Costruzione dal basso: tra emozioni e tattica
Ho sempre cercato di far vivere l’allenamento ai giovani calciatori e calciatrici che ho allenato, come un momento intriso di emozioni che potessero sempre più avvicinarsi alla gara. Per far ciò, la struttura delle esercitazioni che compongono un allenamento ritengo debbano riprodurre la maggior parte di varianti, imprevisti e possibilità che una partita offre.
La costruzione dal basso, oggi quanto mai discussa, ho provato a farla vivere come una normale situazione di gioco che si svolge in qualunque zona del campo. Sdoganare il carico di responsabilità, togliere la paura dell’errore vissuto, anzi, come momento di apprendimento, di opportunità di crescita e non da condannare; nei giovani calciatori/calciatrici ha permesso loro di imparare a gestire una palla dentro la propria area ed essere più liberi e sereni mentalmente, allo scopo di poter costruire e gestire il possesso in una “zona calda”. sperimentando cosi una identità di gioco riscontrabile in ogni zona del campo, con esito di transfert postivi evinti in partita.
Un altro passaggio importante sono le capacità tecniche dei giocatori, si è spesso detto. ”Sì, puoi costruire dal basso solo se hai i piedi buoni”! Bene, anche per questo caso in gruppi altamente eterogenei, ho potuto notare un forte miglioramento e apprendimento in situazione, analizzando una crescita dell’autoefficacia e dell’autostima che hanno contribuito al miglioramento del gesto tecnico, dal controllo orientato ad un passaggio forte e preciso, da una uscita dal basso in conduzione, al dribbling dentro la propria area di rigore.
La stessa costruzione è nel contempo vissuta come una delle soluzioni che la squadra nella propria strategia mette in atto, imparando a valutare quando si è nelle possibilità di gestirla (parità/superiorità numerica, linee di passaggio, posture dei compagni), o quando il caso richiedeva una palla sopra o tra le linee, grazie alla collaborazione e smarcamenti preventivi dei compagni/e.
Le esercitazioni che seguiranno si concentrano su situazioni che vanno dalla parità alla superiorità e minima inferiorità numerica; percorso ideale per passare poi a situazioni più articolate da gestire come quelle in forte inferiorità numeriche.
Non dal facile al difficile, non dal semplice al complesso, ma da ciò che so fare e cosa posso aggiungere senza mai togliere day by day.
*Nelle esercitazioni i tocchi sono sempre liberi, questo per far sì che sia il giocatore a crearsi una propria idea di tempo di gioco, senza nessuna imposizione. La sua libera esperienza sarà quella che porterà alla sua scelta, di volta in volta diversa a secondo della situazione (forte pressione avversaria, vicinanza dell’avversario, ecc.).
*Situazioni di costruzione: visita la pagina di Ideacalcio per trovare quasi 30 esercitazioni.
L’idea è quella di creare ambienti/situazioni dove poter fare esperienze, tra errori e miglioramenti, immersi in un contesto dove senso del gioco, competizione ed emozioni viaggino sempre all’unisono, senza una scissione delle sfere fisiche, cognitive, emozionali.
Non mi piace parlare di mode, mi piace più l’idea che nel settore giovanile ci sia l’esigenza di creare competenze, perché queste ultime possano essere messe in futuro a disposizione del mister in una prima squadra.
La costruzione dal basso è un momento molto formativo per i giovani calciatori/calciatrici; una fase di gioco in cui analisi e scelta, problem-solving e azione diventano patrimonio/bagaglio calcistico del singolo immerso in un processo di collaborazione, di evoluzione del gioco di squadra e di identità.
Allenare principi e sotto-principi come
- saper riconoscere e leggere le superiorità numeriche
- attirare avversari da un lato per giocare poi dal lato opposto
- saltare linee di pressione e trovarsi campo aperto
- ricerca e liberare lo spazio per sviluppo gioco in verticale
- il portiere…quel giocatore in più
- mantenere il possesso palla
Rappresentano elementi peculiari per riconoscere il “senso del gioco” sin da giovane età.
Ho iniziato circa un decennio fa a cercare di creare ambienti ideali (tecnico-tattici-fisici-mentali) per fare riconoscere i principi ai giocatori; tra i miei errori e i suggerimenti che mi son nati “osservando” i giocatori muoversi in campo, dalle soluzioni che loro trovavano sperimentando.
Ho continuato modulando, perché, come detto prima, non è questione di moda, ma di credere che la “costruzione dal basso” è vero che non sia l’unica soluzione per iniziare il gioco, ma rappresenta per me una continuità di idee di gioco che crea un mood nei giocatori, un rivedersi in un gruppo squadra che non si affida alla casualità ma crede nelle idee, nelle scelte, nelle personalità, nella voglia di certezza che “si può fare”!
“Mi relaziono e mi confronto non con l’onere di insegnare ma con il desiderio di condivisione, poter lasciare spunti per nuove riflessioni e arricchendomi portandomi a casa un’idea diversa dalla mia”.