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In Viaggio Verso Berlino – “I Primi Passi da Allenatore” – Capitolo 2

4 Marzo 2018

In Viaggio Verso Berlino – “I Primi Passi da Allenatore” – Capitolo 2

Come già accennato nel primo capitolo della mia rubrica, iniziai nel 2016 ad allenare in Germania presso la società SC Borsigwalde.

Facciamo però un piccolo passo indietro, per spiegare meglio i vari passaggi essenziali da fare quando ci si confronta con una lingua e una cultura diversa.

Ho iniziato a giocare un anno nella società CLUB Italia (squadra che ora è allenata dell´ex giocatore di Roma e Juventus, campione del mondo e d’Europa con la Germania, Thomas Häßler) nella stagione 2015-2016 (Bezirksliga, equivalente della nostra 1a Categoria) per imparare il “vocabolario calcistico tedesco”, che per ovvi motivi di priorità, non viene insegnato nei vari corsi di lingua.

Quella breve esperienza mi insegnò anche come viene vissuto il calcio in una cultura diversa dalla nostra (e diversa dalla Germania in generale). A Berlino viene vissuto tutto in maniera “poco professionale”, loro lo definiscono “locker“. Berlino è appunto poco precisa, poco professionale, più appariscente che efficiente (nonostante le strutture siano invidiabili).

Verso il finale di stagione iniziai a muovermi per poter ricominciare ad allenare. Considerando che il tempo per giocare e allenare non bastava, scelsi la cosa che più accendeva il mio essere, l’allenare. Dopo un primo colloquio con la società dove giocavo, decisi di cercare altrove per diversi motivi che sono più soggettivi che oggettivi, e che quindi vi risparmio.

Decisi allora di contattare un settore giovanile a pochi Km da casa. Mi risposero lasciandomi luogo, orario e il nome del Responsabile del Settore Giovanile (in tedesco “Jugendleiter”) con il quale avrei dovuto incontrarmi, Rogerio de Almeida, un signore Portoghese.

Mi incontrai con Rogerio, con il quale fu subito empatia. Dopo avermi mostrato il campo ( a Berlino tutte le società hanno 1 o 2 campi e il sintetico è presente ovunque), le attrezzature, il magazzino ecc. Infine mi chiese le mie esperienze da giocatore e allenatore. L´unico mio attestato era fino a quel momento, il CONI-FIGC, che essendo svolto in italia a su base provinciale-regionale (in un paese che non è federale), riconosciuto dunque in Italia ma non in Europa.

Mi proposero di allenare la seconda squadra degli Esordienti, gli D-Junioren (si va dagli A-Junioren, ovvero le nostre Primavere, fino ai G-Junioren), con un contratto di 2 anni, che prevedeva un rimborso mensile e il pagamento del patentino Base e della Licenza C. Piccola, clausola all’interno del contratto: se l´allenatore decide unilateralmente di lasciare la società prima della scadenza naturale del contratto, dovrà rimborsare  alla società il corrispettivo speso unicamente per le Licenze, in proporzione alla durata del contratto (che tradotto significa: la società spende 100, se l’allenatore se ne va dopo un anno deve pagare 50).

Da aggiungere c’è che ogni società ha nel proprio interesse la formazione degli allenatori: per primo motivo, un allenatore che non ha formazione, non ha le conoscenze adeguate per insegnare; secondo, la federazione Tedesca versa ad ogni società una somma forfettaria mensile o annuale in proporzione al numero di allenatori patentati.

Il Corso facoltativo base, chiamato appunto Basiswissen (facoltativo perché non è considerato un requisito l’aver frequentato questo corso per accedere alla Licenza C), mi fù interamente pagato dalla società e lo svolsi nel centro Federale Richard Genthe di Wannsee, ad una decina di chilometri da Berlino, e sarà argomento del capitolo 3…alla prossima puntata!

Credit Immagine: https://www.berlino.com/wp-content/uploads/sites/13/Viaggio-a-Berlino.jpg

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