“In Viaggio verso Londra” – Capitolo 2
Secondo appuntamento con la rubrica “In Viaggio verso Londra”. Rubrica curata dal collega Stefano D’Errico, attualmente a stretto contatto con la Community dell’Arsenal.
Se il primo appuntamento vi è piaciuto, sono sicuro che questo andrà anche oltre le aspettative. Ho chiesto infatti a Stefano di arricchire ogni articolo con una proposta presa dalla metodologia dell’Arsenal e di aggiungere qualche foto personale. Buona lettura
London Calling: The Arsenal Community
“La Community è sempre stata il cuore dell’Arsenal FC. È quello che permette ad un Club di sopravvivere nel tempo. Sono le nostre basi, le radici che abbiamo bisogno di estendere, assicurandoci che crescano e si distribuiscano nella comunità. È una parte fondamentale di quello che facciamo, e quello ci rappresenta come Club”.
Arsène Wenger
Secondo appuntamento della rubrica “London Calling”, dedicata alla Community dell’Arsenal, alla sua storia, alla sua ben consolidata struttura; il tutto coronato da qualche, spero, utile spunto tecnico.
E chi può darci un’idea di cos’è questa fantastica iniziativa, se non l’uomo che guida questo glorioso team dal lontano 1996?
La Community è, come la descrive Wenger, la base dell’immenso albero Arsenal, le radici più profonde e vaste che si incuneano nel fertile terreno della comunità. La passione che muove i cuori delle decine di migliaia di tifosi che ogni partita animano lo stadio Emirates, è in buona parte giustificata da questa costante ed instancabile presenza sul territorio: dai più giovani ai più anziani, l’esperienza Arsenal è vissuta ben oltre i tradizionali novanta minuti.
Il progetto Community nasce nel 1985 come parte dell’Action Sports Programme, guidato da tale Alan Sefton, un programma destinato a contrastare il disagio sociale della città, in cui venivano coinvolti i cittadini in attività sportive attraverso vari progetti. Parte di queste proposte prevedeva sensibilizzare i Club sportivi del territorio. L’Arsenal, che già autonomamente promuoveva sporadiche iniziative sociali, prese parte al progetto. La collaborazione si rivelò efficace, tant’è che nel 1986 si stabilisce il dipartimento Community interno al Club, con Alan a guidarne le redini.
Ebbene, Alan Sefton e l’Arsenal FC non si separeranno per i successivi trent’anni, con Alan tutt’ora parte integrante ed indispensabile della macchina Community.
Oggi la Community ha sede all’Arsenal Hub, inaugurata nel 2015 proprio accanto allo stadio, dando, ancora una volta, un chiaro segnale di indissolubile unione tra il Club e la comunità. L’Hub consiste in uffici, sale conferenza ed un campo coperto in erba artificiale, quest’ultimo scenario davvero speciale.
Foto personale.
Dal punto di vista organizzativo, le numerosissime iniziative sono divise in vari “dipartimenti”.
Il primo e senza dubbio più grande è quello specifico alle attività Sport: Centri di Formazione e Scuole Calcio, sessioni nelle scuole primarie e secondarie, il progetto Arsenal Ladies, programmi Multi Sport autonomi ed in collaborazione con la Premier League, attività inclusive coinvolgendo persone affette da disabilità. La seconda area è quella “Education, Employment & training”, che considera tutte le attività di formazione: dai corsi per studenti a vari livelli, all’innovativo Double Club, il servizio “dopo scuola” che alterna 45 minuti di compiti a 45 minuti di calcio. Le iniziative non finiscono qui: l’area “Social Inclusion” si occupa dell’inclusione di persone con difficoltà, che grazie allo sport possono stare lontani da ambienti “poco raccomandabili”; l’area “Arsenal for Everyone” promuove le diversità e l’integrazione attraverso campagne di sensibilizzazione; l’area “Regeneration” si occupa della riqualificazione del territorio rigenerando aree di degrado in favore di strutture sportive accessibili; infine l’area “Giving”, dedicata ad iniziative di raccolta fondi e partnership con associazioni di volontariato.
Insomma, una presenza costante sul territorio, un movimento consolidato con un impatto a 360 gradi, che inevitabilmente lascia una traccia, un ricordo, un’esperienza positiva sulle persone, targata Arsenal Community.
Per chiudere vorrei proporre un’esercitazione spesso utilizzata nelle varie sessioni. Credo che sia l’esempio pratico più azzeccato per consolidare ulteriormente quanto raccontato sopra: l’attività infatti può essere utilizzata in tantissimi contesti diversi, con vari target di riferimento, per varie età e livelli tecnici… basta solo trovare gli adattamenti giusti, e con la componente “divertimento” compresa nel prezzo in pieno stile Community!
The Great Escape
Il gioco in questione si chiama “The Great Escape”. La sua versione standard consiste in un’area di gioco rettangolare di dimensioni variabili (dal numero dei giocatori). Obiettivo dei giocatori “X” è quello di correre attraverso le porte difese dalle “guardie” senza farsi prendere. Dopo essere passati dalla porta, gli “X” rientrano in gioco attraversandone una indifesa e riprendendo il gioco. Se presi si torna semplicemente nel centro del campo, per tornare immediatamente a giocare. Le guardie, che si muovono inizialmente solo lateralmente in prossimità delle porte, rimangono in carica per un tempo prestabilito, per poi cambiare ruolo.
Ideale come warm-up, o come attività polivalente per i più piccoli, sollecita capacità coordinative, condizionali, movimenti fondamentali, oltre ad aspetti tattici individuali propedeutici (situazioni di 1c1 in entrambe le fasi). Possiede un setting molto flessibile: adattabile a qualsiasi circostanza numerica, nonché facilmente modificabile in favore di gruppi di diverso background tecnico, sollecitando aspetti tattici più avanzati. Il coinvolgimento costante, la competitività e l’approccio ludico ne fanno, infine, un’attività altamente motivante.
Le varianti sono numerosissime, per tutte le esigenze. Qui di seguito qualche idea:
*f orma e dimensione delle porte possono essere modificate, facilitando o complicando il gioco. Questa variante risulta essere, inoltre, molto efficace nella gestione dell’eterogeneità del gruppo: ad ognuno la sua sfida personale, con porte adattate alle qualità di ogni giocatore!
* è possibile stimolare i giocatori attribuendo punti quando attraversano la porta in maniera creativa (corsa all’indietro, saltando, ecc.)
* permettere alle guardie di muoversi per tutto il campo, e/o aggiungere una guardia mobile nel centro del campo
* introduzione del pallone: solo ai giocatori “X”, solo alle guardie, a tutti i giocatori. Si può oltretutto richiedere una particolare gestualità ogni volta che supero una porta: doppio passo, interno-esterno, ecc.
* possesso palla, con obiettivo quello di guidare la palla tra le porte, guadagnando un punto. Questa impostazione consente poi di lavorare su particolari sviluppi: superamento valido solo attraverso una combinazione di gioco, passaggio nella porta per un compagno che attacca lo spazio, ecc.
* gioco di posizione, in cui vertice e sostegno sono posizionati dietro una coppia di porte, con la possibilità di muoversi per ricevere il pallone attraverso
* small sided games, con numerose varianti applicabili: ad esempio ricerca della sponda mobile dietro una coppia di porte per segnare, o meta guidando la palla attraverso le porte assegnate.
Coinvolgimento, divertimento, attenzione alle esigenze della situazione e alle motivazioni di ognuno, sviluppo graduale ed efficace delle abilità. Sono questi i capisaldi del coaching Arsenal nella Community, integrati nell’esercitazione sopra e affrontati ancora più in dettaglio nei prossimi articoli…
Credit Immagine: http://www.papinobello.com/wordpress/wp-content/uploads/2015/02/lavorare_londra_olimpiadi.jpg
Puoi rimanere ogni giorno aggiornato sui nuovi articoli di Ideacalcio seguendomi alla pagina Facebook Ideacalcio
Commenti
Grazie Stefano, racconto molto interessante. Hai idea di quante possono essere le persone che lavorano per il dipartimento Community? E che tipo di figure sono? Grazie e aspettiamo la prossima puntata 😉
Ti ringrazio Alessandro! Quantificare è difficile. Ci sono persone che lo fanno a tempo pieno, e sono ragazzi che hanno un background formato attraverso corsi universitari e penso anche Arsenal (tipo il mio). Altri collaboratori sono ragazzi che provengono appunto dai vari corsi Arsenal, volontari, ecc… C’è comunque una gerarchia ben delineata, con responsabili per ogni progetto! Continua a seguirmi!