“L’Angolo del Preparatore”: RSA (Repeated Sprint Ability)
Quando parliamo di sport di squadra (come nel gioco del calcio) indichiamo un’attività in cui, nella sua massima espressione, il match mostra circa 1400 attività differenti; infatti, ogni 4-6 secondi un giocatore cambia attività. Tra queste troviamo sprint, corsa ad alta e media intensità, ecc., con un complessivo di circa 10-12 chilometri percorsi. È importantissimo per tanto cercare di allenare il nostro atleta rendendolo forte e veloce. Le capacità condizionali come la resistenza sono fondamentali (come esposto già in un articolo pubblicato in precedenza) per ridurre il più possibile le fasi di recupero ed essere in grado di sprintare di nuovo.
Quando parliamo di RSA (Repeated Sprint Ability) facciamo riferimento alla capacità di eseguire e ripetere sprint brevi con un massimo di 10” alternati a fasi di recupero della durata massima di 60”.
Allenare questa capacità è importante sia dal punto di vista della performance sia pure sotto l’aspetto di prevenzione. È ormai noto che per prevenire gli infortuni bisogna allenare il nostro atleta con sovraccarichi, slitte e/o sprint alla massima intensità. Oltre a ciò, lo scopo è quello di migliorare al meglio la capacità di effettuare più sprint ad alta intensità nell’arco della gara.
Importante è sapere che negli sport come il calcio, oltre ad esservi competenze tecniche e tattiche, anche la stessa RSA è una componente fisica fondamentale della performance, in quanto include un fattore di stanchezza che sopraggiunge alla capacità di riprodurre sprint. Intatti, la stessa fatica è un fattore determinate di decremento della performance dell’atleta, portando lo stesso a ridurre gli sprint effettuati.
Nell’aspetto pratico, sul campo esistono test di valutazione per misurare proprio la capacità dell’atleta di ripetere gli sprint. Conosciamo questi due test come: il test Capanna – Sassi e il test 5 x 30 metri alla massima intensità.
Il primo consiste nel ripetere per 6 volte uno sprint a navetta 20+20 metri, con un cambio di senso. Il recupero tra uno sprint e l’altro è di 20” secondi.
Il secondo è un test che consiste nell’effettuare 5 sprint massimali in linea, con 30” secondi di recupero che però, a differenza del primo test, viene effettuato in camminata.
Consiglio di utilizzare questi test di valutazione non immediatamente nei primi giorni della preparazione, poiché i nostri atleti non sono adattati al meglio. È importante inserire, magari dopo una settimana di lavoro sul campo, un test con lo scopo di valutare la resistenza e poi successivamente un test come questo per la valutazione di sprint ripetuti.
Tanti si chiederanno quando si possono inserire esercitazioni con palla o senza per stimolare questa capacità condizionale estremamente importante. Il mio consiglio è di inserirlo nella seconda seduta della settimana, dove i nostri atleti sono nel pieno delle forze e a distanza di 72h dalla gara giocata in precedenza.
Di seguito vi propongo un lavoro che utilizzo nella seduta del mercoledì, incrementando le ripetizioni e le serie. Stimolo gli atleti con ripetizioni a spola (navetta) su distanze 25-30 metri partendo da minimo 6 ripetizioni fino ad un totale di 12, mantenendo un recupero costante di 20” e un macro-recupero pari a 3’ minuti. Le serie possono rimanere intorno alle 2-3 nel complesso.
Un altro mezzo che utilizzo molto durate le settimane sono i cambi di direzione. Principalmente li alleno utilizzando la palla, sfruttando small sided games con o senza portieri (da dati già recuperati in passato tramite l’utilizzo di GPS, dove il maggior lavoro condizionale era incentrato su cambi di direzione, accelerazioni e decelerazioni).