Il Flusso: la Neurobiologia dell’Eccellenza
Nel corso di questi ultimi mesi ho terminato la lettura di un libro che avevo comprato da un po’ e che mi ero ripromesso di leggere durante l’estate.
Si tratta di “Intelligenza Emotiva“, scritto da Daniel Goleman, casa editrice best Bur (1996). Oltre a consigliare il testo a tutti gli amanti del genere, che vogliono saperne e scoprirne di più sulla psiche umana, volevo condividere con voi un paio di pagine che mi hanno davvero rapito.
Il flusso: la neurobiologia dell’eccellenza
“Ti trovi in un tale stato di estasi che ti senti quasi come se non esistessi. L’ho sperimentato diverse volte di persona. La mia mano sembra non avere legami con me, e io non ho nulla a che fare con ciò che sta accadendo. Me ne sto semplicemente seduto lì a guardare, in uno stato di timore reverenziale e meraviglia. E tutto questo poi scorre via dileguandosi”.
Questa descrizione è eccezionalmente simile a quelle di centinaia di altri uomini e donne quando parlano di un momento nel quale hanno superato se stessi in un’attività che amano.
[..] Gli atleti conoscono questo stato di grazia come “the zone” – la zona – là dove l’eccellenza non richiede sforzo, e la folla e gli avversari spariscono in uno stato di beato e costante assorbimento nell’attimo presente.
[..] Riuscire a entrare nel flusso è la massimo espressione dell’intelligenza emotiva; il flusso rappresenta forse il massimo livello di imbrigliamento e sfruttamento delle emozioni al servizio della prestazione e dell’apprendimento. Nel flusso le emozioni non sono solamente contenute e incanalate, ma positive, energizzate e in armonia con il compito cui ci si sta dedicando.
Il modo migliore per descrivere questo stato è forse quello di ricorrere alla metafora di due persone che fanno l’amore e sono colte dall’estasi – la fusione di due individui in un’unica entità, al tempo stesso fluida e armoniosa. [..] Si tratta di uno stato in cui la consapevolezza si fonde con le azioni e nel quale gli individui sono assorbiti in ciò che stanno facendo e prestano attenzione esclusivamente al loro compito.
[..] gli individui sono talmente assorbiti da quanto stanno facendo che perdono completamente la consapevolezza di se stessi e si spogliano delle piccole preoccupazioni della vita quotidiana – perfino dell’ansia di far bene. L’individuo in stato di flusso mostra un controllo magistrale su ciò che sta facendo e le sue risposte sono perfettamente sincronizzate con le mutevoli esigenze della circostanza. Sebbene l’individuo in uno stato di flusso dia prestazioni al massimo livello, non è mai preoccupato di far bene, non indugia a pensare al successo o al fallimento: il puro e semplice piacere dell’atto in se stesso basta a motivarlo. Ci sono diversi modi per entrare nel flusso. Uno è quello di concentrarsi esclusivamente e intenzionalmente su ciò che si sta facendo; uno stato di profonda concentrazione è l’essenza stessa del flusso. [..] una volta che la concentrazione comincia ad affermarsi, essa si autoalimenta, sia offrendo un sollievo dai turbamenti emotivi, sia consentendo di eseguito il compito senza sforzo.
[..] Gli individui sembrano concentrarsi in modo ottimale quando si richiede loro qualcosa più del solito, ed essi sono in grado di darlo. Se si pretende troppo poco, si annoiano. Se devono tenere sotto controllo troppe cose, diventano ansiosi. Il flusso è possibile in quella fragile zona che si trova fra la noia e l’ansia.
[..] Osservare qualcuno che si trova nello stato di flusso dà l’impressione che i compiti difficili siano facili; la prestazione ad altissimo livello sembra naturale e comune.
[..] Quando il cervello funziona al massimo dell’efficienza, come nel flusso, c’è una precisa relazione fra le aree attive e le esigenze del compito che si sta svolgendo. In questo stato, anche il lavoro più gravoso invece di sfinirci sembra darci piacevolmente la carica.
[..] Csikszentmihalyi scoprì che erano diventati artisti veri solo quelli che da studenti avevano assaporato la gioia pura e semplice del dipingere. I soggetti che ai tempi dell’accademia avevano attinto le loro motivazioni nei sogni di fama e di denaro, in massima parte abbandonarono l’arte una volta preso il diploma. “I pittori devono desiderare, sopra ogni cosa, dipingere. Se di fronte alla sua tela l’artista comincia a chiedersi a quanto potrà venderla, o che cosa ne penseranno i critici, egli non riuscirà ad aprire nuovi orizzonti”.
[..] “Dovremmo usare gli stati mentali positivi dei bambini per attrarli verso l’apprendimento negli ambiti in cui essi possano sviluppare delle competenze. Il flusso è uno stato interiore che indica che il bambino è impegnato in modo corretto. Essi devono trovare qualcosa che gli piaccia, e farla. Quando si annoiano, i bambini diventano aggressivi e fanno capricci, mentre quando sono sopraffatti da un compiti diventano ansiosi sul proprio rendimento scolastico. Ma quando c’è qualcosa che ci interessa veramente e riusciamo a trarre piacere dall’impegno che essa ci richiede, allora impariamo al meglio“.
[..] Quando il bambino comprende che l’impegno in quel campo è fonte del piacere assicurato dallo stato di flusso, questa passione iniziale può rappresentare il punto di partenza per raggiungere elevati livelli di prestazione. E poiché il mantenimento dello stato di flusso comporta che si superino i limiti delle proprie abilità, ecco una motivazione fondamentale per fare sempre meglio – qualcosa che rende il bambino felice.