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Osservando dai Migliori

“Osservando dai Migliori”: dobbiamo insegnare qualcosa di unico, di Jack Ma

6 Luglio 2021

“Osservando dai Migliori”: dobbiamo insegnare qualcosa di unico, di Jack Ma

Nell’articolo di oggi ho voluto trascrivere uno stralcio di un’intervista a Jack Ma, in quanto credo si sposi a meraviglia con alcune mie considerazioni espresse non molto tempo fa nell’articolo “Gli adolescenti hanno bisogno d’aiuto, ma a qualcuno interessa?”

Jack Ma Yun (10 settembre 1964) è un imprenditore cinese. È stato il primo imprenditore della Repubblica Popolare Cinese ad apparire sulla copertina della rivista Forbes, mentre nel 2009 venne scelto dalla rivista Times come uno dei 100 uomini più importanti al mondo.

Secondo Forbes, il patrimonio netto di Jack Ma si attesta a 60,7 miliardi di dollari. Nel 2020 è stato in vetta alla China Rich List di Forbes e si è aggiudicato il 17° posto nella Global Billionaires List.

“Un buon insegnante deve studiare e imparare continuamente.

Un buon insegnante dovrebbe condividere sempre.

Un buon insegnante dovrebbe sapere che ci saranno sempre persone più brave di lui.

E a proposito: l’educazione è una grande sfida di questi tempi. Se noi non cambiamo il modo in cui insegniamo tra 30 anni ci ritroveremo nei guai, perché il modo in cui insegniamo e le cose che insegniamo ai nostri bambini sono le stesse di 200 anni fa, basate sulla conoscenza (informazioni).

Non possiamo insegare i nostri figli a competere come le macchine, le quali sono più intelligenti. Dobbiamo insegnare qualcosa di unico. Qualcosa in cui le macchine non sono in grado di competere con noi. Solo in questo modo i nostri figli tra 30 anni potranno avere una speranza”.

D: So che è una domanda difficile ma quali sono quelle abilità che dovremmo insegnare ai nostri figli, superando l’educazione basata sulla conoscenza?

Valori, fiducia, pensiero indipendente, lavoro di squadra, voler bene al prossimo. Queste sono le radici. La conoscenza non può insegnarti questo. Per questo penso che dovremmo insegnare ai nostri figli gli sport, la musica, l’arte; per assicurarci che come esseri umani siano diversi da tutto quello che insegniamo. Dovrebbe essere diverso da ciò che può apprendere una macchina.

Se c’è qualcosa che una macchina può farlo meglio, devi rifletterci su”.

Considerazioni personali

Quando sono gli stessi studenti ad accorgersi che la scuola è interessata solamente all’insegnamento della propria materia, piuttosto che fargli scoprire che significhi veramente vivere (vi invito a leggere l’articolo “Gli adolescenti hanno bisogno d’aiuto, ma a qualcuno interessa?”), l’ambiente scolastico ha probabilmente fallito.

L’abilitazione di un insegnante oggi giorno si basa sulla valutazione di un test a crocette, ma francamente non credo possa essere la scelta più efficace per dare una sterzata al canonico: “si è sempre insegnato così e così continueremo a fare” e per valutare la sua capacità di stare in mezzo ai ragazzi. 

A proposito di insegnamento. Alcuni studenti sostengono che: “quando la/il prof. spiega io non ci capisco nulla. Torno a casa, apro YouTube e mi cerco l’argomento che è stato spiegato in classe. Riesco a comprenderlo molto meglio”. Quando un insegnante si ritrova con mezza classe insufficiente nella propria materia, dovrebbe quanto meno interrogarsi non sulla capacità di comprensione degli alunni, quanto sulle proprie competenze di insegnante. 

Il mondo della scuola e dello sport, in particolare, dovrebbero aiutare i ragazzi a scoprire e coltivare i propri talenti, ma ciò purtroppo tante volte non accade.

Ragazzi che a 20 anni escono dalla scuola con valutazioni altissime ma che non hanno nessuna passione o nessun interesse particolare, è sintomo di come la scuola e la famiglia non li abbiano aiutati a scoprire le proprie vocazioni.

 

Photo by Philippe LOPEZ / AFP

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