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Il Mio Angolo Personale

Il Genitore Spazzaneve

10 Giugno 2016

Il Genitore Spazzaneve

Ideacalcio per me non è solo il mio sito. E’ un archivio delle mie esperienze, un contenitore di ricordi da rileggere nel tempo. Oggi mi sono svegliato con la voglia di raccontare l’esperienza che ho vissuto quest’anno in modo da farne tesoro per i giorni che verranno.

Era l’8 Giugno 2015 quando scrissi un articolo a me molto caro. Alcune righe che andavano ad esaltare ed elogiare la forza di un gruppo genitori che ci aveva trascinato alla vittoria. Serenità e comunione d’intenti avevano fatto sì che attorno ai ragazzi si respirasse sempre e comunque positività.

Oggi, ahimè, sono a scrivere di un’esperienza diametralmente opposta ma che mi servirà sicuramente per il futuro. Nella stagione che si è appena conclusa ho cambiato società, dovendomi relazionare con nuovi ragazzi ed inevitabilmente nuovi genitori.

Premetto fin da subito che non mi sarei mai aspettato di trovare un gruppo genitori forte e coeso come l’annata dei 2000 dell’AC Este, ma mai avrei pensato di finire così lontano dalle mie aspettative.

Nella riunione di presentazione, lo ricordo come fosse ieri, dissi: “per problematiche o questioni tecniche, non credo sia il caso di discuterne, ma per qualsiasi altro problema sono a vostra completa disposizione. Vi chiedo di segnalarmi qualsiasi cosa in relazione a vostro figlio, in modo da poter trovare insieme la strategia migliore. Inoltre vi chiedo di non portare alle orecchie di vostro figlio qualsiasi vostra considerazione negativa su mister e compagni, ne minerebbe la serenità della squadra e del gruppo“.

La squadra veniva dalla fusione di due gruppi Esordienti, più l’innesto di nuovi giocatori.
Con questa premessa il progetto richiedeva tempo e soprattutto pazienza.
Andava infatti creata una Squadra all’interno dello spogliatoio e andava costruito un Gruppo fuori dal campo.

Dopo 10 mesi di invane richieste, non si è concretizzato nessuno dei due obiettivi.

Il primo episodio spiacevole si verificò alla prima amichevole dell’anno, dopo soli 7 giorni. La telefonata fu di quelle che non si dimenticano: “Ho visto che hai impostato la squadra attorno a mio figlio“. Quello fu il primo campanello d’allarme che qualcosa non era stato compreso nelle mie parole.

Gli episodi successivi non tardarono a manifestarsi e infatti, alle prime partite di campionato ,cominciai ad avere ulteriori prove che sarebbe stata una stagione particolarmente difficile per quanto riguarda la gestione del gruppo genitori.

Sugli spalti si creavano diversi piccoli gruppetti che invece di incitare la squadra nei momenti di difficoltà, elargivano pesanti accuse sulle capacità a loro avviso “scadenti” (per usare un eufemismo) dei compagni di loro figlio. Segnalato l’accaduto in società con l’intento di prendere una posizione forte in merito, non fui preso seriamente, sminuendo il problema.

La situazione durante l’anno degenerò quando un paio di genitori, invece di cercare un dialogo per segnalarmi il problema, preferirono correre in società lamentandosi dei metodi d’allenamento a loro dire: troppo duri; pur non essendo presenti alle sedute.

Un altro episodio che non scorderò fu quando il figlio di uno dei due sopra citati, manifestò un senso di fastidio e irrequietudine durante una seduta. Preso in disparte gli chiesi cosa stesse succedendo e la risposta fu: “i compagni non mi passano la palla di proposito. Me l’ha detto mio papà

Durante la stagione, nei nostri discorsi pre-partita, ho cercato di trasmettere ai ragazzi valori che reputo imprescindibili per diventare uomini, come il significato di Determinazione, degli Ostacoli che troveranno nel loro cammino, il significato di parole come Passione, Dedizione, Sacrificio, Stile, Coraggio.

Purtroppo mi sono trovato di fronte alcuni muri che non sono riuscito ad abbattere poiché il problema nasceva a parer mio da casa. Nemmeno il miglior motivatore riuscirebbe a smuovere un ragazzo che, tornato dall’allenamento, sente critiche su mister e compagni.

Tempo fa ne parlammo anche sulla pagina Facebook di Ideacalcio. In Inghilterra li chiamano “Genitori Spazzaneve“; ossia quelli che vorrebbero spianare sempre e comunque la strada dei propri figli, che credono di crescere uomini facendoli vivere nell’illusione che la vita non riserverà delle difficoltà.

Sono quei genitori che vorrebbero che il figlio non fosse mai punito, perché in fondo è sempre dalla parte della ragione. Sono quelli che non spiegheranno mai i significati di Sacrificio e Umiltà perché tanto ci saranno sempre mamma e papà a dargli una mano.

Tutto ciò è una bellissima illusione. La vita prima o poi ti metterà inevitabilmente davanti a delle difficoltà – chi più chi meno – e solo possedendo un buon bagaglio di risorse umane si sarà in grado di affrontarle.

 

In conclusione, non voglio pensare che l’espressione “la miglior squadra da allenare sia quella formata da orfani“, sia vera. Nonostante i problemi riscontrati con 4-5 elementi (su 21), durante la stagione ho ricevuto attestati di stima e di fiducia da parte delle restanti famiglie, che hanno capito e apprezzato ciò che si è cercato di costruire e trasmettere.

Credo che tutto dipenda dall’intelligenza degli interlocutori. Io non mi sognerei mai di andare dal medico per chiedergli la prescrizione di un farmaco che non conosco, o dal meccanico per insegnargli il suo mestiere. Non ne so NULLA ne di medicina, ne di motori.  Nel calcio invece succede. E’ opinione comune che sia materia per e di tutti, in cui ognuno si sente in DOVERE non solo di dire la sua, ma pure di alzare critiche senza nessuna competenza in merito. Basta aver giocato qualche anno tra gli amatori per poter dire: “io ho GIOCATO, posso parlare…“.

Quello che più dispiace è che ciò ha minato non solo gli interessi della squadra, non sono gli interessi della società, non solo il mio lavoro, ma la crescita dei ragazzi che hanno perso una grande occasione per diventare uomini.

 

 

Credit Immagine: http://27esimaora.corriere.it/

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