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Diario di Bordo

Diario di Bordo – Giorno 1: Partenze Dimenticate

25 Settembre 2019

Partenze Dimenticate

Prefazione

Diario di bordo, perché ci sono cose che non scegliamo di vivere, ma si presentano davanti a noi come un privilegio da cogliere al volo.
Un momento che può essere un respiro di libertà, un sospiro di sollievo, una speranza.
Un evento non programmato, senza un inizio stabilito e nemmeno una scadenza da rispettare.
Conviene quindi, appuntare quegli istanti direttamente nell’anima, per arricchirsi o per ricordare ciò che a volte viene offuscato.
Poi condividerli, perché in fondo siamo fatti della stessa sostanza, seppur unici tra le nostre sfumature.
Ci vediamo di tanto in tanto, senza appuntamenti precisi.
Semplicemente quando si accende la luce.

Un pallone tirato fuori da una busta di plastica stramazza al suolo. È da pallavolo ma lui probabilmente non lo sa, perché di lì a breve sarà scalciato da ogni centimetro possibile e immaginabile.

Prima però c’è una storia che inizia a raccontarsi da sola, in un battito di ciglia.

In quei pochi istanti prima ancora di un solo rimbalzo, le pupille di un bambino raggiungono dimensioni abissali, accompagnate da un enorme sorriso che illumina la giornata.

Ecco forse, di cosa ci siamo dimenticati. Dell’origine, dell’inizio di tutto, da dove siamo partiti. Siamo ancora in viaggio senza una destinazione e se l’arrivo non fissato è un bene, non si può certo dire lo stesso delle dimenticanze relative al punto di partenza.

Abbiamo perso un po’ di anima tra un risultato più o meno positivo, una partita sfangata, una malizia in più insegnata, che fa la differenza tra una vittoria e una sconfitta, per poi scoprire che dal gradino più alto si può cadere malamente se non ci sai stare.

L’abbiamo persa tra le chiacchiere da bar, adibiti per l’occasione a sancire il metodo migliore e in quei frangenti, probabilmente abbiamo perso noi stessi.

Abbiamo perso l’equilibrio appena tolte le rotelle dalla bici. Ci siamo spesso adattati ad un mondo che non ci appartiene, su una strada che non porta a niente.

Ci hanno spento la luce e a poco a poco si è affievolita anche quella fiammella di passione che ha sempre trovato la via d’uscita, la nuova chiave di lettura.

Ho capito col tempo, che bisogna perdersi per ritrovarsi, a patto che lo si voglia.

Ho capito, che ci si ritrova nelle cose più semplici.

Intanto, il pallone ha fatto il suo primo rimbalzo a terra, in una piazzetta ormai sgombra dalla movida estiva. Quel pallone che dalla notte dei tempi è sempre stato più veloce di noi, così ci hanno insegnato, e adesso un bambino lo insegue, dimenticandosi persino del papà che lo ha accompagnato.

D’altronde il suo lo ha fatto, estraendolo dalla busta e decretando di fatto il via alle danze.
Entrato nel suo mondo, è ricominciata la sua vita e un po’, anche la mia.

 

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