Il club di Amsterdam ha preso il nome dall’eroe mitologico Aiace, conosciuto per essere il più grande di tutti i greci insieme a suo cugino Achille (anche se, a differenza di Achille, Aiace è morto senza essere sconfitto in battaglia).
Il soprannome ‘Figli degli Dei’ è un’estensione del mito.
Avevo bisogno di tempo per elaborare quanto visto, dopo aver passato un giorno a sorridere ho capito che le contrapposizioni tattiche, il pressing, le costruzioni dal basso, gli sviluppi e tutto il resto potevano essere tranquillamente cestinati.
Ho scelto questi pochi secondi, perché a mio avviso sono il manifesto della potenza di questi giovani favolosi.
L’Ajax è da sempre l’espressione della libertà. È quel totalevoetbal che incanta e fa riflettere.
Qualcuno lassù avrà sorriso, ne sono certo. È la leggerezza che diventa arte. È la dimostrazione che il coraggio rende immortali.
Nella pressione a uomo di De Ligt (classe 99) a tutto campo su Benzema in una lotta senza quartiere e senza paura io ci vedo qualcosa di divino, qualcosa di epico. Al diavolo la superiorità numerica e la difesa preventiva, questi ragazzi affrontano il mondo a testa alta qualunque cosa possa accadere.
Ajax totalevoetbal vs Real Madrid pic.twitter.com/cpwvQtZ6Iv
— Diego Franzoso (@DiegoFranzoso) February 16, 2019
Cosa ci resta di questa partita, il risultato forse? Tutto tranne quello. Il Real Madrid ha solo vinto. Qualcuno potrebbe obiettare che è l’unica cosa che conta, certamente, ma è anche la prima cosa che scompare.
Nella mente di tutti resta indelebile l’identità di una squadra consapevole di poter morire senza mai perdere, proprio come Aiace. È questo il concetto più profondo che ci lascia in eredità per il futuro questa partita, possiamo “morire” senza perdere e dunque non morire mai.
Le idee, quelle pure, quelle vere, restano eterne.
“Da far vedere in tutte le scuole calcio del mondo”. I Figli degli dei sono libertà, coraggio e fantasia, ed è tutto quello che serve ad un bambino per diventare un uomo capace di interpretare il gioco.
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