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In Viaggio Verso

“In Viaggio verso la Spagna” – Capitolo 3

9 Novembre 2014

Oggi siamo al terzo appuntamento con la Rubrica “In Viaggio Verso la Spagna”. Rubrica curata da Giacomo Venturi e che io mi limito solamente a riproporvi.
La lettura mi risulta sempre più piacevole e appassionante per rimanere aggiornato con l’amico che ha deciso di cambiare vita, intraprendendo un percorso coraggioso e che spero lo porti alla meta che cerca.

Nel capitolo di oggi Giacomo fa una sorta di botta e risposta molto curioso ma non perdiamo altro tempo e vediamo cosa ci racconta oggi..

– Parliamo di Calcio Giacomo… E delle prime sensazioni in merito all’inizio del corso Allenatori. Però mi farebbe piacere le esprimessi onestamente per come le stai vivendo adesso, senza proiettare la prospettiva a Giugno quando inevitabilmente saranno diverse. Ritengo sia interessante capire i pensieri che ti passano per la testa in questo preciso momento, dopo solo qualche settimana di attività, per poi magari confrontare gli stessi da qui a qualche mese e constatarne l’evoluzione. Ti va?

– Ok proviamoci!

– Bene! Allora dimmi, ti senti adesso finalmente come Pinocchio nel paese dei balocchi?

– Mmm… Onestamente direi proprio di no.

– E’ tutto oro quello che luccica?

– Figurarsi! D’altronde i proverbi popolari non sbagliano mai!

– Il Calcio spagnolo è impregnato fino al midollo dello spettacolo esaltante a cui ci hanno abituato il Barca di Guardiola, los galacticos di Madrid e le Furie Rosse pluricampioni europee e mondiali?

– Mi spiace deluderti ma qui non è Hollywood! Qualche settimana fa ho voluto assistere ad una partita di Preferente Autonomica, categoria di livello dilettantistico alto perché si trova appena sotto alla Tercera Division, per farmi un’idea in merito alla qualità del gioco espresso ed alle abilità tecnico-tattiche messe in campo. Ti dirò che erano anni che non vedevo i centrali di difesa spazzare via alla “viva il parroco” con tanto gusto! E gli attaccanti farsi un mazzo tale per cercare di conquistare il “prezioso” suggerimento in profondità… Tant’è che alla fine del primo tempo sul risultato di 0-0 me ne sono tornato a casa dal disgusto per poi scoprire in internet, il giorno dopo, che il risultato finale fu sorprendentemente di 2-2 e di essermi pertanto perso ben 45′ di sicuro calcio champagne…

– Che disastro! Una grandissima delusione insomma? Tutto da buttare, tanto valeva rimanere nella tua bella Verona senza andare a complicarsi la vita in questa maniera!

– Stai scherzando?! Assolutamente no! E’ un po’ come quel gioco che ci diverte fare quando siamo piccoli: “fuoco fuoco” o “acqua acqua” per indicare quanto siamo rispettivamente vicini o lontani da un oggetto nascosto che dobbiamo scoprire, hai presente? Ecco mentre prima mi sentivo pacificamente immerso in una vasca da bagno stracolma di acqua e quasi ne soffocavo dentro, almeno ora mi pare di scorgere in lontananza il barlume di qualche piccola fiammella anche se mi rendo conto di essere ancora lontano dal rischio di rimanerne gradevolmente bruciacchiato.
Quello che voglio dirti in sostanza è che di fatto tutto il mondo è paese. Che anche nella Spagna dei miracoli esistono realtà che si discostano dal percorso di qualità idealmente tracciato dai grandi club d’élite, che esiste anche qui la piccola realtà di provincia in cui l’Allenatore è prima di tutto padre di famiglia ed operaio e che nutre maggiormente l’ambizione di vedere i figli sistemati che la sua squadra giocare come il Real Madrid di Cristiano Ronaldo e Benzemà. Dico solo che per quanto vado cercando personalmente è stato giusto spostarsi, che questa sarà un’esperienza sicuramente costruttiva e che da dove sono ora ho una prospettiva totalmente diversa per decidere dove puntare la bussola in futuro.

Spagna-10

Credit Immagine: http://www.alessandropradella.it/Spagna-10.jpg

– Capisco. E quindi come ti comporterai da qui in avanti in un contesto che, per ora, qualitativamente e calcisticamente parlando sembra non soddisfare appieno l’immaginario di partenza?

– Come ho sempre fatto, mantenendo l’umiltà di osservare e di ascoltare tutto comunque. Consapevole che c’è sempre qualcosa da imparare anche nelle situazioni meno ideali, che tutto quanto serve a mantenere attivo ed in funzione il cervello nel processo di apprendimento, analisi e rielaborazione dei contenuti. Ed andando a ricercare di persona i contesti, le persone e le situazioni che più mi aggradano e che maggiormente si avvicinano al mio modo di concepire il Calcio; qualcosa di tutto questo c’è anche a La Coruña e cercherò di non farmelo sfuggire.

– Benone! Parlami del corso adesso. Come è stato l’impatto con il primo giorno di lezione?

– Tremendo! 3 ore di anatomia: muscoli, articolazioni, legamenti… tutto argomentato con perfetta terminologia tecnica e senza aver avuto inizialmente la possibilità di presentarmi e di di dire che sono un pazzo italiano che solo dopo un mese di permanenza in terra spagnola ha pensato bene di iscriversi ad un corso del genere. Meno male che le diapositive mi hanno aiutato a mettere a fuoco di volta in volta il cuore del discorso ma non immagini che tensione! Ancora di più perché in classe siamo appena una decina e quindi se questo si gira e mi chiede di argomentare? Che gli racconto?! Di certo non posso camuffarmi nella moltitudine, siamo in 4 gatti! In quelle 3 ore credo di aver scoperto un nuovo metodo di dimagrimento “statico” basato esclusivamente sulla tensione emotiva ed il carico psicologico. Al momento di firmare la presenza al termine della lezione al Prof è sorto il dubbio che il nome non fosse propriamente spagnolo… Sdrammatizzando mi disse gentilmente che qualsiasi cosa non capissi avrei potuto senza problemi interrompere e chiedere. Dopo 3 ore di apnea tornai pertanto a respirare e a riprendere sembianze più vitali…

– Le altre materie da qui a Dicembre?

– Un po’ tutte quelle più marginali e “noiose” se vogliamo. Sociologia, con lezioni molto interattive in cui si chiacchiera e si discute apertamente in merito all’evoluzione del concetto di sport nel corso dei secoli ed al ruolo che riveste nella società attuale. Psicologia, la prima lezione pochi giorni fa. Il Prof (un tizio di circa 65 anni) entra, consegna un bigliettino a ciascuno di noi senza dire nulla e poi inizia a girare per la classe guardando i cartelloni appesi alle pareti. Io prendo il bigliettino, lo leggo… C’è una domanda sul possibile conflitto di interesse tra Allenatore e giocatore nell’ipotesi di un cambio di sistema di gioco o del suo ruolo tattico; suggerire le soluzioni sul comportamento più opportuno. “Oh Josè Luis! Què tenemos que hacer?! (tradotto, Josè Luis che caspita dobbiamo fare mi spieghi?!) Devi scrivere la tua risposta sul foglio perché poi insieme con quelle di tutti sarà pretesto di discussione durante la lezione. Ah ok! Bastava saperlo…” Non che mi venga semplice ora come ora scrivere e argomentare correttamente e con disinvoltura riguardo ad una situazione simile però proviamo a mettere giù qualcosa. Fatto sta che tutto poi fu pretesto per sentirsi raccontare le sue esperienze di quando era Allenatore e di come la conoscenza, la scienza e l’esperienza intervengano a fornire supporto ai diversi aspetti quotidiani che caratterizzano il contesto dello spogliatoio.

– E per ora nessuna materia più inerente al gioco vero e proprio?

– Abbiamo preparazione fisica. La espone un laureato di scienze motorie che attualmente allena una squadra di Tercera Division. Si parla di pianificazione annuale, strutturazione della sessione di allenamento e fasi della stessa. Per ora con un’impronta piuttosto classica e tradizionale; sembra quasi che tutto ciò che è vincolato ad un contesto istituzionale/federale (Italia o Spagna che sia) debba per forza rimanere ancorato a concetti “secolari” ampiamente catalogati e codificati seppur molto spesso sconfessati dalle nuove conoscenze scientifiche. Non riusciamo proprio a mettere una pietra sopra al riduzionismo di stampo Cartesiano che ci accompagna dal 1600 e che si ostina a considerare l’uomo, l’atleta come un qualcosa di assemblato piuttosto che un tutt’uno funzionalmente integrato. Ascolto, come sempre, e se ci sarà occasione di farlo proporrò un dibattito costruttivo con alcune argomentazioni alternative ma fa sorridere pensare che per superare l’esame dovrò rispondere alle domande contrastando il mio credo.

– Per concludere insomma mi pare di capire che il primo bilancio metta in evidenza più ombre che luci?

– Potrebbe sembrare ma penso in fondo che non sia così. Riconosco, io per primo, di essere un eterno insoddisfatto, di ricercare troppo spesso la perfezione per poi rendermi drammaticamente conto di non raggiungerla mai, di nutrire quasi un desiderio famelico per mettermi in gioco sempre e comunque e scoprire fino a che punto sono in grado di arrivare, di avere la consapevolezza che le cose da sapere aumentano esponenzialmente nello stesso esatto momento in cui decidi di chiuderti alle spalle la porta di casa e di attraversare la strada. Insomma, ci sono senz’altro ombre enormi che avvolgono tutto intorno ma c’è tuttavia una piccola luce che riesco a scorgere in lontananza! Proviamo a seguirla e vediamo fin dove è in grado di condurmi…

continua….

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Credit Immagine: http://cdn-2.ideeviaggi.it/o/orig/spagna-consigli-per-girarla-in-auto_954f65b2da53f6a305e676ae8dfa4164.jpg

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