Il 4-3-3 di Zdenek Zeman: sviluppi offensivi
Nell’articolo di oggi andiamo ad analizzare e osservare le soluzioni e gli sviluppi offensivi maggiormente ricercati dal tecnico boemo: il 4-3-3 di mister Zdenek Zeman.
La fase offensiva prevede la partecipazione attiva di diversi elementi:
- Terzini
- Interni (mezz’ali)
- Ali
- Mediano
- Centravanti
La fase offensiva si sviluppa attraverso vari sviluppi offensivi, quali soprattutto:
- cross
- sovrapposizioni
- filtranti sui tagli
- sponde su inserimenti
- combinazioni a 2 o 3 giocatori
Contro le difese schierate è la catena costituita da terzino, interno ed ala, quella maggiormente sollecitata, cercando di sfondare lateralmente e di giungere alla rifinitura attraverso cross dal fondo.
Un esempio
L’interno (8) si trova in possesso palla. L’ala destra (7) viene incontro al compagno muovendosi per vie interne, in modo da costringere il suo diretto avversario a scegliere se seguirlo – e quindi liberare la zona laterale – o rimanere in posizione, permettendo a 7 di ricevere.
In contemporanea, l’esterno basso 2 si propone sulla corsia laterale.
L’interno 8 ha quindi almeno due soluzioni:
Serve 7 e si propone per ricevere il passaggio di ritorno. Il primo, in possesso di palla, può a sua volta chiudere la combinazione con l’interno o aprire lateralmente per 2 che, ricevuta palla in zona laterale, può andare al cross o servire in profondità 8 inseritosi.
E’ proprio l’inserimento dell’interno a mettere in difficoltà il terzino avversario che si trova in inferiorità numerica (2c1).
Un’altra soluzione ricercata può prevedere 7 a tagliare internamente per ricevere il passaggio dal mediano.
E’ da sottolineare il movimento combinato tra ala e terzino (come abbiamo visto in precedenza le catene esterne sono molte sollecitate dal 4-3-3 e le squadre di Zeman non fanno eccezione) utile a creare i presupposti per uno sfondamento in fascia.
L’ala 7 s’appoggia su 8 a sostegno che serve 2 libero a destra.
Se il terzino avversario non dovesse seguire 7, questi sarebbe libero e potrebbe servire 9 in profondità o andare lui stesso al tiro.
Sempre per vie laterali vediamo un’altra possibile soluzione.
Il laterale 3, ricevuta palla da 5, da il via ad un’altra combinazione laterale. Questi porta palla, l’interno sinistro 10 si smarca per ricevere internamente, mentre l’ala 11 si muove incontro.
L’esterno basso 3, dopo aver giocata palla su 10, prosegue la sua corsa inserendosi sull’out di sinistra. L’interno 10, una volta entrato in possesso, gioca immediatamente in verticale sulla punta che di testa (o di piede) va a smarcare 3 sulla fascia. Il terzino rifinisce l’azione con un cross dal fondo.
Tra le soluzioni per vie centrali ne vediamo due.
Gli attacchi centrali vedono la partecipazione attiva della prima punta, abile sia a far da sponda che a tagliare in profondità. Il centrale di difesa 5 serve 11 che si è smarcato con un taglio interno tra le linee di difesa e centrocampo avversarie. La punta 9 e l’ala 7, ancor prima che l’ala opposta sia entrata in possesso palla, attaccano la profondità.
Controllo orientato di 11 e breve percussione per dare il tempo ai due compagni di avvicinare i difensori avversari e poterli attaccare alle spalle.
In figura, intelligente lo smarcamento di 9 che, tagliando sul centro sinistra, impedisce al difensore centrale di destra di uscire su 11.
Una possibile alternativa, sempre con 11 in rifinitura tra le linee, nel caso che la difesa abbia assorbito i tagli degli attaccanti, è quella di servire 2 o 8 sul lato debole, in inserimento a rimorchio, sfruttando il movimento di catena.
Alcuni concetti chiave:
Nella sua carriera, Mister Zeman ha sempre prediletto il sistema di gioco 4-3-3, motivando la sua scelta con l’occupazione ottimale di tutto il terreno di gioco e per la formazione “spontanea” di numerosi triangoli che vengono a formarsi tra gli elementi in campo.
Già solo con questi due aspetti le similitudini con il Barcellona di Guardiola appaiono subito chiare. Altro tratto d’istintivo delle squadre del tecnico Boemo e comune alle squadre del tecnico catalano, è l’idea di recuperare prontamente la sfera a palla persa, attuando un’immediata pressione sul portatore e sugli appoggi più vicini.
Le analogie tra il Barca di Guardiola e le squadre di Zeman si ritrovano anche nella prima costruzione. Raramente si vedono le due squadre lanciare lungo, prediligendo una manovra per lo più sul corto per risalire il campo; le squadre di Zeman preferiscono farlo utilizzando le corsie laterali.
In diverse occasioni abbiamo potuto osservare ad una squadra fortemente e volutamente offensiva, ritrovando in diverse occasioni l’esterno basso a concludere l’azione sul sulla rifinitura dell’esterno opposto; alla faccia di quello che per molti altri allenatori è un mantra: “se un esterno sale, l’altro stringe e resta”.
Per quanto riguarda la preparazione atletica sono ormai divenute leggenda le dieci ripetute sui 1.000 metri o i lavori di forza sui gradoni. Una volta, un ex giocatore di Zeman, mi raccontò che a bordo campo i magazzinieri lasciavano dei secchi vuoti che venivano utilizzati dai giocatori per vomitare.
Commenti
COME SEMPRE OTTIMO LAVORO….BRAVO DIEGO….STUDIARE ZEMAN E COME STUDIARE CALCIO….ZEMAN E IL CALCIO….
Zeman è un figo!!
Bello
Analisi molto ben fatta, ma credo poco alle leggende riguardo alla parte atletica…non credo Zeman sia così folle, avrà anche lui un preparatore atletico cui affidare questo aspetto, come tutti del resto…
Il problema di zeman è la fase difensiva,sulla offensiva è meglio del barcellona che molte volte è stucchevole con troppi passaggini,e poi non ha messi. GRAZIE PER LO STUDIO
Zeman è comunque laureato in scienze motorie..come Delio Rossi (suo “discepolo” ) e mi dicono che sì, in principio faceva tutto da solo (anche Rossi), poi sè preso un preparatore
Ciao Diego, sono Gennaro alleno i settori giovanili in campania..
volevo fare un osservazione sulla 3° situazione di gioco che sarebbe:-
-3 ricevuta palla da 5, da il via ad una nuova combinazione laterale.
-3 porta palla, l’interno sinistro, 10, si smarca per ricevere internamente mentre l’ala, 11, si muove incontro, -3 dopo aver giocata palla su 10 prosegue la sua corsa inserendosi sull’out di sinistra
-10, una volta entrato in possesso, va a giocare immediatamente in verticale sulla punta che di testa (o di piede) va a smarcare 3 sulla fascia
-Il terzino rifinisce l’azione con un cross dal fondo………..
A mio parere quando il 10 trasmette palla al 9, il 9 a questo punto a 2 soluzioni di gioco o servire il 3 andato in fascia o servire il 11 a sostegno per poi servire sui tagli di 9 – 7 o servire 3…. però se il 10 serve il n° 11, se noti bene si crea un 3vs2 in fascia, quindi va bene che il 9 serve 3 in fascia, ma per farlo il terzino deve seguire 11.. visto che nella figura il terzino non segue 11… a questo punto il 10 serve 11 e me la gioco in superiorità 3vs2
Senz’altro 😉
Io ho messo giù quelle che possono essere alcune soluzioni ma poi sul campo raramente è come alla lavagna e il mutare degli spostamenti determina sempre nuove soluzioni
sei bravo diego,pur essendo molto giovane,complimenti e continua cosi,io ho 20 anni piu di te e mi rivedo quando allenavo ragazzi della tua età…….oggi alleno ancora ,e sempre i giovani,ed il tuo entusiasmo condito da tanto studio e capacità,mi da gioia e forza di continuare,nonostante il calcioscommesse e gli ingaggi milionari…..
Grazie davvero per i complimenti, fanno sempre molto piacere!!
Zeman fa un calcio assai verticale, il Barc invece ogni tanto addormenta la partita con molti passaggi orizzontali, poi ce da dire che ci interpreta il gioco con Zeman sono sempre giocatori giovani e di prospettiva, il Barca e una squadra con giocatori straordinari già fatti!! Zeman e un modello di sport e calcio!!
La mia similitudine col Barcellona di Guardiola era riferito solamente all’aggressione immediata sulla perdita del pallone. Nemmeno nel modulo l’anno scorso erano uguali.
Per quanto riguarda l’affermazione che il Barca gioca con giocatori già fatti, ti cito i vari Alcantara, Cuenca, Fontas, Muniesa, Deulofeu, Dos Santos, Sergi Roberto, Rafinha, Tello..apparte il primo che ormai si sta affermando, gli altri han fatto il loro esordio quest’anno e molti di questi anche in Champions. Questi non sono giocatori fatti !!
Non esistono al mondo due 4-3-3 uguali, ognuno di essi è interpretato diversamente, questo vale ovviamente per qualsiasi modulo.
Assolutamente d’accordo. Non credo ci sia qualcuno che sostenga il contrario 🙂
Complimenti, buona analisi.
A mio modo di vedere la differenza sostanziale tra Zeman ed il calcio è il “cercare la profondità”, ossia la ricerca disperata della profondità, ogni azione è proiettata a quello e quindi a verticalizzare il gioco. Quando un giocatore viene incontro alla palla ce ne sono minimo 2 che gli offrono un gioco in profondità quasi ad ogni azione ed è un continuo ad ogni passaggio. Per questo se l’avversario riesce ad addomesticarlo (cosa tutt’altro che semplice) e a ripartire ha enormi spazi lasciati vuoti. In attacco non importa per il boemo gli spazi a disposizione, le altre squadre magari fanno possesso palla e aspettano giustamente l’errata posizione di un giocatore avversario (ad esempio il Barca), Zeman no, è capace di far tagliare i terzini nell’area avversaria magari con difesa posizionata.
Ci vuole coraggio e personalità a giocare come fa lui per una serie infinita di motivi, ad esempio il tantissimo allenamento tattico da assegnare ai vari giocatori, o anche più praticamente il continuare a giocare in maniera così offensiva anche quando non arrivano risultati.
Forza ZZ!
Si vocifera che a Pescara a Natale abbia fatto fare 30 volte i 1000 m
Spero per “loro” che sia frutto dell’ironia 😉
Caro Diego, sei tantissima roba!!!complimenti
Troppo gentile Luca 😉
ciao diego
ti seguo da poco con le tue esercitazioni sul sito.
per quanto riguarda zeman, coi disegni e le lavagne si va poco lontano,
zeman ha bisogno di una squadra giovane, tecnica, veloce..mi pare che la roma non corrisponda a questo, e si è visto con la juve. cmq complimenti per la quantita’ e la qualita’ delle esercitazioni che proponi sul sito. ciao
Grazie per i complimenti intanto. In secondo luogo condivido la tua breve analisi sulle caratteristiche che servono alle squadre di zeman e in terzo luogo parli con uno che non ama i lavori “schematici”. Io lavoro per concetti e principi di gioco
CARATTERISTICHE E PRINCIPI DEL 4-3-3 DI ZEMAN
Fase difensiva:
– Squadra corta in avanti, difesa costantemente alta per tenere le punte avversarie il più lontano possibile dalla propria porta;
– i tre attaccanti sono i primi a difendere (pressing offensivo);
– caratteristiche dei difensori: esterni di difesa dotati di corsa e dinamismo, in grado di coprire porzioni ampie di campo; centrali difensivi intelligenti tatticamente e reattivi ad alzare la linea appena possibile; portiere abile con i piedi e pronto a leggere le situazioni in cui è necessario uscire anche ai limiti della propria area (molta profondità alle spalle dei difensori);
– interni di centrocampo pronti a scivolare sull’esterno in fase di non possesso;
– su situazione di palla inattiva a sfavore (corner, calci di punizione) disposizione rigorosamente a zona
Fase offensiva:
– Ad eccezione di portiere e centrali difensivi, tutti gli effettivi partecipano all’azione d’attacco;
– concetto fondamentale: movimento senza palla per la creazione degli spazi (scarico palla e vado nello spazio cambiando passo) e garantire al possessore di palla almeno una doppia soluzione;
– costruzione della manovra a partenza sempre dalle retrovie, anche dal portiere (rimessa dal fondo mai lunga), mai buttare il pallone, ricerca costante del gioco palla a terra a 1/2 tocchi; uscita dal pressing offensivo o ultraoffensivo degli avversari sempre con il disimpegno palleggiato (max 2 tocchi);
– primo obiettivo del giocatore: ricerca della profondità, conquista del campo, con o senza palla;
– sfruttamento delle catene di gioco a tre giocatori (laterale basso, interno, esterno alto), collaborazione ed intercambiabilità tra giocatori di una stessa catena, sviluppo delle sovrapposizioni a due/tre giocatori;
– utilizzo di tagli, triangolazioni e cambi di gioco per la terza punta in zona cieca: quest’ultima soluzione anche da situazione di fallo laterale a favore oltre la metà campo;
– playmaker di centrocampo riferimento sicuro ed affidabile per i compagni, caratteristiche di leader tecnico, capacità di timing del passaggio;
– interni di centrocampo pronti ad abbassarsi a prendere palla dai difensori per costruire l’azione, se il playmaker è marcato;
– centravanti che fa giocare e muovere le catene esterne per poi “dare giocate” o diventare il terminale offensivo principale se non si riesce ad uscire con i movimenti della catena;
– quando l’avversario lo concede, applicazione dello schema su situazione di corner o calcio di punizione a favore.
Autore: Alberto D’Arcangelo (tratto da https://www.facebook.com/TatticamenteParlando)
Tutto assolutamente condivisibile. Ben vengano altre fonti così approffondite, utili a migliorare un articolo
chi dice che zeman è bravo solo in fase offensiva si sbaglia……
grazie al pressing asfissiante che inizia dagli attaccanti,i portatori di palla avversari, o sono dei fenomeni, o devono calciare lungo…..è li che i 4 difensori si alzano quasi fino a centrocampo…lasciando in fuorigioco gli avversari……..basta vedere la roma che inizialmente subiva molti gol….adesso nelle ultime 7 partite ,ne ha subite 3
Il “difendere attaccando” è un principio che amo molto. La Juve di Conte e la Fiorentina di quest’anno adottano la stessa idea di calcio (il Barcellona di Guardiola su questo però ha fatto scuola), raddoppiando e talvolta triplicando il portatore
La partita in questione era Pescara-Gubbio 2-1 col vantaggio iniziale siglato da Balzano servito da Zanon. C’è da dire che durante la stagione, quando poi il Pescara ha avuto una flessione di risultati tra marzo e aprile con un pari e tre sconfitte di fila, Zeman ha nell’occasione cambiato qualcosina a livello tattico giocando il resto della stagione con Bocchetti a sinistra che rispetto ai precedenti spingeva molto di meno perchè la squadra aveva iniziato a prendere troppi gol in fase di contropiede. I risultati si son visti subito con un 6-0 rifilato al Padova fuori casa. Il risultato tattico di quel cambiamento è da ricercare nel minore “intasamento” di spazi che si veniva a creare con uno solo dei terzini a proporsi in avanti (da prendere con le pinze come affermazione visto che pure Bocchetti si proponeva comunque) e quindi si allargavano gli spazi per la manovra.
Aggiungerei pure che tra i “fondamenti” zemaniani non esiste il concetto di consolidamento del possesso: in transizione positiva si cerca quasi sempre la verticalizzazione (corta o lunga) per infilare in contropiede gli avversari. Vedendo il Pescara lo scorso anno, appena una delle mezzali recuperava palla scaricava per Verratti che appoggia l’inserimento della mezzala opposta o lancia per uno degli attaccanti esterni, con Immobile che si muove inizialmente dalla parte opposta per creare spazio e successivamente entrare in area. Questo avvantaggia se la difesa non è ben schierata, ma a lungo andare (oltre a stancare precocemente tutta la squadra) espone a sua volta alle ripartenze.
Ottima osservazione Alessio
La ricerca sistematica della verticalizzazione è uno dei principi chiave delle squadre di Zeman
La fase di possesso palla di Zeman è indubbiamete la migliore, mi lascia forti dubbi la fase di non possesso. Io quest’anno ho adottato un sistema misto che mi ha dato enormi soddisfazioni:
4-3-3 in fase di possesso palla
4-5-1 on fase di non possesso , attuando il pressing nella mediana.
a mio avviso, è UNA delle migliori. Ci sono tante altre squadre che la fan bene. Anche perchè è chiaro che se porti 8 uomi in attacco, senza avere un equilibrio, la fase offensiva la fai bene..il problema è appena perdi palla. Credo ci voglia un equilibrio e Zeman poche volte l’ha avuto.
Per i due moduli che hai citato, credo dipenda tutto dalla predisposizione dei 2 esterni a far la fase difensiva. Nel 4-5-1 si tratta solo di abbassare gli esterni in fase di non possesso.
Certamente le caratteristiche degli esterni sono fondamentali, ma io valuto anche le dimensioni del campo. Ad esempio quando giochiamo in casa (abbiamo un campo in erba regolametare – identico all’olimpico di Roma), quindi ci permette di sfruttare l’ampiezza, fondamentale per i 3 attaccanti. In trasferta spesso troviamo campi più piccoli e stretti e le cose cambiano.
Salve, complimenti a tutti ma sopratutto a Diego per la grande competenza calcistica e conoscenza di mister Zeman.
Premetto che reputo Zeman, senza voler esagerare, tra i tecnici più preparati, se non il più preparato nella storia del calcio moderno. Volevo solo aggiungere alle vostre impeccabili valutazioni tecnico tattiche che la differenza nei risultati calcistici del mister l’hanno fatta pur sempre i calciatori, quando Zeman ha avuto a disposizione squadre composte da giovani di grande qualità che sono riusciti a seguirlo a pieno con grande sacrificio e dedizione nell’applicare i suoi dettami tattici, ha sempre ottenuto risultati eccellenti, sopratutto in B dove evidentemente la qualità dei singoli e l’organizzazione delle squadre risulta più approssimativa rispetto alla serie A.
Risultati disastrosi invece quando si è trovato a cospetto di calciatori che non lo seguivano o che addirittura non avevano le caratteristiche adatte per il suo modulo ( VEDI ROMA 2012/2013 ).
Con questa considerazione voglio porgere alla vostra attenzione semplicemente un dato di fatto inconfutabile, cioè che gli allenatori, sopratutto quelli bravi, incidono molto nella organizzazione tecnico tattica di una squadra, ma non sono completamente determinanti nel raggiungimento del risultato finale, positivo o negativo che sia. La componente determinante appartiene sempre ai calciatori, al loro modo di interpetrare il campo, al loro estro, al loro genio…
Concludo rinnovando i miei complimenti a DIEGO e sopratutto facendo un caloroso in bocca a lupo a mister Zeman sperando di rivederlo presto ricalcare campi da gioco.
Ti ringrazio Gennaro, molto gentile!
Ciao Diego, complimenti per l’analisi. Avrei una domanda? Spesso si dice che Zeman chiede alle mezzali di giocare sulla riga sul lato forte, in quel caso come si deve comportare il terzino sul lato forte?
Ciao
Ti ringrazio andrea.
In che senso?
Possono sviluppare una sovrapposizione interna, oppure li farei ricevere più dentro il campo, così da poter permettere il passaggio in ampiezza alla mezz’ala.
Sia chiaro che non condivido tutto di Zeman 😉
Ciao diego una cosa volevo chiederti che non riesco a trovare da nessuna parte e se magari tu sei a conoscenza mi puoi aiutare..sul giro palla una volta arrivata palla al terzino la mezz’ala si deve alzare o allargare?
a mio avviso dipende dalle caratteristiche delle mezz’ali, se più brave ad inserirsi o a far possesso.
Nel primo caso le farei alzare. Nel secondo le farei allargare per partecipare al possesso e alzerei i due terzini.
Le interazioni tra i vari giocatori sono un aspetto che a mio avviso è troppo poco considerato. Non esistono due 4-3-3 uguali !!
Grande articolo di tattica, complimenti. Il gioco di Zeman e’ oggi “purtroppo” qualcosa di superato, in quanto ormai datato. L’evoluzione calcistica e’ continua, pensiamo solo al tikitaka o al 442 dell’Atletico di Simeone, che oggi farebbero a pezzi il gioco del boemo, sfibrandolo ancor piu’ di quanto non avesse gia’ fatto la sua stessa essenza di calcio assai dispendioso fisicamente. Gli anni passano e le tattiche offensive/difensive si evolvono, ma gia’ all’epoca il 433 zemaniano, accanto ai tanti grandi pregi, presentava anche non pochi difetti: eccessivo consumo di energie, predisposizione a subire il contropiede con la difesa cosi’ alta, ripetitivita’, possibilita’ di deprimersi se si subiva gol dopo essersi fatti un “mazzo” cosi’, sofferenza delle squadre avversarie che schieravano il trequartista, ecc. Tutti i giocatori dovevano sempre essere al top, cosa impossibile nell’arco di tante partite, ma il difetto piu’ grave era l’incapacita’ di “gestire” la partita, di rallentare il gioco allorche’ convenisse. E’ stato il “peccato” piu’ grande di un tecnico e di uno schema integralisti fino al midollo, che pero’ hanno comunque divertito e segnato un’epoca, D’altronde sono passati circa 25 anni, un quarto di secolo, una vita…
mi piace molto la tua riflessione pero credo che i difetti del 4’3’3 di zeman sian meno di quello che pensi , basta ricordare che quando allenava una lazio da schudetto e arrivato dietro la juve )secondo=con meno gol subiti.
ormai con squadre di livello stellre come ora e di fior fiore di prearatori atletici e cambiato molto e molto ambiera. hai detto bene di simeone che dato nuova vita al 4’4’2 che er ormai un modulo spacciato. scusa ma scrivo da pc inglese per gli errori ciao
io sono un romantico del calcio::: Zeman mi emoziona fino alle lacrime ..Lui ha precorso i tempi alcuni pseudo grandi allenatori di oggi strapagati scimmiottano il calcio che lui ha fatto trent anni prima .. un mito vivente da cinematografia … Diego complimenti a te x la semplicita e la competenza
Grazie Michele