“Tactical Board”: stili contemporanei del pressing
Dal punto di vista difensivo, la tendenza recente in Italia è quella di privilegiare una forma di pressing orientata sulla marcatura individuale, andando così a ricercare numerose situazioni di 1c1. È questo il modello seguito da Gasperini e Juric ad esempio, ma che ha fatto proseliti anche fra i tecnici che costruiscono l’intera fase difensiva sui duelli a tutto campo.
La difficoltà nell’attuazione di questa strategia risiede nel fatto che le condizioni attuali (partite ravvicinate, poco tempo per allenarsi) rendono difficile quel pressing incessante, che invece era caratteristico di altri tempi e squadre, si pensi al Milan di Sacchi o al Chievo di Delneri.
Alla fine, solo l’Atalanta riesce a proporre fasi continue di pressing avanzato. Le altre squadre, compreso il Verona, alternano situazioni di pressing in avanti ad altre di difesa posizionale bassa. La tendenza è quindi quella di alternare le due modalità di difesa in funzione della partita o della situazione. La scuola di Coverciano generalmente insegna a pressare uomo contro uomo nell’altra metà campo e a difendersi posizionalmente (coprendo le linee di passaggio) nei propri cinquanta metri difensivi. Questo potrebbe essere un buon compromesso.
Una via di mezzo è quella di eseguire un pressing a ondate, alternando cioè momenti di maggior pressione ad altri ad intensità più basse. Un’ulteriore alternativa è costituita dalla chiusura delle linee di passaggio centrali, alla quale far seguito una pressione aggressiva con palla spostata nelle zone esterne, approfittando dell’aiuto offerto dalla linea laterale nel ridurre lo spazio al portatore di palla.
A diminuire l’intensità del pressing avanzato hanno contribuito anche altri due fattori: il diffondersi dei principi del gioco di posizione e la nuova regola sull’inizio azione con rinvio dal fondo.
Per quanto riguarda il primo aspetto, con sempre più squadre che cercano di palleggiare fin da subito per attirare il pressing avversario (al fine di superarla e avere poi campo libero da risalire verticalmente), una certa tendenza difensiva vede ora le squadre abbassare l’altezza della propria prima pressione, proprio per non cadere vittime di questo accorgimento tattico. A questo primo punto è legato il secondo, con l’inserimento della regola che permette di giocare palla fin dall’intero dell’area sulle rimesse dal fondo. Ora infatti, per le squadre in non possesso che vogliono pressare alte, si sono aggiunti ulteriori sedici metri di campo da dover difendere.
In sostanza, il campo è diventato più grande in fase di non possesso: esattamente quello che ogni squadra che non ha la palla cerca di evitare che accada.
Anche per questa ragione, per ovviare a queste situazioni, diverse squadre hanno preferito arretrare la propria prima linea di pressione all’altezza della linea di metà campo, preferendo la chiusura delle linee di passaggio all’aggressione feroce in avanti.
È sempre piuttosto difficile fare previsioni sugli sviluppi tattici prossimi venturi, soprattutto in un calcio che sta evolvendo molto velocemente. In linea di massima, la sensazione attuale è quella che la serie A continui a viaggiare sui due binari paralleli costituiti da squadre che proporranno un pressing intenso (se non continuo almeno a ondate) e da altre che invece si limiteranno a difendere posizionalmente, magari accentuando l’atteggiamento di caccia alla palla quando quest’ultima si muoverà per linee esterne.
Detto questo, sarebbe interessante assistere al risorgere di squadre che decidano di pressare a grappolo, raggruppando più di un giocatore intorno al portatore di palla, come si vedeva a volte nel calcio passato.
Foto: https://www.bbc.com