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Diario di Bordo

Diario di bordo: il gioco è bello finché… Episodio 2

7 Ottobre 2023

Nel precedente episodio di questo diario ci eravamo lasciati parlando del gioco e delle sue implicazioni, nella sua forma più pura e semplice: la partita.

Per quanto questa scelta farebbe felici bambini e giocatori, la partita non può essere l’unico strumento e mezzo di allenamento. Il nostro scopo è creare un percorso di apprendimento vario e con stimoli di varia provenienza, seppur tutto debba essere ricondotto al gioco reale: la partita.

Una costante che ho osservato in diversi bambini, durante il gioco, è l’utilizzo di porzioni di campo ridotte (proporzionate alla loro età e capacità psicofisiche) e, a seconda delle propensioni individuali, l’utilizzo principale delle porzioni di campo davanti a sé. Ci possono essere svariate forme di collaborazione più o meno marcate tra i giocatori presenti, ma spesso ho notato il ripetersi di questo utilizzo solamente parziale del campo. Vaste porzioni del terreno, soprattutto sui lati, vengono ignorate o non utilizzate a dovere.

Dobbiamo infatti considerare che il nostro scopo non è solo la formazione calcistica e sportiva ma anche trasmettere attitudini nell’affrontare certe problematiche, come ad esempio osservare lo spazio circostante nel tentativo di utilizzarlo in modo efficace ed efficiente (conoscenza/consapevolezza dei principi universali del gioco).

Ritengo che la percezione che il giocatore può fare dello spazio e della situazione in cui si trova può essere un punto di partenza nella scelta di una metodologia di allenamento più flessibile e slegata dai canoni del passato, dove al centro vi sia il giocatore e le sue capacità di osservazione, azione e correzione del gesto o della scelta (effettuata in quel preciso momento) e di come l’ambiente muti in funzione della scelta presa.

Il giocatore, di qualsiasi età, capacità ed esperienza sportiva, una volta che sarà entrato in un campo da calcio e avrà preso parte o sarà intento a partecipare ad una partita, si troverà sempre in uno spazio o all’interno di una situazione e di tutte le scelte saranno connesse a essa; quello che cambierà sarà il livello di partecipazione e coinvolgimento al “gioco” che, in termini più misurabili, si potrebbe misurare in quante volte effettua un certo gesto o scelta in quella porzione di spazio.

La qualità di ciò che fa dovrebbe essere orientata verso l’efficacia ed efficienza. Gli stessi obiettivi andrebbero inseriti gradualmente in contesti di gioco (partite a tema o con regole specifiche) dove venga premiata o promossa la ripetizione di un certo gesto o scelta.

Se ciò potrà essere visto come il primo passo per allontanarsi dalla partita o dal gioco libero, come possiamo scegliere le gestualità o i comportamenti che vogliamo allenare nel nostro gruppo?

Tramite l’osservazione di ciò che accade in gara e in allenamento. Non potendo programmare e prevedere ogni singolo comportamento e soluzione che i nostri giocatori potranno trovare in campo durante la partita, diventa importante pianificare a medio-breve termine, imparando ad osservare le necessità della squadra in quel momento.

Quanti obiettivi (gesti, scelte di gioco o altro) dovrò inserire all’interno delle mie proposte? Questa è una delle domande più frequenti che spesso molti allenatori si pongono.

Escludendo l’ipotesi di strafare, inserendoli tutti, soprattutto in questa prima fase della stagione, ritengo più utile concentrarsi su un obiettivo per ogni esercitazione o per tutta la seduta. Questo andrà poi riosservato nell’allenamento successivo per poi decidere cosa sarà meglio fare, proseguendo o aumentando la difficoltà delle proposte; tenendo conto che tuttavia l’apprendimento non sarà lineare.

Ogni tanto non sarà così sbagliato mettere da parte il nostro spirito da formatore-martellante per goderci semplicemente il nostro allenamento osservando i nostri bambini e ragazzi. Occorrerà riuscire a sviluppare un punto di vista esterno, magari diverso, forse addirittura migliore.

Terminata la seduta dovremmo riuscire a mettere sotto la lente di ingrandimento tutto e tutti (noi compresi). Rivivere la seduta per smontarla, vivisezionarla e analizzarla per capire cosa ha funzionato e cosa meno. Imparare ad utilizzare ciò che ne abbiamo ricavato per conservarlo nel proprio bagaglio di esperienza e crescita personale-professionale.

Siamo solo alle prime settimane di allenamenti. Tenevi stretti, sarà un viaggio lungo e tortuoso, ma ne varrà sicuramente la pena. 

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