Nell’articolo di oggi non parleremo tanto di esercitazioni, quanto piuttosto di consigli e spunti da inserire nel vostro riscaldamento pre-partita con la categoria Esordienti.
Parliamo di ragazzi frequentanti la seconda media (per i regolari), tra i 12 e i 13 anni.
Nella scelta dei mezzi operativi da inserire nel riscaldamento prepartita, andrà considerato il maggior rischio di infortuni muscolari e traumatici rispetto alle categorie precedenti (ho in rosa un ragazzo che per problematiche legate alla crescita convive mensilmente con contratture o stiramenti), e il periodo della stagione, in particolare della temperatura esterna, in cui ci troviamo; essere in pieno dicembre-gennaio richiede accortezze differenti rispetto ad esserlo ad inizio settembre.
Personalmente sono dell’idea di non standardizzare il riscaldamento pre-partita (scelta discutibile), coi pro e i contro ai quali sono consapevole di andare incontro.
Tra i pro:
✅ è doverosa innanzitutto una premessa: occorre una buona capacità d’adattamento in primis dell’allenatore. Non standardizzare il pre-partita (sul campo) significa avere un piano d’azione ma essere pronti a cambiarlo in base a diverse variabili, quali lo spazio a disposizione (alcune società, non disponendo di un campo secondario e per preservare quello da gioco, ci hanno fatto svolgere il riscaldamento su rettangoli 10×5), le condizioni meteo (piove, fa freddo, fa molto caldo, ecc.), “l’importanza” della gara (è un’amichevole o una partita “sentita”?), le sensazioni che possiamo avere come tecnici sullo stato mentale della squadra, ecc. Se non siamo noi i primi ad essere disponibili ad adattarci, non aspettiamoci che lo facciano i giocatori
✅ si evita la monotonia, l’idea di scendere in campo e sapere già in anticipo cosa fare per filo e per segno (che per alcuni può anche essere un bene…)
✅ si richiede ai giocatori una buona attenzione fin dal riscaldamento; in questo modo è anche più facile accorgersi di chi mentalmente è poco concentrato e scenderà in campo probabilmente con un atteggiamento superficiale
Tra i contro:
❌ l’unico aspetto negativo che mi viene in mente è forse quello di togliere certezze in quegli elementi mentalmente o cognitivamente poco forti. Ricordo ad esempio un esercizio inserito in un’attivazione con la categoria U14; si trattava di una sequenza di passaggi sulla croce belga. Un paio di giocatori e in particolare uno che doveva scendere in campo dal primo minuto, andarono completamente in tilt, non comprendendo le più banali consegne. Inutile dire che lo stesso giocatore scese in campo col piede decisamente sbagliato, lasciandomi il dubbio su quanto possa avere inciso l’aver utilizzato una proposta diversa o se semplicemente mi stava comunicando, già dal riscaldamento, che quella non era decisamente giornata.
Che si tratti poi di attività di base o di agonistica, sono dell’idea di coinvolgere tutti i giocatori, evitando di vederne alcuni in disparte e senza nessuna guida (cosa che accade quando si è da soli). A meno di forte pioggia (in quel caso chi parte dalla panchina rimane al coperto), l’idea è quella di rimanere uniti nel pre-gara, pronti a far parte della partita nel momento che magari si verificasse un inconveniente ad un compagno ancor prima del fischio d’inizio (problema questo che non sussiste nell’attività di base, vista l’assenza dell’arbitro).
⚽️ Prima di proseguire voglio darvi un consiglio. Quando ho iniziato ad allenare nel lontano 2004, chiedevo alla squadra locale se aveva qualche pallone da prestarci per il riscaldamento pre-partita, ricavandone 5-6 nella migliore delle ipotesi. Col tempo ho prima pensato di munirmi di una sacca di palloni personale, preferendo poi passare a consegnare ad ogni ragazzo e per tutta la durata della stagione, un pallone ciascuno. Questa scelta innanzitutto responsabilizza il giocatore nella cura del proprio materiale, ovviando inoltre alla problematica di chi porta la palla il giorno della partita (ognuno deve averla con sé per ogni allenamento e partita). Ho inoltre imparato a portarmi appresso cinesini (qui ne trovate una versione molto comoda per il viaggio), utili per delimitare spazi o predisporre esercizi, e alcune casacche. Se trovate un genitore-dirigente o avete un membro dello staff aggiuntivo, consiglio di attrezzarvi dell’apparecchiatura necessaria per le riprese video, utile per voi ma anche per i ragazzi per rivedere errori commessi o per sottolineare l’emergenza di quanto ricercato durante la settimana.
Quello che vedremo oggi è uno dei tanti riscaldamenti pre-partita svolti con la categoria Esordienti, lanciandovi inoltre qua e la qualche ulteriore spunto.
Giunti sul campo i giocatori sono liberi di autogestirsi per un paio di minuti.
Successivamente si possono eseguire alcuni esercizi di palleggio (individuale o a coppie) e trasmissioni a coppie, prima sul corto e poi aumentandone la distanza (durata totale 4-5′).
A questo punto inizia ad essere rilevante, nella scelta dei mezzi operativi, conoscere il numero di giocatori a disposizione, perché averne 12 o 18 non è la stessa cosa per alcune esercitazioni.
Nell’attivazione pre-partita in questione avevo a disposizione 16 giocatori.
Campo di gioco un quadrato 16×16 (max.20×20) diviso in quattro quadrati adiacenti.
Si svolgono quattro rondo in situazione di 3v1 (il difendente tiene una casacca in mano).
Gli attaccanti giocano a tocchi liberi per conservare il possesso, potendo spostarsi senza nessun vincolo all’interno del proprio spazio.
Chi sbaglia prende il posto del difensore. Se questi recupera il pallone dovrà condurlo all’esterno del campo di gioco (non dirigendosi verso gli altri campi).
Una variante che mi è capitato di utilizzare con 17 elementi a disposizione è quella che si vede in questa seconda immagine. Quadrato 20×20 diviso in quattro campi adiacenti più un quadrato 3×3 al centro. In questo si colloca il portiere, il quale, rimanendo nel proprio spazio, potrà giocare ed essere chiamato in causa da tutti gli attaccanti.
Ritornando alla figura 1, possono essere inserite alcune varianti, come l’obbligo di effettuare almeno due tocchi (ciò implica un maggior lavoro sul controllo orientato) o di giocare a un tocco (presuppone tempi di smarcamento differenti, oltre che una maggiore disponibilità da parte dei compagni nel farsi trovare in zona luce).
Ho poi inserito per circa 1 minuto una variante che sapevo avrebbe creato un po’ di confusione (avendola già sperimentata in passato). Obbligo di cambiare campo, in senso orario, dopo ogni passaggio. Accadrà ben presto che la condizione numerica cambierà in tutti i campi, considerato che il passaggio non avverrà praticamente mai allo stesso tempo su ogni campo.
Nello stesso spazio di gioco (togliendo la divisione orizzontale) vengono mantenuti solamente due campi. I giocatori sui due precedenti spazi di destra si fondono insieme (medesima cosa faranno quelli a sinistra). Due elementi vengono scelti per il ruolo di appoggi laterali, potendo muoversi su tutta la linea di competenza.
Situazione di 1v1+2 appoggi laterali, con l’inizio azione dato dal passaggio del difensore in favore dell’attaccante. Quest’ultimo affronterà l’avversario per superarlo in dribbling oppure richiedendo la collaborazione degli appoggi, i quali lo fanno a un tocco e senza poter giocare tra loro.
La ridotta larghezza del campo (8 metri) invoglierà l’attaccante nella ricerca del dai e vai, anche se tuttavia non ne sarà costretto.
Attaccante e difensore giocano per condurre a meta sulla linea davanti a sé.
Disponendo di tempo (la partita precedente era in ritardo, facendo slittare il nostro calcio d’inizio di 20′) ho scelto di utilizzare (durata 5′) un esercizio che i ragazzi già conoscevano.
Si tratta di un esercizio analitico per la trasmissione a un tocco.
Numero di giocatori necessari almeno 5 per spazio (con 16 ho predisposto tre spazi). L’esercizio si svolge con la modalità dai e segui (vado dove gioco palla). Si alterna un passaggio sopra-sotto-sopra-sotto ecc.
La difficoltà è “solamente” quella di giocare a un tocco, attaccando la palla, giocando rasoterra e sbagliando il meno possibile.
A questo punto abbiamo svolto circa 6-8 minuti di conclusioni in porta.
Le varianti sono pressoché infinite. Il consiglio che mi sento di dare è quello di assicurare dinamicità tra le conclusioni e se possibile anche una certa variabilità.
I giocatori si predispongono su tre fila; si ruota dopo ogni tiro.
✔️ Il giocatore giallo col pallone la passa al compagno, il quale apre il controllo di sinistro e sempre di sinistro calcia in porta
✔️ Il giocatore rosso effettua un auto-passaggio di alcuni metri e calcia in porta dalla media distanza
✔️ Il giocatore blu sposta il pallone a destra o a sinistra dell’ostacolo per poi calciare in porta
In figura 6 vediamo altri possibili esempi.
Giocatori divisi sempre su tre stazioni.
✔️ Il giocatore giallo passa al compagno ed effettua una sovrapposizione, riceve il passaggio di ritorno e calcia in porta
✔️ Il giocatore rosso gioca palla al compagno che restituisce, con modalità differenti, per la conclusione del primo
✔️ Il giocatore blu gioca a muro col compagno prima di servire il terzo che s’inserisce e conclude a rete
Terminati i tiri in porta è iniziata la partita.
Tema di questo articolo è anche quello di offrire una panoramica più vasta sul riscaldamento pre-partita per la categoria Esordienti, andando a vedere alcune alternative.
Uno dei mezzi che ho maggiormente utilizzato è il rondo (“La filosofia del rondo”); che potrà assumere infinite varianti, a seconda del numero di giocatori a disposizione.
In figura 7 vediamo ad esempio un 5v2 (proposto su due campi con 14 giocatori a disposizione) ma è solamente una delle tante varianti che mi è capitato di utilizzare.
Sempre rimanendo in tema di esercitazioni maggiormente utilizzate, nell’ultimo anno e mezzo mi è capitato di predisporre una situazione di gioco che inizi dalla corsia laterale, come quella che ad esempio si vede in figura 8.
Giocatori divisi in attaccanti (rossi) e difensori (blu); inversione compiti a tempo.
Un attaccante di ruolo gioca a centro area marcato da un difensore, anch’esso di ruolo.
Il gioco inizia col passaggio di (1) rosso per il compagno (2) e l’entrata in campo di tutti e 4 gli elementi sull’esterno, per una situazione di 2v2.
Gli attaccanti giocano per segnare nella porta difesa dal portiere, potendo accedere alla zona centrale solamente dopo aver servito l’attaccante o aver effettuato un interscambio in tale spazio (attaccante esce e compagno entra per ricevere); in alternativa gli attaccanti potranno decidere di concludere direttamente dalla fascia (è una possibilità, anche se meno vantaggiosa di concludere dentro al prolungamento dello specchio di porta).
Se i difensori recuperano palla giocano per condurre a meta a metà campo oppure per consolidare il possesso mantenendolo per 3-4 secondi in totale libertà.
Attaccanti e difensori si invertono le posizioni (tra compagni) di partenza dopo ogni azione.
Quella appena descritta è solamente una delle infinite varianti di cui ho parlato ampiamente nel video corso “Efficaci sulle catene laterali”, catalogate alla voce “giochi di catena”.
??♂️ Stretching e mobilità articolare meriterebbero un capitolo a parte.
Se per quanto riguarda lo stretching dinamico non nutro grandi perplessità (personalmente lo utilizzo a partire dalla categoria Giovanissimi U14, pertanto non credo sia una perdita di tempo iniziare a svolgerlo dagli U13), seppur non mi sia ancora capitato di inserirlo (la corretta esecuzione degli esercizi richiede tempo per una corretta escursione articolare), sullo stretching trovo qualche resistenza maggiore: non ne trovo l’utilità, a maggior ragione quando le temperature esterne non sono così rigide.
Eseguire alcuni esercizi di stretching statico, per lo più magari in forma “non così corretta”, credo non possa far altro che alimentare negativamente la cultura dello stretching.
Avendo avuto una parentesi di qualche anno tra i grandi, ricordo bene come i “giocatori dopo i 30” si sentissero mentalmente più a loro agio dopo aver inserito alcuni esercizi di stretching (svolti in maniera piuttosto grossolana).
Credo che una buona seduta di stretching (da preferire quello dinamico nella pre-competizione) e posture andrebbero svolte in primis a casa, in un ambiente confortevole, senza distrazioni e soprattutto senza fretta.
⏰ Per concludere, quelle che abbiamo visto sono solamente alcune idee che personalmente ho inserito nel riscaldamento prepartita con la categoria Esordienti. L’idea generale è quella di arrivare sul campo ospite (in casa non ci dovrebbero essere particolari problemi) col materiale necessario (cinesini, casacche, palloni) per potersi auto-gestire in totale autonomia.
Dopo alcuni minuti di tecnica a coppie, si può eseguire un rondo (in alternativa un’attivazione tecnica su varie figure geometriche), un lavoro situazionale a numeri ridotti e infine una raffica di tiri in porta.
Tutto il riscaldamento prepartita che vi ho presentato con 16 giocatori, che mi crediate o meno, l’ho strutturato sul momento. La scelta delle esercitazioni, delle varianti, degli spazi, ecc., è stata pensata in corso d’opera.
Come ho scritto in precedenza, occorre una buona capacità di adattamento e una vastità di esercitazioni e varianti tra le quali scegliere nella propria testa, oltre che la valutazione dello spazio a disposizione, il numero di giocatori presenti, le condizioni meteo, ecc.
? Quello che a volte mi da da pensare è vedere, a distanza di 30 anni, le stesse attivazioni che mi facevano svolgere quando ero un Esordiente. Corsa su e già sulla metà campo e su due fila inserendo i più tradizionali esercizi per gli arti superiori, una sessione di stretching statico, trasmissioni su due fila una di fronte all’altra con dai e segui, e infine una raffica di tiri in porta col mister a far da sponda per un’unica fila che calcia.
E’ vero che la maggior parte di noi allena principalmente per passione (quanti possono dire di vivere solamente di calcio?), ma credo sia nostro dovere mettere il ragazzo nelle condizioni migliori possibili perché possa apprendere e formarsi in primis come uomo.
La nostra passione non deve essere un limite, bensì la benzina che alimenta il nostro studio e la nostra formazione come tecnici.
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