientarsi verso il lato corretto
- Apertura: una volta inclinato il busto (schiacciato verso la coscia) avverrà un perdita di equilibrio, sopperita dall’apertura del piede di spinta (che viene sollevato da terra e posizionato nuovamente verso il pallone) con punta orientata verso la palla
- Stacco: il piede permette all’arto di fornire l’energia necessaria a compiere il gesto; il corpo è orientato verso il pallone, le mani, simultaneamente alla fase di stacco, andranno protese alla ricerca del pallone.
Le esercitazioni per l’apprendimento di questo gesto sono molteplici (attraverso gli articoli delle sedute di allenamento su questa pagina ne verranno messe in risalto alcune), ognuna delle quali può essere adattata alle varie fasce d’età.
Sicuramente molti di noi si sono trovati di fronte bambini che non volevano affrontare la parata in tuffo, per paura del terreno, per timore della palla, ecc… quindi nelle fasce più piccole mi permetto di consigliare di evitare l’insegnamento tecnico vero e proprio ma cominciare il contatto con il terreno con attività ludiche e schemi motori dove non c’è la parata in tuffo, come ad esempio rotolamenti, capriole, giochi di contatto, ecc…
Per quanto riguarda le fasce più grandi terrei come ultimo passo il tuffo partendo da posizione eretta, ma (per rafforzare la sicurezza per il contatto a terra) partire da una posizione in ginocchio o in affondo sagittale con palla inizialmente ferma, andando ad aumentare gradualmente le difficoltà (palla in movimento, diverse traiettorie, posizione eretta, ecc…).
Credit Immagine: http://www.mistersoccer.it/wp-content/uploads/2017/07/portieri4.jpg