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Apprendimento e approccio Ecologico, la Teoria dello sviluppo di Bronfenbrenner

1 Giugno 2020

Apprendimento e approccio Ecologico, la Teoria dello sviluppo di Bronfenbrenner

L’approccio ecologico è inteso come una lente attraverso cui osservare ed analizzare il mondo: le comunità sono sistemi composti da molteplici strati interconnessi tra loro e il comportamento delle persone può essere meglio compreso quando viene studiato mediante diversi livelli d’analisi.

I problemi vengono considerati come il risultato del rapporto, nel tempo, tra individui, setting (=ambientazione) e sistemi: questi possono essere affrontati facendo dei cambiamenti nei contesti di vita e promuovendo le capacità delle persone di utilizzarne le risorse.

Si tratta dunque di un principio basato sull’idea che l’ambiente e i diversi contesti di vita in cui ciascuno è inserito, incidano significativamente sul comportamento delle persone.

Viene evidenziato un rapporto di reciproca influenza individuo-ambiente (Kurt Lewin, Roger Barker): il comportamento di un individuo può avere poco senso se osservato senza tener conto della componente ambientale, è necessario conoscere l’ambiente (in continua trasformazione) degli individui che si andranno a studiare.

L’ambiente eco-sistemico non è solo una situazione ambientale (àmicrosistema), ma include rapporti tra più situazioni e contesti ambientali (à mesosistema), rimanendo influenzato anche da fattori esterni (à esosistema).

Ogni sistema contiene ruoli, norme e regole che possono modellare lo sviluppo psicologico. Ad esempio, una famiglia di città deve affrontare molte sfide che una famiglia benestante in una comunità chiusa non deve superare, e viceversa. Nella famiglia di città è più probabile che si verifichino disagi ambientali, come la criminalità e la miseria. D’altra parte, nella famiglia “riparata” è più probabile che manchi il sostegno della famiglia estesa. Gli esseri umani si sviluppano secondo il loro ambiente di appartenenza; questo può includere l’intera società e il periodo nel quale essa vive, i quali a loro volta influenzano il comportamento e la crescita dell’individuo. Secondo questa visione, comportamento e sviluppo hanno una relazione simbiotica.

Urie Bronfenbrenner è il principale esponente della teoria ecologica. Questi individua quattro livelli di analisi dei contesti di vita di ogni individuo.

✔️ Il Microsistema è il livello centrale entro il quale le unità interpersonali minime, costituite da diadi (es. madre-bambino), sviluppano rapporti al loro interno, interazioni dirette.

Un microsistema è uno schema di:

? Relazioni interpersonali,

? Attività condivise,

? Ruoli e regole

✔️ Il Mesosistema è un sistema di microsistemi; si riferisce a due o più contesti sociali in cui il soggetto partecipa direttamente e in modo attivo.

✔️ L’Esosistema è costituito, invece, dall’interconnessione tra due o più contesti. Un esempio è il rapporto tra la vita familiare del bambino e il lavoro dei genitori.

✔️ Il Macrosistema, comprende le istituzioni politiche ed economiche, i valori della società e la sua cultura. I complessi di credenze e comportamenti che caratterizzano il macrosistema sono trasmessi da una generazione a quella successiva attraverso i processi di socializzazione.

Una comunità, intesa in senso ecologico, secondo James Kelly, è un sistema in cui ogni elemento si lega a tutti gli altri tramite un rapporto di interdipendenza, in modo che ogni cambiamento in una parte influenzi tutte le altre. Arrivando a contagiare il singolo individuo agendo dunque sul microsistema.

Ad esempio operando su strutture scolastiche, lavorative oppure politico-amministrative si innescherebbe un meccanismo mantenuto da un insieme di risorse che vengono prodotte, trasferite e consumate in modo ciclico secondo una classica metafora ecologica.

Bronfenbrenner sostiene che l’individuo, in fase di sviluppo, non possa essere visto come “tabula rasa” che l’ambiente plasma. Bensì:

✅ Un’entità dinamica che cresce e si muove

✅ Che segue un’interazione reciproca e bidimensionale con l’ambiente

Questi legami che esistono tra le persone e il loro ambiente costituiscono la base per un approccio socio-ecologico alla salute.

Al cuore di tutto ciò vi è quella che è considerata come la forza maggiore della comunità. Vi è il possesso e il controllo da parte delle comunità stesse:

✔️ Dei loro sforzi

✔️ Dei loro destini

Questo processo attinge alle risorse umane e materiali esistenti nella comunità stessa per:

✔️ Aumentare l’auto-aiuto e il supporto sociale

✔️ Per sviluppare sistemi flessibili che rafforzino la partecipazione sui temi della salute

Talcott Parsons afferma che “ogni fenomeno sociale è il prodotto di un sistema di relazioni e di azioni sociali dove il sistema sociale è solo il contesto in cui gli uomini agiscono.

Il sistema sociale è costituito da parti connesse tra loro, suddivisibili in macro e micro dimensioni, interne ed esterne al subsistema di riferimento. Dalla interconnessioni delle variabili del sistema stesso si possono generare effetti strutturali che possono essere:  “funzionali/normali” e effetti chiamati “devianti”.

Da questo si può dedurre come nessun individuo è indipendente dal sistema sociale.

Il sistema sociale è infatti costituito da una moltitudine di organizzazioni e di strutture che garantiscono il suo funzionamento. Proprio come affermavano i funzionalisti: “lo stato è come il corpo umano, dove ognuno di noi ricopre un ruolo di fondamentale importanza, che assicura il buon funzionamento della società. Ma nel caso del mal funzionamento di un organo, che compone questa enorme macchina che è la società, ne rimetterebbe non solo il singolo, ma tutto l’organismo. Quasi come fosse un domino.”

▶️ Approccio ecologico nel bambino

La vita di ogni individuo, fin dall’infanzia, è immersa nella società, cioè in un sistema dove ogni elemento si lega a tutti gli altri tramite un rapporto di interdipendenza, in modo che ogni cambiamento in una parte influenza tutte le altre. Lo sviluppo del bambino è favorito dalla partecipazione a situazioni ambientali differenti, poiché in questo modo si adatta a situazioni diverse, compagni e ambienti differenti. In questo modo incrementa e rende più flessibili le sue competenze cognitive e le sue abilità sociali.

Asilo nido e scuola dell’infanzia rappresentano allora una grande opportunità per i bambini, proprio perché in essi sperimentano situazioni ambientali diverse, in cui ci sono contesti culturali differenti (etnia, classe sociale, religione, età). D’altra parte, un servizio educativo deve sempre coinvolgere e valorizzare la cultura del luogo, al fine di stipulare con la comunità, e anche con le famiglie, un vero e proprio “patto educativo“. In mancanza di questo patto, se i due sistemi non comunicano, non operano in accordo reciproco, il rischio è che il bambino non percepisca coerenza bensì contraddizione, cosa che può riflettersi sul suo sviluppo personale.

Bronfenbrenner suggerisce che, in molti casi, le famiglie rispondono a differenti fattori di stress all’interno dei parametri sociali esistenti nella loro vita. In particolare la famiglia continua ad essere il primo e il principale punto di riferimento per quanto riguarda la crescita del fanciullo.

Lo sviluppo del bambino è influenzato dall’ambiente e dal complesso intreccio di fattori che influiscono su di esso. L’approccio ecologico ci permette di cogliere lo sviluppo nella sua complessità.

▶️ L’importanza dell’approccio ecologico per lo studio della memoria

Nel 1976 Neisser pubblicò un lavoro intitolato “What are the important questions of memory”, in cui sottolineava l’importanza del contesto naturale nello studio della memoria. Neisser criticava l’approccio tradizionale allo studio della memoria che faceva uso di metodi di indagine non ecologici: l’individuo veniva studiato al di fuori del proprio contesto ambientale, in setting sperimentali molto controllati, in cui tutte le possibili variabili erano controllate dallo sperimentatore.

Se da un lato ciò andava a favore della scientificità dell’esperimento, dall’altro andava contro la validità e l’applicabilità dei dati ottenuti; lo studio andrebbe quindi eseguito in un contesto naturale che sia più ricco di variabili rispetto ad un laboratorio.

Per Neisser le domande più importanti che un ricercatore deve porsi devono mirare a capire come funzioni la memoria nel contesto naturale, nella vita quotidiana e nelle sue espressioni, soprattutto quelle spontanee, prestando attenzione alle differenze individuali.

Per capire realmente il funzionamento della mente umana è necessario studiarla nel suo ambiente.

▶️ Controllo e apprendimento motorio

Nell’ambito dell’educazione fisica e sportiva le principali modalità di approccio al controllo e all’apprendimento motorio più diffuse sono: l’approccio cognitivo, l’approccio ecologico e l’approccio dinamico.

✅? L’approccio ecologico non ritiene necessario il ricorso a strutture mentali prescrittive: l’azione è direttamente disponibile per chi agisce nel proprio ambiente. In altre parole, il sistema senso motorio possiede proprietà di auto-organizzazione che non rendono necessario il ricorso ad un programma motorio.

Nell’approccio ecologico il sistema nervoso centrale non è regolato da specifiche leggi ma si sviluppa a partire dalle influenze ambientali sui gruppi neuronali che si specializzano su specifici compiti. In
questo approccio, l’apprendimento è definito come educazione dell’attenzione (James Gibson, psicologo statunitense, fu influenzato dalle teorie comportamentiste e dall’incontro con Koffka; è considerato uno dei più importanti psicologi del XX secolo nel campo della percezione visiva).

? Apprendere significa ottimizzare i processi percettivi e sviluppare la capacità di dettare gli stimoli adeguati. Per Gibson, il soggetto è capace di percepire ciò che l’ambiente gli permette di fare, tenuto conto delle proprie capacità fisiche e motorie, secondo la propria età, la taglia e il suo livello di esperienza.

✅? Nell’approccio ecologico esercitarsi non significa ripetere sempre la stessa soluzione di un dato compito, ma ripetere più e più volte il processo di soluzione del compito stesso. La didattica nell’approccio ecologico è finalizzata a stimolare l’emergere di soluzioni spontanee (euristiche) ai problemi motori, quindi sfruttare la variabilità esecutiva; attuare un processo di ricerca di soluzioni motorie che passi attraverso la continua variazione dei gesti motori.

ll presupposto perché ogni strategia di facilitazione didattica sia efficace e faciliti l’apprendimento è che non venga alterata la struttura unitaria percezione-azione, postulata all’interno dell’approccio ecologico, poiché, trattandosi di trovare di volta in volta le soluzioni migliori ai compiti motori, la variabilità esecutiva non viene vista come un fattore limitante, ma come una proprietà inerente, indice dell’interazione non lineare del sistema con i vincoli imposti dall’organismo, dal compito e dall’ambiente nel corso della ricerca di soluzioni motorie.

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✍? Sitografia

  • http://www.federica.unina.it/lettere-e-filosofia/psicologia-sociale-comunita/prospettivaecologica-
    urie-bronfenbrenner/
  • https://www.tesionline.it/tesi/brano/l-approccio-ecologico/32470
  • https://aicat.net/metodologia/approccio-ecologico-sociale/
  • https://lamenteemeravigliosa.it/teoria-ecologica-di-bronfenbrenner/
  • https://ilmanifesto.it/approccio-ecologico-ed-egalitario-nel-nuovo-mondo-per-fare-salute/
  • https://www.psicologiadellavoro.org/promozione-e-prevenzione-l-approccio-ecologico/
  • https://www.skuola.net/psicologia/approccio-ecologico.html
  • https://www.mircomarchetti.it/la-sociologia-del-ben-essere/
  • https://lamammessa.wordpress.com/2017/01/23/urie-bronfenbrenner-e-la-teoria-dei-sistemi-ecologici/

Per il contributo si ringraziano le studentesse Cantelli Silvia, Baldo Valentina, Canato Daria, Canella Giorgia e Casetto Aurora, del Liceo Bocchi-Galilei di Adria.

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