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Pulcini ed Esordienti

A Scuola dal Barcellona: Controllo e Passaggio in regime di Psicocinetica

5 Marzo 2013

A Scuola dal Barcellona: Controllo e Passaggio in regime di Psicocinetica

Nell’articolo di oggi vediamo aggiornata un esercizio (pubblicato per la prima volta su Ideacalcio nel Marzo 2013) proposto da Isaac Oriol Guerrero, coordinatore della scuola di formazione del Barcellona, in uno degli incontri di formazione organizzato dal Calcio Padova nel 2011.

L’esercizio è rivolto alle categorie dell’attività di base e più nello specifico a quelle Pulcini (valutando molto attentamente le capacità del gruppo) ed Esordienti. La proposta, seppur lontano dalla complessità del gioco, impegna moltissimo il giocatore dal punto di vista cognitivo, in particolare sull’attenzione e sulle capacità percettive.

Le dimensioni del campo di gioco variano a seconda del numero di giocatori a disposizione; più saranno i giocatori impegnati maggiori saranno le dimensioni del campo di gioco
Formiamo tre gruppi di tre colori differenti, con un pallone per ogni gruppo.

La proposta inizia richiedendo una trasmissione sui tre colori, giocandola sul terzo colore: diverso dal mio e da quello che me l’ha giocata.

Messa in Azione Psicocinetica Real Madrid

In questa prima fase, oltre ai fondamentali tecnici, la richiesta è stata quella di cercare la successiva giocata ancor prima di entrare in possesso della sfera, prestando inoltre importanza al primo controllo. 

Aggiungiamo a questo punto tre giocatori, uno per colore, che conducono palla sul perimetro del quadrato, con l’unica richiesta di rimanere sempre su un lato differente dagli altri due compagni all’interno. 

All’interno del quadrato continua l’esercizio precedente ma verrà notevolmente innalzato il carico cognitivo: all’interno i giocatori continuano l’esercizio chiamando ad alta voce il colore del compagno che sta conducendo fuori dal quadrato, sul lato della loro schiena. In figura si vede il giocatore Bianco ricevere palla e chiamare “Rosso” (alle sue spalle).

Osservazioni: l’esercizio, oltre ad allenare gli aspetti tecnici del controllo e del passaggio, ci permette di lavorare sulle capacità percettive e in particolare sul canale visivo, esercitando la visione periferica. L’obiettivo è quello di arrivare al punto che il giocatore ricevente indichi il colore alle sue spalle ancor prima di ricevere palla.

La proposta può essere tuttavia ancor più complicata. Può essere chiesto, a chi effettua il passaggio, di portar pressione passiva sul ricevente che a questo punto dovrà effettuare un controllo orientato per eludere l’intervento (passivo) del compagno e al tempo stesso vedere il colore alle sue spalle. Per finire dovrà ricercare, nel minor tempo possibile, il terzo colore a cui passar palla

I tre giocatori all’esterno vengono cambiati a tempo

E’ chiaro che per svolgerlo perfettamente occorra tempo (tanto tempo), a seconda del livello degli allievi che abbiamo a disposizione.

 

 

Credit Immagine: https://commons.wikimedia.org

Commenti

12
  • Sandro Martin ha detto:

    Ma se il ricevente non ha nessuno alle spalle?

  • Diego Franzoso ha detto:

    Può chiamare per esempio “Nessuno”, o un comando precedentemente stabilito

  • Sandro Martin ha detto:

    Eh si! Avevo intenzione di fargli dire un numero a caso infatti!

  • Diego Franzoso ha detto:

    Luca Palmino mi ha dato anche l’idea di inserire un percorso tecnico all’esterno del quadrato. Percorso che eseguiranno i 3 ragazzi in conduzione

  • Alberto ha detto:

    L’esercitazione è molto interessante. Io la propongo anche con una variante. Con più giocatori esterni si può allenare il passaggio facendo i classici esercizi di giro palla dai e segui o dai +1-2 o altre variantiche si fanno sui quadrati. All’interno io faccio un possesso palla vero e proprio. In base al livello si possono aggiungere o diminuire i difensori e variare le dimensioni del campo, fino ad arrivare ad un gioco di posizione.
    Per esempio con 20 giocatori io utilizzo 6 o 7 giocatori che fanno girare 2 palloni esternamente mentre all’interno si fa un gioco di posizione 5>5 + 3 o 4 jolly.

  • Alberto ha detto:

    Un altra variante valida è far girare fuori giocatori colorati con la palla in senso orario e senza palla in senso anti orario allenando l’1>1 quando si incontrano. L’uno contro uno può essere fatto in modo più o meno passivo a discrezione del mister. Eventualmente un giocatore interno può aiutare con l’1-2 un giocatore esterno.

  • Diego Franzoso ha detto:

    Quella con l’1v1 passivo sull’esterno l’ho capita e mi piace perchè così il ricevente, avendo magari 2 giocatori alle spalle, dovrà guardare chi dei 2 è quello in possesso prima di ricevere palla. L’altra non l’ho capita invece :/

  • Alberto ha detto:

    L’altra all’interno si fa un possesso palla cercando sempre di chiamare il nome o il colore di chi sta facendo l’esercizio all’esterno nel lato alle spalle. Praticamente è una evoluzione del portar pressione passiva sul ricevente. All’esterno si fa girare uno o due palloni in senso orario o anti orario passando la palla al compagno ke è sull’angolo vicino e poi seguo la palla. Per esempio si possono mettere 8 giocatori esterni, 2 x ogni angolo e si esegue l’esercizio a 2 tocchi con controllo indirizzato e passaggio.

  • Sandro ha detto:

    Eseguito con una squadra di allievi provinciali, ottima esperienza. Ne’ troppo facile e quindi noioso, ne’ troppo difficile ovvero senza soddisfazione di realizzazione. Molto bene, ciao!

    • Diego Franzoso ha detto:

      io l’ho eseguito l’anno scorso con gli allievi provinciali e quest’anno con la juniores e confermo quando detto da te, sandro. Non è ne facile ne difficile, ma resta comunque stimolante

  • Mario ha detto:

    Passando da palo in frasca, il D.T. mi ha tolto la squadra dei pulcini 2002-2003 con l’unica motivazione che ogni 2 anni l’istruttore va cambiato, nonostante gli ottimi risultati raggiunti. Come vedete questa decisione?

  • Diego Franzoso ha detto:

    io attualmente sono in entrambe le posizioni. sto seguendo l’annata 1995 da 8 anni ( :), si, capito bene ) e i 2002 da 2 anni. I secondi, nonostante avessi potuto allenarli anche il prossimo anno ho deciso di lasciarli. Due anni effettivamente sono un tempo “giusto” per completare un percorso. Poi cominciano a crearsi dei legami troppo forti che ti condizionano nelle scelte del futuro. Alcuni ’95 che sono con me da 8 anni li considero quasi dei fratelli minori e non riesco più a staccarmi nonostante un paio di richieste in altre società

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