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Teoria coaching mentale ed emotivo

“Coaching Mentale ed Emotivo”: Sviluppare le abilità e capacità cognitive

15 Ottobre 2019

“Coaching Mentale ed Emotivo”: Sviluppare le Abilità e Capacità Cognitive

Buongiorno a tutti e ben ritrovati!

Nell’articolo di oggi vediamo insieme come possiamo allenare al meglio le abilità e capacità cognitive, applicandole all’ambito calcistico.

Per abilità o capacità cognitive, intendiamo i processi che permettono di raccogliere, interpretare ed elaborare le informazioni presenti nell’ambiente in cui si sta svolgendo l’azione.

Sono tutti quei processi ed attività mentali che favoriscono l’assimilazione e la creazione di rappresentazioni di principi, procedure e teorie.

Per la psicologia ne fanno parte percezione, apprendimento, linguaggio, pensiero, attenzione, memoria, motivazione ed emozione.

Durante la prestazione, il calciatore è sottoposto ad un costante flusso di informazioni e stimoli che deve essere capace di elaborare e tradurre in azione concreta. Basti pensare per esempio alle informazioni di tipo tattico che l’allenatore impartisce ad ogni singolo calciatore e che dovranno poi essere apprese, assimilate e “restituite” sotto forma di movimenti dall’atleta.

Se aggiungiamo poi il fatto che il calcio è un gioco di squadra, giocato contro altri undici avversari, il calciatore dovrà essere capace di integrare le proprie azioni con quelle dei suoi compagni e in risposta agli stimoli esterni prodotti dagli avversari.

Diventa quindi fondamentale fare leva sulle singole caratteristiche personali, individuali, appartenenti al singolo giocatore, come per esempio la propria percezione della realtà, per metterlo nelle condizioni migliori di apprendere ciò che l’allenatore vuole.

Infatti ogni persona, ogni calciatore in questo caso, percepisce e concepisce la realtà a modo proprio. Ogni persona è spinta ad agire secondo leve motivazionali ed emozionali diverse. Sarà necessario tenere conto di queste diversità se si vuole davvero entrare al meglio nella testa del giocatore e facilitarne l’espressione del gesto tecnico e tattico.

Come fare?

La situazione ideale, è quella di allenare il calciatore, fin dai primi anni di attività sportiva, a pensare e a sviluppare al meglio l’adattamento a diverse situazioni.

Abituarlo a pensare alla prestazione come a qualcosa dipendente dal proprio “controllo”. Focalizzare la sua attenzione su quello che dipende direttamente dai suoi pensieri, scelte ed azioni. Sgravarlo il più possibile dal peso mentale del risultato “ad ogni costo”.

Sostenerlo principalmente nella crescita umana, a livello personale, come individuo all’interno di un gruppo. E dotare il gruppo di regole di comportamento che favoriscano il più possibile la libera espressione del singolo individuo.

Trasmettere al singolo e al gruppo la “percezione positiva dell’errore”: l’errore come strumento e stimolo per poter migliorare le proprie abilità e capacità umane, fisiche, tecniche e tattiche.

Insegnare al singolo e al gruppo la libertà di scegliere e decidere quanto più possibile in relazione a ciò che si sente di fare nel momento presente, senza necessariamente pensare al risultato che quella scelta potrà produrre in futuro.

In questo modo si potranno formare calciatori, ma soprattutto esseri umani, capaci di maturare una maggior responsabilità e consapevolezza delle proprie scelte e decisioni senza il rischio di alimentare quella “paura di sbagliare” che è assoluta nemica dell’apprendimento e dello sviluppo delle proprie capacità ed abilità.

E di riflesso, questo approccio portato avanti nel lungo periodo gioverà concretamente anche in termini di risultati della prestazione, sia al singolo individuo e sia a tutto il gruppo.

 

Credit Immagine: https://wallpapercave.com

 

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