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Il Mio Angolo Personale

“Creeremo un Numero Enorme di Fallimenti”, analisi dell’intervista a Quique Setièn

24 Maggio 2019

“Creeremo un numero enorme di Fallimenti”

Nell’articolo di oggi volevo condividere con voi un estratto dell’intervista a Quique Setién (20  Maggio 2019) rilasciata a Marca e che potete trovare in lingua originale e completa a questo Link.

Ho voluto condividere questo estratto perché mi trova in totale accordo e perché mi da modo di fare a mia volta alcune riflessioni. Nel corso dell’intervista Setièn parla della cultura della vittoria e rivendica il valore del lavoro ben fatto, a prescindere dal risultato.

“Non interessa altro che vincere. Stiamo trasmettendo ai nostri figli e ai nostri giovani che se non si vince non si è validi; così facendo creeremo una quantità enorme di fallimenti. Non dobbiamo dare così tanto valore alla vittoria, perché solo uno la ottiene. Tutti gli altri perdono.”

Quello che mi preme evidenziare è che questo nostro disagio, perché a parer mio si tratta proprio di un disagio, lo trasmettiamo e lo facciamo vivere già ai più piccoli. Non parlo solo del calcio o dello sport, ma più in generale, a scuola, a casa, in qualsiasi attività facciano i bambini che ci vengono affidati. In questo modo i giovani cresceranno con la convinzione che solo chi vince raggiunge il successo e l’affermazione di se stesso.

Tristezza infinita.

Devi valutare lo sforzo, come gestisci le risorse che hai. Sono molte altre le cose che vale la pena di valutare, questa è la verità. Stiamo complicando parecchio le cose per coloro che verranno, stiamo creando una società in cui vale solo la vittoria. E non è così, non dovrebbe essere così almeno”.

Alcuni anni fa (2015) scrissi un articolo che puntualmente torna d’attualità: “John Wooden – La differenza tra vittoria e successo” (lo potete trovare a questo Link), in cui si analizzava perfettamente questo tema; ossia il diverso significato della parola vittoria. J. Wooden (deceduto nel 2010), amava dire che “Solo tu sotto la doccia sai se hai vinto o perso. Se hai dato tutto, hai vinto. Se non hai dato tutto, hai perso. Il tabellone è un’altra cosa”.

Le parole di John riecheggiano in numerose occasioni durante i miei pre-partita, fermamente convinto che il nostro ruolo di educatori ci imponga di trasmettere ai nostri ragazzi cosa significhi avere successo, a prescindere dal risultato del singolo incontro o di un campionato.

C’è una bellezza. Sono molto dispiaciuto per questo gioco, amo il calcio, ne sono appassionato. Mi piace il fatto che la mia squadra giochi bene per la maggior parte del tempo, che noi abbiamo la palla, perché so che in questo modo avrò molte più possibilità rispetto all’avversario di vincere. Anche se a volte il calcio è ingiusto, ma a lungo termine se fai bene le cose, avrai più successi che fallimenti. E questo a volte è difficile da capire”. 

Molti allenatori potrebbero dissentire su questa dichiarazione, sul fatto che “se noi abbiamo la palla avrò molte più possibilità rispetto all’avversario di vincere“, ma ciò in cui credo si sposa esattamente col pensiero del tecnico spagnolo.

Soprattutto quando parliamo di settore giovanile, sono fermamente convinto (ma resta una mia personale convinzione) che avere la palla, essere padroni del gioco, o almeno provarci, non sia una moda, bensì una necessità per far innamorare i giovani al Gioco.

“A molti non importa il modo in cui si vince. A me sì. E’ questo che ho spiegato al club quando mi hanno assunto. Ho detto loro “sai come sono, sai cosa farò, se non sei sicuro di questo è meglio che mettiate sotto contratto un altro allenatore”.

Mi piace pensare e sperare che un giorno forse le cose cambieranno.

Mi piace credere che un giorno si sceglieranno gli allenatori in base alle loro competenze.

Mi piace pensare che un giorno si sceglieranno gli allenatori in base alla loro capacità di far crescere i giocatori, in base alla loro bravura nel valorizzare al meglio il materiale a disposizione.

Mi piace pensare che un giorno, forse un po’ troppo lontano, smetteremo di pensare all’ossessione del risultato e ci soffermeremo sulla bellezza del Gioco

…ma forse sto solo sognando!!

 

 

 

Credit Immagine: https://www.alfredopedulla.com/

Commenti

2
  • Fabio ha detto:

    Del resto un vincitore è solo un sognatore che non si è mai arreso quindi….continuiamo a sognare!

  • Marco ha detto:

    Condivido il tuo pensiero Diego… non e’ un moda, perseguisco i tuoi stessi principi da sempre, vincere non e’ un fattore numerico ma il coraggio di giocare in un certo modo, prendere rischi (saltare l’uomo) senza il timore dello sbaglio, fare in modo che il gruppo che alleni senta la fiducia di cio’ che trasmetti e giocare come ci si allena, e’ un percorso a lungo termine che non puo’ essere influenzato dal risultato numerico della partita.
    Marco Taormina

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