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Sezione Portieri

Portieri – Differenziazione della spinta in relazione alla distanza della palla, di Matthias Castiglioni

4 Maggio 2018

Portieri – Differenziazione della spinta in relazione alla distanza della palla, di Matthias Castiglioni

Matthias Castiglioni, anno di nascita 1992. Laurea Triennale in Scienze delle Attività Motorie e Sportive presso l’Università degli Studi di Verona, Laurea Magistrale in Scienze dello Sport e della Prestazione Fisica presso l’Università degli Studi di Verona. Allenatore di Portieri Dilettanti e di Settore Giovanile, abilitazione UEFA B.

Cari lettori, oggi vi propongo un’esercitazione che pone l’attenzione sulla scelta della tipologia di spinta del portiere in relazione alla distanza della palla.

Il tuffo è il fondamentale tecnico difensivo che viene utilizzato quando il portiere risulta impossibilitato a intercettare la palla in stazione eretta anche dopo uno spostamento, a causa della velocità e/o della distanza della sfera dal portiere.

Andremo ad analizzare le 3 principali tipologie di tuffo: leva-gamba, senza spinta, con spinta:

1) il tuffo leva-gamba si utilizza quando il tiro è molto vicino al corpo del portiere e questi ha un tempo ridotto di intervento;

2) il tuffo senza spinta non comporta una spinta dell’arto omologo al lato di tuffo;

3) il tuffo con spinta prevede la spinta degli arti inferiori, poiché velocità e distanza della palla non consentono di intervenire in tramite altre tipologie di tuffo.

Svolgimento

Nell’esercitazione che vi propongo, il preparatore predispone un triangolo all’interno dell’area di porta, con il vertice posizionato in corrispondenza del centro della porta.

Si verranno quindi a formare 3 posizioni:

  • Nella posizione identificata dal cinesino giallo si andrà ad effettuare un tuffo leva-gamba
  • Nella posizione blu si andrà a compiere un tuffo senza spinta
  • Nella posizione rossa si farà un tuffo con spinta

Il preparatore fornito di palloni andrà ad effettuare dei calci nelle tre differenti posizioni che prevedono, come abbiamo visto, 3 tipologie di tuffo differente.

Consiglio di utilizzare la lateralità, quindi programmare tanti gesti tecnici a destra quanti quelli a sinistra e, come propedeuticità, organizzare prima il lavoro una distanza ridotta e lanciare il pallone con le mani, per poi aumentare le distanze e andare a tirare direttamente con i piedi.

È possibile anche, una volta acquisite le abilità necessarie, randomizzare le tipologie di tiro, rendendo l’esercitazione maggiormente imprevedibile.

Osservazioni

Il portiere in questa esercitazione dovrà utilizzare differenti tipologie di tuffo, che hanno certamente caratteristiche notevolmente differenti:

  • Nel tuffo leva-gamba il portiere dovrà cercare il modo più rapido per cadere a terra e intercettare la palla. L’ostacolo che si frappone tra le sue mani e il terreno è la gamba omologa al lato di caduta, perciò deve riuscire a farla scivolare parallelamente, davanti oppure dietro rispetto a quella opposta. In questa situazione le braccia si muoveranno in direzione opposta alle gambe e, consiglio, contemporaneamente.
  • Nel tuffo senza spinta è richiesto al portiere che orienti la punta del piede omologo al lato di tuffo in direzione dell’intervento e risulta necessario abbassare velocemente il tronco per intercettare efficacemente la palla.
  • Nel tuffo con spinta, è possibile effettuare la stessa da fermo o con passo spinta. Nel primo caso, non si ha il tempo di spostare la gamba omologa al lato di tuffo; nel secondo caso invece si ha la possibilità di spostare la gamba sulla direttrice del tuffo.

Riflessioni

La scelta della tipologia di tuffo da utilizzare per intercettare il pallone è un gesto tecnico non di facile acquisizione, prevalentemente per i portieri delle attività di base. Fondamentale sarà quindi l’aiuto del preparatore che dovrà, nel corso delle esercitazioni, verificare se i movimenti saranno idonei alla scelta del portiere. Tra gli errori che più frequentemente ho riscontrato sono stati sicuramente il tuffo ventrale, una spinta eccessiva o insufficiente rispetto all’effettiva distanza della palla, la linea di spinta errato e la distensione delle braccia in ritardo rispetto all’intercetto della palla.

Sicuramente proponendo esercitazioni che prevedano questi obiettivi, il portiere, nelle differenti situazioni che si proporranno in gara, avrà maggiori possibilità di scegliere la soluzione più idonea per compiere il gesto tecnico.

Credit Immagine: http://www.football-please.com/home/top-flop-migliori-e-peggiori-della-settima-giornata-di-premier-league/

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